Abbazia di Montecassino

Le tre tastiere e le 5200 canne dell’organo settecentesco dell’Abbazia di Montecassino funzionano perfettamente, come fossero nuove, tanto quanto le 82 sedute intarsiate del coro ligneo poste attorno all’altare centrale. E questo grazie alla meticolosa opera di restauro che ha interessato tutto l’immenso complesso edilizio, raso al suolo dai bombardamenti degli Alleati nel 1944.

Un luogo che nei suoi 1500 anni di vita è stato duramente colpito più e più volte, per esempio nel 570 dal saccheggio dei Longobardi e nell’883 da quello dei Saraceni. Eppure, ogni volta, la prima abbazia fondata da San Benedetto nel 529 è risorta dalle proprie ceneri, arrivando a noi intatta nella sua bellezza architettonica, oggi custode di un immenso patrimonio di antichissimi manoscritti, codici miniati, incunaboli, paramenti liturgici, oreficerie sacre e persino di opere pittoriche di Sandro Botticelli, Luca Giordano e Pietro Annigoni.

Tesori portati in dono da duchi, principi, re, imperatori e pontefici, poi messi in salvo dalle truppe tedesche poco prima dell’attacco aereo, che per settimane li trasportarono in Vaticano in gran segreto, e infine riportati qui al termine del restauro. Una storia travagliata quanto ricca di colpi di scena, consacrata alla Regola benedettina dell’”Ora et labora”, e poi riconsacrata nel 1964 da Papa Paolo VI con queste parole: “Pace a questa casa e a tutti quelli che ne hanno dimora. Qui la pace troviamo, come invidiato tesoro nella sua più sicura custodia”.

Il Lazio e i luoghi della cultura monastica

Il tour del LAZIO legato ai luoghi della spiritualità non può non prendere avvio dalla “VALLE SANTA”, soprannome con cui è nota la Valle Reatina, destinazione ben nota a pellegrini e turisti desiderosi di intraprendere itinerari fra natura e misticismo, che qui possono affrontare il “Cammino di San Francesco”. Sono infatti quattro i santuari francescani in questa splendida conca verde, tappe di un viaggio immersivo nello spirito e nella bellezza artistica e green.

Prima sosta è il SANTUARIO DI GRECCIO, noto come la “Betlemme Francescana” perché fu qui che il “poverello” di Assisi, nella notte di Natale del 1223 mise in scena la prima rappresentazione della natività, ossia il primo Presepe della storia. Al di là di questo “dettaglio” che lo rende una meta speciale e unica, il Santuario appare da lontano incastonato nella pietra, come sospeso a mezza costa, tanto da sembrare un miracolo di ingegneria, oltre che per la spiritualità che emana.

Un miracolo vero avvenne invece al SANTUARIO DI SANTA MARIA DELLA FORESTA a Castelfranco: durante una sua sosta, Francesco notò che di uva in vigna ce n’era poca, tanto che i pellegrini non volevano neanche raccoglierla per pigiarla. Francesco insistette e, contrariamente a quanto immaginavano, da quei pochi grappoli raccolti, ottennero il doppio del vino dell’anno precedente.

Da ricordare anche l’episodio legato al SANTUARIO DI FONTE COLOMBO, soprannominato il “Sinai francescano”, in virtù del fatto che fu qui, in una grotta ribattezzata “Sacro Speco”, che Francesco stilò la regola definitiva del suo Ordine. Chiude idealmente questo iter il SANTUARIO DI SA GIACOMO, a Poggio Bustone, dove un angelo gli apparve in un momento di meditazione annunciandogli la remissione dei peccati e il glorioso futuro del suo Ordine.

E questo non è che l’incipit di un’esperienza concreta di connessione fra storia, arte, natura e fede. Il Lazio è infatti una delle regioni d’Italia più ricche di luoghi sacri e di culto, e questo senza contare la miriade di chiese e chiesine sparse ovunque e le oltre 900 presenti nella sola Roma. Tralasciando per un istante l’aspetto religioso, si tratta di decine di edifici e complessi architettonici più o meno articolati in grado di soddisfare ogni genere di gusto estetico e di coprire ogni epoca, creando un circuito attraverso il quale si può ripercorrere la storia della Chiesa dai suoi albori.

