Il Porto di Otranto

La Baia dei Turchi è una delle spiagge più belle di Otranto, e già nel suo nome ricorda un passato tormentato da invasori. In quanto borgo più a est d’Italia, era definito “Porta d’Oriente”, e come tale ha sempre subito influssi culturali di ogni genere. Il centro storico deve il suo perfetto stato di conservazione alle mura e al possente Castello Aragonese, che sono valsi nel 2010 l’inserimento nel listing del Patrimonio dell’Umanità.

Da città di mare qual è, Otranto deve molto al suo porto, ancora oggi affollato di pescherecci e paranze che al mattino fanno rientro con un prezioso carico di pesce che va a rifornire di materia prima i molti ristoranti del centro e della costa. Il porto si presenta come un piccolo golfo, diviso dal molo di San Nicola a tre bracci banchinati e da numerosi pontili, attrezzati di tutto punto con quanto necessita per riprendere poi il mare in sicurezza e con la cambusa rifornita.

Una volta sbarcati, meritano una visita la Cattedrale di Santa Maria Annunziata celebre per il suo mosaico pavimentale con l’albero della vita, la Chiesa della Madonna dell’Altomare, il complesso rupestre di Torre Pinta e Punta Palascia, estrema propaggine della penisola italiana verso est.

 

Castello di Otranto

Un tempo, al posto del ponte ad arco in pietra e legno che oggi attraversa il profondo fossato del Castello di Otranto c’era un ponte levatoio. Da autentica fortezza di fine ‘400 qual è, da allora il maniero difende la città in provincia di Lecce. Varcata la soglia, si transita poi in un corridoio stretto che immette direttamente nell’atrio del piano terra e da qui alle sale principali, fra cui una triangolare creata a metà ‘500, in seguito all’aggiunta esterna del bastione tra le Rondelle.
Bella anche la Cappella, parzialmente affrescata, e l’intrigo di cunicoli, gallerie e piccoli ambienti che definisce il sistema dei sotterranei rimasti così sin dalla loro costruzione, risalente al primo impianto di fine ‘400. La visita conduce poi all’interno delle tre Rondelle poste agli angoli, coperte da cupole emisferiche in pietra carparo. Qui, come pure lungo i camminamenti di ronda e in alcuni ambienti, si scorgono numerose feritoie per la disposizione di cannoniere, oltre a stemmi araldici di sovrani e nobili che raccontano la storia del Castello, rimandando a battaglie e personaggi di secoli fa. Uno su tutti, lo stemma posto sul portone d’ingresso, appartenente all’Imperatore Carlo V.

Il fascino di questa fortezza ha sempre suscitato grande interesse, anche nei secoli addietro, come dimostra il fatto che il primo romanzo gotico mai scritto sia proprio ispirato e ambientato proprio qui. Per chi volesse leggerlo, si tratta de Il castello di Otranto, di Horace Walpole, datato al 1764.

Otranto

Punta Palascìa è il luogo geografico più a est della penisola italiana. Per chi ama segnare sulla mappa certe tappe che sanno di “conquista”, basterebbe anche solo questo motivo per spingersi fino a Lecce e visitare Otranto e la costa salentina. Il centro storico della cittadina che in passato ha dato il nome al tratto di mare che separa l’Italia dall’Albania – il Canale d’Otranto – e all’antica circoscrizione del Regno di Napoli – la Terra d’Otranto – ha aggiunto nel 2010 un altro “titolo” di merito, l’inserimento nel listing ufficiale dei Patrimoni Culturali dell’UNESCO quale Sito Messaggero di Pace e in quello dei “Borghi più belli d’Italia”, mentre all’ottobre 2006 risale la creazione del Parco Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase, nato per salvaguardare e promuovere le numerose bellezze naturalistiche, storiche e architettoniche della zona.

Fra queste, ci sono senz’altro i numerosi resti lasciati dalle popolazioni antiche che hanno dominato il territorio, a partire dai Messapi, passando per i Greci e i Romani. Sotto quest’ultimi, Otranto divenne una delle città marinare più fiorenti della Puglia, grazie soprattutto alla lavorazione e commercializzazione di porpora e tessuti, e alla presenza di una consistente comunità ebraica, calcolata in circa 500 famiglie, tanto da generare un detto rimasto negli annali, “da Bari uscirà la legge, la parola del Signore da Otranto”. La sua importanza economica dell’epoca è testimoniata anche dal fatto che nel 162 d.C. la città chiese a Roma e ottenne di battere moneta con una zecca propria rimasta attiva fino al II d.C. Diventata “ponte” culturale e commerciale fra Oriente e Occidente, Otranto fece per secoli da “culla” al passaggio di Bizantini, Goti, Normanni, Svevi, Angioini e Aragonesi. Fra gli episodi storici più significativi va ricordato quando nel 1095 la sua Cattedrale fu scenario della benedizione di dodicimila crociati in partenza verso la Terra Santa, guidati dal principe Boemondo I d’Altavilla. Al 1480 risale invece l’attacco dei Turchi di Maometto II, con un assedio durato 15 giorni terminato con la strage della popolazione e la decapitazione di 800 uomini detti Santi Martiri idruntini. A questo episodio è legata anche la distruzione del Monastero di San Nicola di Casole, sede della più vasta biblioteca d’Occidente – i cui Codici sono oggi conservati in prestigiose biblioteche di tutta Italia e non solo, da Venezia e Firenze a Parigi, Londra, Berlino e Mosca, nonché di quello che si potrebbe definire il primo “college” della storia, con studenti provenienti da tutta Europa. Uno di questi fu il monaco Pantaleone, autore del monumentale mosaico pavimentale della Cattedrale, il più grande del Vecchio Continente.

