Firenze da scoprire

Profumieri, cuoiai, gioiellieri, corniciai…. Per le strade di Firenze ci si diverte a mettere il naso in antiche botteghe, le cui insegne spesso recitano con orgoglio da quante generazioni quella specifica arte o quel mestiere vengono tramandati di padre in figlio. Le legatorie, per esempio, sono varie e ciascuna con la propria “firma”: c’è per esempio chi libri e oggetti rilegati a mano i decora con rare piume d’uccello. Esperienze che consentono di toccare con mano ciò che solo tradizione, passione e ricerca del dettaglio sanno fare. Tutti pezzi unici che non aspettano altro che diventare “souvenir” nelle mani di viaggiatori attenti e capaci di cogliere l’esclusività di un oggetto prezioso proprio perché artigianale.

Firenze da scoprire

Non tutti lo sanno, ma anche Firenze, come Torino, ha un Museo Egizio che merita. Può partire da qui la scoperta di alcuni gioielli nascosti di una città che, è il caso di dirlo, è un’opera d’arte senza soluzione di continuità. Fra le curiosità insospettabili c’è per esempio quella che vuole Palazzo Vecchio sorto su un Teatro Romano, che ci ricorda come i Romani passarono pure da queste parti, lasciando un’eredità che è ancora ben visibile. L’Area Archeologica di Fiesole ne è un esempio, con teatro, terme, tempio e museo da visitare, anche per godere della vista sulla città dominata dalla mole onnipresente della cupola del Duomo. Tornando nel cuore del centro storico, in Via del Bargellino, troviamo invece i resti di alcune tombe etrusche. Nel “caos” di bellezze artistiche che sbucano in ogni dove, il rischio di perderne qualcuna è grande, come accade al cospetto del Duomo, del Campanile di Giotto e del Battistero. Colti dall’estasi nell’ammirare questa “triade divina”, non si presta la giusta attenzione alla Loggia del Bigallo, splendido elemento architettonico su strada di un elegante palazzo gotico del XIV secolo. Una sosta in Via Santa Margherita 1 è d’obbligo per porgere omaggio alla casa dell’Alighieri, che qui nacque e visse per alcuni anni. Splendido con il suo loggiato anche l’Ospedale degli Innocenti in Piazza della Santissima Annunziata, che fu anche il primo orfanotrofio d’Europa. Il tour potrebbe poi continuare con l’Opificio delle Pietre Dure, con il Museo Horne o il Parco d’Arte Enzo Pazzagli… Basta mettersi in cammino e fermarsi dove l’istinto chiama.

Firenze da scoprire

In una città come Firenze con un centro storico dichiarato Patrimonio dell’Umanità che praticamente ne ricopre gran parte della superficie, l’arte e le occasioni culturali non mancano certo. A tutto ciò si aggiunga un calendario fitto di eventi che per 12 mesi l’anno offre svago e intrattenimento di livello, alternando mostre, festival, spettacoli dal vivo in teatri e spazi chiusi come en plein air, e incontri culturali di ogni genere. Firenze è così, e basta citare ciò che accade in ambito musicale per capire il vasto range in cui ci si muove: sugli infiniti palcoscenici fiorentini si va dall’ormai storico Maggio Musicale Fiorentino, in attività dal 1933, al Firenze Rock, festival incentrato sulla “musica del Diavolo”, il rock, appunto, che vede sfilare lungo l’Arno alcuni degli artisti e gruppi più rinomati della scena internazionale. Se poi si va nel campo delle mostre d’arte, escludendo location fin troppo scontate come Le Gallerie degli Uffizi o il Museo Nazionale del Bargello, solo per citarne un paio, troviamo numerose ex residenze nobiliari riadattate a spazi espositivi, fra cui spicca Palazzo Strozzi, la cui omonima Fondazione cura da anni eventi di grande rilievo culturali.

Giardino della Villa medicea di Castello

Camminando nel Parco e Giardino della Villa Medicea Reale di Castello, situato in Via di Castello sulle colline appena fuori Firenze, si è pervasi dal profumo della zagara delle circa 500 piante di agrumi che adornano la seconda terrazza del parco, considerato il prototipo del giardino all’italiana del Cinquecento. Molte di esse sono piante storiche, derivate dalle antiche varietà medicee con esemplari di oltre trecento anni di vita, coltivate ancora come un tempo, con esposizione esterna da aprile a ottobre e per il resto ricoverate nelle storiche limonaie annesse alla villa rinascimentale. Fra gli spazi più suggestivi del parco c’è la Grotta degli Animali, straordinario ambiente adorno di statue e decori a corollario di fontane e vasche animate da complessi giochi d’acqua, realizzata dall’architetto Niccolò Tribolo e terminata da Giorgio Vasari, entrambi coinvolti insieme al Buontalenti nel progetto dell’intera villa.