Talvolta, Monasteri, Abbazie e Santuari sono stati luoghi di accadimenti storici che hanno anche cambiato i destini dell’Italia. Basti citare la celebre battaglia che per quattro mesi, da gennaio a maggio 1944, ebbe come fulcro l’ABBAZIA DI MONTECASSINO. Di quell’evento drammatico che vide la perdita di 55.000 uomini delle truppe alleate e di 20.000 soldati tedeschi, vale qui la pena ricordare l’aspetto più “virtuoso”, se così si può dire: nei mesi precedenti all’inizio delle ostilità, l’esercito tedesco ebbe l’accortezza di mettere in salvo opere d’arte, archivi e documenti portandoli al sicuro in Vaticano. Operazione durata mesi e costata non poca fatica a frati e uomini di scorta al prezioso tesoro in cammino verso Roma, ma che poi, terminato il conflitto, permise di riportare tutto là dov’era.

Viterbo, la “Città dei Papi”, meriterebbe da sola un viaggio per esplorare con attenzione il centro storico, fermo all’epoca medievale e con emergenze di notevole interesse, religioso e architettonico, come il Palazzo dei Papi, la CATTEDRALE DI SAN LORENZO e la BASILICA DI SAN FRANCESCO ALLA ROCCA. Nella sua provincia poi, si scoprono piccoli gioielli d’arte come il MONASTERO DI SAN VINCENZO a Bassano Romano, che dietro alla facciata in stile rinascimentale-barocco nasconde un capolavoro michelangiolesco sconosciuto ai più ma che merita un cenno. Si tratta della statua del Cristo Portacroce, che il Buonarroti realizzò fra il 1514 e il 1516 e che lasciò incompiuta per una “vena nera” emersa nel blocco di marmo a scultura praticamente quasi terminata. Non solo. All’interno del Santuario si può anche ammirare una copia a grandezza naturale della Sacra Sindone conservata a Torino, il che fa di questo luogo una meta di pellegrinaggi. A Cura di Vetralla si trova invece il MONASTERO REGINA PACIS, destinato alla clausura delle benedettine, collocato ai piedi dei Monti Cimini ma soprattutto propri lungo la Via Francigena. Ai monaci cistercensi dell’Abbazia primigenia di Pontigny si deve invece la realizzazione, nel corso del XIII secolo, dell’ABBAZIA DI SAN MARTINO DI CIMINO, nell’omonimo borgo nel viterbese, in conseguenza della donazione di alcune terre da parte di Papa Innocento III, che voleva trasformare quest’area del Lazio in un polo di sviluppo agricolo.

Di grande importanza è anche l’ABBAZIA DI FOSSANOVA, a Priverno, Latina, il più antico esempio di gotico-cistercense, Monumento Nazionale dal 1874, che sotto le sue fondamenta nasconde addirittura una villa romana del I secolo a.C. Prima di ripartire, quasi d’obbligo acquistare vini e liquori dai frati minori conventuali devoti a San Francesco. Altro Monumento Nazionale, ma abitato da monaci benedettini, è l’ABBAZIA DI FARFA, gioiello della terra Sabina che nei suoi quindici secoli di vita, oltre a migliaia di pellegrini in cerca di pace e meditazione, ha attratto re, imperatori e papi, fra cui nel 1993 Giovanni Paolo II, frequentatore anche del bellissimo SANTUARIO MADONNA DELLA MENTORELLA a Capranica Prenestina.

Il viaggio prosegue nell’Agro Pontino visitando l’ABBAZIA DI VALVISCIOLO, straordinario mix di linee romanico-gotico-cistercensi, ma soprattutto luogo ricco di fascino e di “segni” che la legano al mondo dei Templari. Rimanendo in quel limbo fra leggenda e realtà, ora gli appassionati del mistero sanno dove andare. Un pezzo di storia e molto ben documentato è invece quello accaduto al MONASTERO DI SANTA SCOLASTICA a Subiaco, diventata nel 1465 la prima stamperia d’Italia grazie a due monaci tedeschi allievi di Gutenberg, mentre nel vicino MONASTERO DI SAN BENEDETTO, avvolti dal silenzio mistico e dalla natura incontaminata del PARCO NATURALE DEI MONTI SIMBUINI, si può contemplare il “Sacro Speco” dove il Santo di Norcia era solito ritirarsi in preghiera. Qui vicino, in una posizione da vertigine, si trova il SANTUARIO DELLA SANTISSIMA TRINITA’  di Vallepietra, piccolo da sembrare poco più di una cappella, ma meta di devoti che in questa sorta di “nicchia” scavata nella roccia trovano ispirazione e preghiera.