Dopo il colpo inflitto dai Turchi, furono rafforzate le opere difensive del centro abitato, che però non poterono respingere le incursioni dei Saraceni della prima metà del Seicento. Alterne vicende determinarono poi la risalita e la ricaduta di Otranto varie volte, fino al periodo napoleonico, quando le fu concesso il titolo di Ducato del Regno di Napoli, cui seguì una nuova rinascita.

Santa Maria di Leuca

A Santa Maria di Leuca si trova il Santuario di Santa Maria “de Finibus Terrae”, il cui nome dice già tutto: siamo nel centro abitato considerato “ai confini della terra”, posto più a sud dell’intera provincia di Lecce, in quella che è oggi classificata come frazione di Castrignano del Capo. Dopo 83 anni di lotte fra questo comune e il vicino Gagliano del Capo, si è finalmente definito a chi spettava la competenza amministrativa della frazione, piccola ma assai ambita, nota anche ai naviganti per il suo faro, alto 48,60 metri e posto a 102 metri sul livello del mare e perciò considerato fra i più importanti d’Italia. Chi è pratico di nautica sa che questo tratto di costa è tragicamente noto anche per un episodio storico: poco fuori Punta Ristola, il “tacco” del Bel Paese, a 85 metri di profondità, si trova infatti il relitto del sommergibile Pietro Micca, affondato durante la Seconda Guerra Mondiale col suo equipaggio di 58 marinai.

Fra Punta Ristola e Punta Méliso, là dove si trova la Marina di Leuca, si collocherebbe per convenzione il punto di separazione fra la costa adriatica e la costa ionica, e in effetti, in determinate condizioni, si scorge una linea di separazione cromatica longitudinale fra Adriatico e Ionio, che ha da sempre suggerito alla fantasia popolare un confine “fisico” fra i due mari. In realtà, tale fenomeno sarebbe dovuto all’incontro fra le correnti provenienti dal Golfo di Taranto e quelle dal Canale d’Otranto. Fra storia e leggenda, si narra anche che questo fu l’approdo di Enea, in fuga da Troia, e di San Pietro, arrivato dalla Palestina e diretto a Roma. In questo secondo caso, il suo transito sarebbe avvalorato dalla trasformazione del Tempio della Dea Minerva in luogo di culto cristiano, diventato poi l’attuale Basilica, meta di pellegrinaggi fino al Medioevo. Alla Basilica è legato anche il racconto di un miracolo che nel 365 salvò dalla burrasca un’imbarcazione di pescatori, che diedero inizio alla devozione verso la Madonna di Leuca. Un motivo in più di visita è dato anche dalla scalinata di 296 gradini che da qui conduce al porto sottostante, là dove si trova la cascata monumentale dell’Acquedotto Pugliese che dopo 244 km di tragitto – 3000 km contando tutte le diramazioni dalla Campania a qui – sfocia finalmente in mare.

Da zona ricca di pregiati beni architettonici e di importanti specie animali e vegetali qual è, dal 2006 tutta l’area del litorale salentino è inserita nel Parco Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase istituito dalla Regione Puglia. Fra le emergenze della zona ci sono anche le 43 ville ottocentesche costruite per la maggior parte dagli architetti Ruggieri e Rossi. Molte di esse risultano oggi abbandonate o trasformate, poiché durante la Seconda Guerra Mondiale furono private di alcuni elementi decorativi metallici, quali ringhiere e cancellate, riconvertiti in armi, mentre altre sono ancora oggi un modello di stile che ha segnato un’epoca. Vale per Villa Daniele, Villa Gioacchino Fuorte, Villa Tamborino-Cezzi, Villa Loreta Stefanachi, Villa Episcopo, Villa Colosso, Villa Maruccia già Villa Sangiovanni.