A tal proposito merita un cenno la storia delle sue origini: costruita dai Della Stufa nel XIV secolo ed acquistata nel 1477 da Giovanni e Lorenzo di Pierfrancesco dei Medici, cugini di Lorenzo il Magnifico, Villa Medicea Reale di Castello fu il luogo per cui Botticelli dipinse i suoi massimi capolavori, La Nascita di Venere e La Primavera, oggi agli Uffizi. Situata lungo un antico acquedotto romano che alimentava Firenze, venne da subito soprannominata “Il Vivaio” per le grandi vasche poste davanti all’ingresso, funzione che ne anticipava già il futuro da “orto botanico”, che oggi fa da magnifica scena alla prestigiosa Accademia della Crusca e dell’Opera del Vocabolario Italiano.

Villa Medicea della Petraia

Delle numerose dimore realizzate dai Medici nei dintorni di Firenze, Villa La Petraia è sicuramente una delle più affascinanti. Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco insieme alle altre Ville e Giardini Medicei di Toscana, il “palagio” della Petraia apparteneva nel XIV secolo alla famiglia Brunelleschi. Passando di mano in mano, nel 1544 divenne dimora di Cosimo I de’ Medici, che la donò poi al figlio, il Cardinale Ferdinando, il quale, una volta nominato Granduca di Toscana, decise di lasciare la sua impronta. Fece dunque realizzare una serie di terrazzamenti per accogliere lo splendido Giardino, nota distintiva che ancora oggi caratterizza l’edificio. Nei secoli, la villa è stata arricchita di opere e capolavori di ogni genere, fra cui spicca il ciclo di affreschi realizzato dal Volterrano e da Cosimo Daddi. Celebre la scultura bronzea del Giambologna raffigurante Venere-Fiorenza, portata qui dalla fontana di Villa di Castello e oggi conservata all’interno.

Villa Corsini a Castello

La statua in porfido dell’imperatore Adriano, unica nel suo genere, quella della Peplophoros dal Palazzo Da Cepparello, replica romana di un originale greco del V secolo a.C., sarcofagi e sculture etrusche in nenfro da Tuscania, un sarcofago femminile da Tarquinia di mirabile fattura, i resti del corredo della “Tomba della Mula” e sculture funerarie di botteghe fiesolane arcaiche… Per essere una sede “distaccata” del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, Villa Corsini a Castello vanta una collezione a dir poco invidiabile di reperti di varie epoche, cui si aggiunge la bellezza della dimora stessa, uno dei massimi esempi di architettura tardo-barocca fiorentina. Costruita da Cristofano Rinieri, Consigliere del Duca Cosimo I, la villa tramanda il nome di quello che a partire dal 1697 fu il suo secondo proprietario, Filippo Corsini, Consigliere di Cosimo III de’ Medici, che la scelse per la vicinanza alla dimora medicea della Petraia, una delle residenze estive del Granduca. Corsini affidò a Giovanni Battista Foggini (1652-1725), architetto e scultore granducale oltre che direttore delle Manifatture di Corte, il compito di trasformarla in una delle dimore più raffinate dell’epoca. E ci riuscì. La proprietà rimase in mano ai Principi Corsini fino alla Seconda Guerra Mondiale, quando venne occupata dalle truppe tedesche.
Fra alterne vicende e vari passaggi di mano, dal 2015 Villa Corsini a Castello è parte della Direzione regionale musei della Toscana e ospita appunto la sezione distaccata delle Sculture Etrusche e Romane del Museo Archeologico Nazionale di Firenze.

Villa La Quiete

Si intitola “La Quiete che domina i venti” l’affresco di Giovanni da San Giovanni che decora una delle dimore più belle e significative dei dintorni di Firenze, da cui il nome “Villa La Quiete”. La zona è quella nota come Castello, particolarmente felice perché intrisa di arte e storia grazie al fatto che a popolarla di sontuose residenze furono i Medici, che qui costruirono Villa di Careggi, Villa di Castello e Villa della Petraia.

Impossibile riassumere tutte le vicende occorse a Villa La Quiete dalla sua fondazione nel XV secolo in poi, ma basti dire che qui sono transitate alcune delle più importanti famiglie della Toscana e non solo, da Cosimo I de’ Medici, che la donò all’Ordine di Santo Stefano, a Cristina di Lorenza, che fece realizzare un Corridoio Vasariano che la collegava al vicino monastero camaldolese, un po’ come l’omonimo passaggio sospeso su Ponte Vecchio in centro a Firenze. Il Complesso venne poi ereditato nel 1636 dal Granduca Ferdinando II, per passare dopo una quindicina di anni a Eleonora Ramirez de Montalvo, che la destinò definitivamente alla Congregazione delle Montalve. Da quel momento, la villa venne ribattezzata Istituto della Quiete, accogliendo ed educando ragazze di buona famiglia per oltre tre secoli, fino al 1992. In quell’anno, la dimora divenne prima proprietà dell’Università degli Studi di Firenze, e poi della Regione Toscana, che l’ha destinata a sede del Sistema Museale di Ateneo. Molti i capolavori in essa custoditi: basti citare l’Incoronazione della Vergine di Sandro Botticelli e la Madonna con Bambino di Ridolfo del Ghirlandaio. Splendidi il Cortile della Lanterna, la farmacia seicentesca e il giardino all’italiana, spazi in cui si respira ancora un’allure aristocratica e mistica insieme.