Tutto il contrario di come appare la CERTOSA DI TRISULTI, imponente e gigantesca da avere internamente alle mura, oltre alla chiesa, addirittura una “piazzetta”, un vasto giardino e una farmacia, edifici dove da linee e decorazioni di gusto gotico si passa a trompe –l’oeil di ispirazione pompeiana e arredi settecenteschi.

Il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise fa poi da contorno al SANTUARIO DI CANNETO, elevato nel 2015 a Basilica pontificia minore. La ragione di questo “upgrade” fuori dal comune è presto detto: Silvana era una pastorella della zona che, come accadde a Bernadette di Lourdes, vide la Madonna che poi con un gesto fece sgorgare una sorgente da una roccia. Inutile dire che berne l’acqua è d’obbligo.

L’ultima tappa di questo ricchissimo itinerario riporta verso Roma. A strapiombo sul Lago Albano, nei Castelli Romani, si trova il CONVENTO DI PALAZZOLO, dalla storia singolare e parecchio ingarbugliata. L’edificio esisteva già dall’XI secolo, ma acquisì una certa importanza solo nel Settecento, quando divenne protettorato del regno del Portogallo, fino a essere adibito a sede dell’Ambasciata, salvo poi essere venduto a privati. Dal 1920, si può dire che fra le sue mura si parla un’altra lingua, ospitando i soggiorni estivi per i seminaristi del Venerable English College.

Ciociaria

Spa, Salus per Aquam, la “salute attraverso l’acqua”. Un acronimo oggi ben noto in tutto il mondo, che già duemila anni fa doveva essere di casa a Fiuggi, Cassino, Ferentino e Guarcino,” quattro mete che fanno della della Ciociaria e della provincia di Frosinone una vera e propria destinazione benessere. Complice anche la sua posizione centrale nel Lazio e quindi nel cuore d’Italia, la Ciociaria è da sempre un luogo privilegiato, oltre che per le sue fonti termali, per le bellezze paesaggistiche e i borghi storici. Basti citare Anagni, la “città dei Papi”, o Alatri, nota per l’Acropoli ricca di testimonianze storico-artistiche.

LE TERME DI FIUGGI
Il complesso di Fiuggi è composto da due stabilimenti idrotermali, vero toccasana per chi soffre di calcoli renali: la Fonte di Bonifacio, la più antica e scenografica, con numerose fontane poste lungo un viale di castagni secolari, e la Fonte Anticolana, quest’ultima attrezzata con campi da tennis, ping-pong, campi da bocce e il grande teatro delle Fonti, luogo di spettacoli e rassegne culturali soprattutto nel periodo estivo. Per la pratica del golf c’è invece un prestigioso Golf Club, sorto nel 1928 e fra i più antichi d’Italia. Chi non è avvezzo al green, può comunque visitare il suo splendido parco.

LE TERME VARRONIANE A CASSINO
Non è difficile immaginare Cicerone, Marco Antonio e Marco Terenzio Varrone seduti qui, a bordo delle piscine delle Terme di Cassino, dette appunto Varroniane. Chissà se soffrivano di disfunzioni epatiche, o se le frequentavano solo per quella forma d’otium che oggi chiameremmo relax. Di certo, allora, annessa allo stabilimento non c’era tutta l’area attrezzata per massaggi e trattamenti di bellezza che oggi fanno di Cassino una moderna Spa di tutto rispetto. Se poi si vuole integrare il relax con attività sportiva e un pizzico di avventura, il consiglio è di fare un’escursione di rafting che parte proprio dalle Terme.

LE TERME DI POMPEO A FERENTINO
Il nome parla chiaro: a scoprire e sfruttare le acque sulfuree medicamentose di Ferentino furono i Romani. La tradizione vuole che fu Domitilla, nipote dell’Imperatore Vespasiano, a far costruire il primo stabilimento, che da allora non ha mai cessato l’attività. Semmai, l’ha evoluta: oggi, il percorso termale è integrato da Kneipp, idromassaggi e bagni turchi, oltre che da massaggi, fanghi e inalazioni proposti anche in versione “kids”, per i bambini.