Porto Turistico di Leuca

Anche se non si è diportisti, il Porto Turistico di Leuca merita una sosta. Da qui, per esempio, ci si imbarca per le escursioni che portano alle vicine Grotte di Leuca, di Ponente e di Levante. Un buon motivo per giungere nell’estremità meridionale d’Italia, fra Punta Ristola, ultimo lembo di Puglia, e Punta Meliso, dove si trova il Faro di Leuca, i cui tre lampi di luce sono visibili da oltre 40 km. La zona ha il fascino del buen retiro d’altri tempi, grazie alle numerose ville di fine Ottocento disseminate lungo la costa, retaggio di quando la borghesia locale veniva qui in villeggiatura. Già nell’antichità, questo era un porto ben noto ai naviganti, tanto che una leggenda narra che le navi di Enea in fuga da Troia approdarono proprio qui, così come San Pietro, giunto dalla Palestina per compiere la sua opera di evangelizzazione e raggiungere infine Roma.

Dal 2000, il Porto Turistico può contare su strutture moderne e super attrezzate, oltre che su più di 1000 metri di pontili galleggianti adatti all’ormeggio di imbarcazioni fino a 40 metri di lunghezza.

Parco Naturale Regionale Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase

Fra gli obiettivi del Parco Naturale Regionale Costa Otranto – Santa Maria di Leuca – Bosco Tricase, ci sono lo sviluppo eco-sostenibile e la tutela della biodiversità di un’area che comprende ben 12 comuni del Salento (Alessano, Andrano, Castrignano del Capo, Castro, Corsano, Diso, Gagliano del Capo, Ortelle, Otranto, Santa Cesarea Terme, Tiggiano e Tricase). Un percorso che, correndo lungo la litoranea per 57 km, conduce da Santa Maria di Leuca, limite meridionale della penisola, al punto più orientale d’Italia, il faro di Punta Palascìa a Otranto, con un’estensione totale che raggiunge i 3227 ettari e fa tappa anche in siti di interesse culturale e architettonico oltre che naturalistico.

Camminando su sentieri a strapiombo su un mare cristallino, dove i fenomeni carsici ed erosivi hanno aperto un gran numero di grotte e anfratti più o meno sommersi ed esplorabili, si incontrano le antiche “vie del sale” e ci si imbatte in specie botaniche endemiche di rara bellezza, quali il Garofanino Salentino, il Fiordaliso di Leuca, il Fiordaliso Nobile e il Veccia di Giacomini. Quanto alla fauna, con un po’ di attenzione si avvistano gheppi, poiane e falchi pellegrini. Molte anche le emergenze antropiche da notare: nella grotta Zinzulusa e nella grotta dei Cervi sono state rinvenute tracce di resti paleolitici e neolitici, mentre lungo i sentieri si può scorrere tutto il multiforme “campionario” di architetture rurali pugliesi, dalle semplici pajare, realizzate con la tecnica del muretto a secco, alle masserie fortificate di impronta medievale o barocca, a un’infinità di torri di guarda rimaste a memoria del passaggio di invasori di ogni provenienza.

Marine di Puglia

Degli oltre ottomila chilometri di coste dell’Italia, la Puglia ne comprende ben 800. Un 10% di grande ricchezza e varietà di litorali, che vanno dalla Marina di Chieuti, lambita da una parte dal Molise e dall’altra dal Lago di Lesina, avamposto sul mare del Tavoliere delle Puglie, nel foggiano, fino alla Marina di Ginosa, affacciata sul Golfo di Taranto e confinante con la Basilicata.

Protesa verso il centro del Mediterraneo, la Puglia è la Regione geograficamente più a Oriente e quindi storicamente vocata a diventare un facile approdo, ieri come terra di conquista di popolazioni in cerca di nuove colonie e porti commerciali, oggi come destinazione turistica. Ad attirare su questi lidi diportisti di ogni genere, oltre alle bellezze naturalistiche costiere e a un sistema di Marine ben attrezzate per la nautica, sono anche i numerosi borghi e i centri storici di città affollati di vestigia antiche, capaci di raccontare il sovrapporsi delle culture più diverse. Da quei primi Apuli provenienti dalla penisola illirica, vale a dire le attuali Croazia e Albania, passando per le tribù di Iapigi, Dauni, Peucezi e Messapi, poi le profonde influenze greca e romana che per secoli ne hanno plasmato volto e tradizioni, fino ad arrivare alla sequenza di dominazioni di Bizantini, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Asburgo e infine, dopo un breve periodo sotto la corona francese, nel 1816 ai Borboni, con la creazione del Regno delle Due Sicilie.

In questo crogiuolo di influssi ancora presenti ciascuno a suo modo vanno a inserirsi le molte regate di altura e le manifestazioni legate al mare e ai porti che animano il calendario degli eventi in Puglia. Occasioni preziose per scoprire arte, natura e tradizioni, lungo il periplo del “tacco d’Italia”.

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