Parco di Villa Il Ventaglio

Sulla cosiddetta Collina delle Forbici, in Via Giovanni Aldini al 12 a Firenze, c’è un cancello che si apre su uno dei parchi più belli del capoluogo toscano. E’ quello di Villa “Il Ventaglio”, che nella prima metà del XV secolo era nota come la “chasa da oste”, la “casa dell’oste”, e come tappa per i pellegrini che da Porta a Pinti si recavano a San Domenico di Fiesole. Una volta entrati, ci si ritrova immersi nell’atmosfera sognante tipica dei parchi in stile inglese, in 5 ettari di verde che alternano prati, boschetti e persino un laghetto con una piccola isola cui si approda tramite un ponticello. Dal 2015, il Parco di Villa “Il Ventaglio” è parte della Direzione regionale musei della Toscana ed è aperto al pubblico che può così godere della piacevolezza del contesto naturalistico e insieme delle ampie vedute sul Centro Storico di Firenze.

Museo “Stibbert”

La casa-museo intitolata a Frederick Stibbert offre una di quelle esperienze inaspettate per chi ha in mente solo la Firenze rinascimentale. Il capoluogo toscano, da sempre luogo attrattivo per personaggi di grande spessore intellettuale e culturale, va ben al di là di ciò che fu al tempo dei Medici e dei Granduchi di Toscana. Entrando a Villa di Montughi, immersa in un romantico parco all’inglese alle porte della città, ci si immerge in quella che era la realtà fuori dal comune di Frederick Stibbert, uomo di grande cultura e collezionista d’arte che dedicò la sua esistenza alla realizzazione di una straordinaria raccolta di pezzi unici. Nato a Firenze nel 1838 da padre inglese e madre italiana, trascorse gli anni dello studio in Inghilterra, al seguito del padre, colonnello delle prestigiose Coldstream Guards, e del nonno governatore generale del Bengala, India, artefice dell’immensa eredità ereditata da Frederick ad appena 20 anni. La casa-museo raccoglie oggi quasi 50 mila pezzi fra armi e armature di ogni epoca e provenienza, esposte nella splendida Sala della Cavalcata, e in altri spazi, dedicati uno all’armeria islamica e uno a quella giapponese. Non mancano poi collezioni di altro genere, di quadri, porcellane e costumi europei e orientali. Da visitare anche il parco, disegnato dall’architetto Giuseppe Poggi, lo stesso che progettò i viali di Firenze, dove si scoprono ora il tempietto egizio, ora quello ellenistico, una scuderia e una limonaia.

Villa medicea di Careggi

Villa-fattoria, ma pur sempre una villa, aristocratica e sontuosa. Quella di Careggi fu la terza dimora campestre della famiglia dei Medici, ristrutturata come le prime due – di Cafaggiolo e del Trebbio, nel Mugello – da Michelozzo, architetto artefice anche della residenza fiorentina di Palazzo Medici in Via Larga. Fra i capitoli più importanti nei suoi oltre cinque secoli di vita, c’è quello che nel 1459 vide nascere qui l’Accademia Neoplatonica, la più importante scuola filosofica dell’umanesimo italiano, cui presero parte fra gli altri Pico della Mirandola e Marsilio Ficino. In quegli stessi anni, nel 1448, vide la luce in queste stanze Lorenzo il Magnifico, che trovò in Careggi la sua residenza preferita, letteralmente fino al suo ultimo giorno, morendo qui nel 1492.

Dietro una facciata lievemente curvilinea e somigliante a una fortezza per via della merlatura, si scoprono quattro piani articolati in numerosi ambienti: al piano terra si trovano la cappella, alcune sale di rappresentanza e lo scalone principale di collegamento alle stanze del piano superiore, da cui si può godere una bella vista sul giardino formale e sul grande parco paesistico disposto su tutti i lati. L’attuale impianto del parco, caratterizzato da specie arboree ad alto fusto, con presenza di varie specie esotiche, risale all’800, in seguito ai lavori voluti da Sir Francis Joseph Sloane, proprietario di Villa di Careggi dal 1848 al 1901. Dopo alterne vicende, nel 2013, anno dell’inserimento delle Ville e Giardini Medicei nel listing dell’Unesco, Careggi ha finalmente trovato nuova vita, grazie all’intervento della Regione Toscana che ha intrapreso un lungo percorso di restauro del complesso.

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