LA FONTE FILETTE A GUARCINO
Un buon prosciutto artigianale, amaretti e biscotti alle mandorle da assaggiare e portare a casa, e un’ottima acqua da bere. Il borgo di Guarcino offre proprio tutto per stare bene, fra cui appunto una fonte di acqua minerale ben nota al grande pubblico caratterizzata da un basso residuo fisso che aiuta l’assorbimento di minerali, facilita la digestione e apporta ossigeno ai tessuti.

Alta Valle dell’Aniene

La scoperta dell’alta Valle del fiume Aniene può seguire itinerari di vario genere, in cui arte, storia, natura e religione si fondono in un paesaggio a dir poco suggestivo, dominato dagli Appennini centrali e dal corso dell’Aniene. Costeggiando l’affluente del Tevere si parte dalle pendici dei Monti Simbruini, oggi tutelati come Parco Naturale Regionale, e si arriva fino a Tivoli, dove il “Teverone”, questo il suo soprannome, genera una spettacolare cascata alta 130 metri. Subiaco è il centro più importante della valle, non a caso inserito fra i Borghi più Belli d’Italia e noto anche come “culla” del monachesimo e della stampa. Qui si trovano infatti numerosi edifici religiosi, fra cui i Monasteri di San Benedetto e di Santa Scolastica, e fu proprio nella biblioteca di quest’ultimo che nel 1465 due monaci tedeschi allievi di Gutenberg stamparono il primo volume d’Italia. Curiosità che va ad arricchire le attrattive di un borgo che ha già molto da offrire: da non perdere la millenaria Rocca Abbaziale, per la sua posizione panoramica in cima a uno sperone roccioso, per gli splendidi giardini da cui si domina tutta la valle, e per gli appartamenti nobili, ex dimora di Lucrezia Borgia.

Sul confine orientale del Lazio con l’Abruzzo si trova Camerata Nuova, sorta nel 1859 al posto di Camerata Vecchia, distrutta da un incendio. Ad attirare qui i turisti è la particolare morfologia del territorio che comprende la Valle di Fioio, il Monte Autore e il fondo della Femmina Morta, dove si sviluppano numerosi sentieri a piedi e a cavallo, che in inverno diventano piste per lo sci di fondo.

Fra i borghi della Comunità montana della Valle dell’Aniene c’è Jenne, il cui toponimo segue varie suggestioni: da quella latina che fa risalire il nome a Janua, “porta”, ad indicare la sua posizione di “guardiano” della valle, a Gehenna, “le porte dell’Inferno”, forse per il clima rigido dei mesi invernali.

Le escursioni naturalistiche sono motivo di visita anche a Trevi nel Lazio, posto sul crinale tra i Monti Simbruini e i Monti Ernici, il cui centro medievale offre molti tesori artistici e architettonici, primi fra tutti la duecentesca Collegiata di Santa Maria Assunta e il meraviglioso Castello Caetani, sede del Museo Civico Archeologico, che nei suoi dieci secoli di vita ha ospitato pure Papa Bonifacio VIII.

Altro promontorio roccioso e altro borgo, Filettino, che con i suoi 1075 metri è il centro abitato più alto della regione. Il nome spiega la sua originale conformazione, con le case una in fila all’altra, per via del crinale su cui furono erette a partire dal VI secolo, dalle popolazioni del basso Lazio in fuga per le invasioni barbariche. Vicino all’abitato si trovano le sorgenti dell’Aniene, immerse in un contesto paesaggistico di rara bellezza e integrità: boschi di abeti, betulle, faggi e querce oltre al laghetto “del Pertuso”, con scorsi che spaziano dal Gran Sasso d’Italia fino al Mar Tirreno.

Il Lazio e i luoghi della cultura monastica

Come una volta, a passo lento, meditando e contemplando una natura ancora incontaminata e luoghi fulcro di spiritualità. Oggi come ieri, chi sceglie come meta un eremo o un’abbazia, ha in mente un tipo di viaggio ben preciso, dove il silenzio si veste di significati profondi, un bosco diventa un rifugio dell’anima, un edificio religioso un punto di riconciliazione con se stessi. E oggi come ieri, il Lazio è quella terra di mezzo fra il resto del mondo e il cuore della Cristianità, Roma, che tanta parte ha avuto nella storia, e in quanto tale ha raccolto le molte testimonianze lasciate da Santi e fedeli di passaggio da o per la Terra Santa, da o verso il “caput mundi”.

Santuari, cattedrali, chiese e “città dei papi” extra moenia riassumono così secoli di accadimenti, ma anche di arte, architettura e di vite vissute letteralmente in nome di Dio. Viterbo, Anagni, Rieti, Civita Castellana, Subiaco, Casamari, Trisulti, Fossanova… Infinita la lista dei luoghi dove ogni passo ricalca le tracce lasciate da monaci, frati e pellegrini, da rileggere con la consapevolezza di duemila anni di storia in più e il piacere di poter apprezzare una bellezza senza tempo.

Il Lazio e i luoghi della cultura monastica

Il Lazio sta alla Terra Santa come Roma a Gerusalemme. In questa semplice equazione si coglie il motivo per cui non c’è zona di questa Regione che non sia disseminata di luoghi consacrati alla spiritualità, ma soprattutto in cui non transiti un itinerario di fede. I Cammini sono in tutto quattro, e sono i quattro più importanti d’Europa.

Tenendo come punto di arrivo e ripartenza la Capitale, il più classico degli itinerari di fede si divide in due tronconi: Via Francigena del Nord, partendo dal confine della Toscana, e Via Francigena del Sud, scendendo verso Minturno e Cassino, al confine con la Campania e il Molise, per proseguire poi fino in Puglia. Questa antica Via, che nella sua completezza tocca anche Regno Unito, Francia e Svizzera, attraversa tutta la provincia di Viterbo, da Proceno a Monterosi passando per Acquapendente, San Lorenzo Nuovo, Bolsena, Montefiascone, Viterbo, Vetralla, Capranica e Sutri. C’è anche una possibile variante, la Cimina, che ha l’unicità di correre intorno al cratere vulcanico oggi occupato dal Lago di Vico.

Gli altri due Cammini laziali ripercorrono le tracce in vita di San Francesco e San Benedetto, transitando il primo nella “Valle Santa” reatina, e la seconda nella parte interna del Lazio, fra Leonessa e Montecassino, verso l’Umbria.

Vie nate sulla scia della fede, ma che nei secoli sono diventate anche di conquista e di commercio, percorsi di arte e di storia, raccogliendo input culturali dall’Occidente e dall’Oriente. Vie che oggi sono tornate a rivestire un ruolo di “culla” della Cristianità, e allo stesso tempo di strumento prezioso per una conoscenza capillare delle micro realtà territoriali.

Il Lazio e i luoghi della cultura monastica

Si chiamano Marroni Antrodocani e sono l’orgoglio di Antrodoco, paese in provincia di Rieti, e dei vicini Borgovelino, Castel S. Angelo e Micigliano. A importare la pianta nel Lazio, che qui attecchì dando origine a un importante indotto su tutto il territorio, fu la ricca famiglia dei feudatari Bandini di Toscana a cavallo fra il ‘500 e il ‘600.
La sua particolarità è di avere un frutto più grande e zuccherino rispetto alla castagna, più chiaro e striato e con una buccia interna molto sottile e facile da togliere. L’alto contenuto di idrati di carbonio ne fa inoltre un alimento prezioso, dal buon apporto energetico, oltre ad avere una concentrazione di vitamina “C” pari a quella di agrumi quali arancia e limone. Qualità uniche che hanno portato a due “marchi, nel 2017 la De.C.O., Denominazione Comunale d’Origine, e prima ancora lGP, l’Indicazione Geografica Protetta.
A portare avanti la tradizione del Marrone sono ancora oggi i castanicoltori di questi quattro borghi, che dal 1974 sono riuniti nella Cooperativa “Velinia” con sede a Borgovelino, mentre è ad Antrodoco che durante la Festa d’Autunno si possono gustare e acquistare insieme ad altre prelibatezze quali nocciole, noci e miele.

Alta Valle dell’Aniene

Subiaco, Comune della città metropolitana di Roma Capitale. Una definizione che non rende giustizia alla realtà di questa bella località appena fuori l’Urbe, dominata da un’imponente Rocca Abbaziale, circondata dal verde del Parco naturale regionale Monti Simbruini e con due monumenti religiosi di tutto rispetto e cuore della cosiddetta “Valle Santa”, che ogni anno attirano decine di migliaia i visitatori.

Il Monastero di San Benedetto, con i suoi mille e più anni di storia e il “Sacro Speco”, dove il giovane Benedetto da Norcia era solito ritirarsi in preghiera, è uno dei luoghi spirituali più importanti per la Chiesa, ma a impressionare è anche la sua struttura, incastonato com’è nella viva roccia in un’ansa del Monte Taleo, sospeso su nove grandi arcate. Internamente presenta poi un intricato labirinto di ambienti, chiesette e cappelle impreziosite da un ricco ciclo di affreschi che vanno dal periodo bizantino (VIII secolo d.C.) a quello che è passato alla storia come il più antico e il più fedele ritratto di San Francesco, datato al 1223.

Poco distante da qui si trova il Monastero di Santa Scolastica, talmente grande e articolato che per ammirarlo in tutta la sua completezza bisognerebbe sorvolarlo. Come il precedente è uno dei dodici monasteri fondati da San Benedetto, ma risalendo all’anno 520, è il più antico d’Italia e del mondo dello stesso ordine religioso. Sull’ingresso, la scritta “Ora et Labora” richiama subito la Regola del Santo da Norcia, introducendo a uno dei numerosi chiostri. C’è quello Rinascimentale, quello Gotico, poi il Cosmatesco, in una sequenza cronologica che passa dal XVI al XIV e infine al XIII secolo. La chiesa attuale è datata al Settecento, ma è solo l’ultima di ben cinque susseguitesi nel tempo. Ad aver reso speciale e unico questo posto è anche un altro episodio: fu qui che nel 1465, due chierici tedeschi allievi di un certo Johannes Gutenberg – che dieci anni prima in Baviera aveva stampato il primo volume al mondo, una Bibbia – impiantarono la prima tipografia italiana, arricchendo la Biblioteca posta accanto al Chiostro Gotico di incunaboli e volumi di straordinario valore. Visitarla oggi è come fare un tuffo nella storia, in stile “Il nome della rosa”.

Alta Valle dell’Aniene

L’Alta Valle dell’Aniene è la gita “fuori porta”, a meno di un’ora dal “GRA” (Grande Raccordo Anulare) di Roma, che davvero non ti aspetteresti mai di fare. Prima la “vestizione” con giubbotti salvagente e casco, poi si sale a bordo di gommoni guidati da istruttori esperti, e via… l’avventura inizia. Il rafting è una di quelle discipline che regala una sensazione di libertà massima, di contatto con la natura estremo, soprattutto se il tutto avviene nella cornice del Parco dei Monti Simbruini, là dove la campagna laziale si fa inaspettatamente selvaggia.

Ciociaria

Deltaplano, parapendio, volo libero sono le discipline per chi la bella campagna della Ciociaria la vuole ammirare dall’alto. Trekking, equitazione, arrampicata, speleologia, MTB, rafting e canyoning per chi ama interpretare il territorio in base al suo sport preferito. Non c’è che l’imbarazzo della scelta per vivere questa zona del Lazio in modalità “active”, sfruttando centinaia di sentieri e strutture, dedicate sia ad escursionisti alle prime armi sia a quelli più esperti.

Nel novero delle aree verdi tutelate, anche porzioni del Parco Regionale Monti Simbruini e del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, cui si aggiungono il Parco Regionale Monti Aurunci, la Riserva Regionale Lago di Canterno, la Riserva Regionale Antiche Città di Fregellae e Fabrateria Nova, Lago di San Giovanni Incarico e la Riserva Regionale di Posta Fibreno. Nel mezzo, luoghi di rara suggestione come le grotte di Pastena, Collepardo e Falvaterra, e le pareti delle Gole del Melfa, del Monte Cairo, del Vallone Lacerno e del Centro ResMira.

Un modo più soft e “Scottish” di approcciare alla natura ciociara tanto generosa è il golf, che qui può contare sui Club di Frosinone, Fiuggi e San Donato Val Comino, mentre la pesca sportiva trova spazi adeguati e di incantevole bellezza nei laghi della Selva di Cardito, S. Giovanni Incarico e Posta Fibreno. In inverno, a prendere la scena è invece lo sci, che ha libero sfogo sulle piste delle località di Campocatino, Campostaffi e Prati di Mezzo.

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