Trasimeno

“I sentieri del Perugino nelle terre del Marchese”. Si intitola così il trekking ispirato alle figure del “Divin Pittore” e del Marchese della Corgna, significative nella storia della zona del Trasimeno in età rinascimentale. In tutto, l’itinerario copre circa 100 km, diviso in cinque tappe da 20 km circa l’una, fra paesaggi fonte di ispirazione per la mano di Pietro Vannucci e terre da conquistare per il condottiero Ascanio della Corgna. La prima tappa è di 19 Km, per 910 di dislivello, con una difficoltà media. Si parte dalla città natale del Perugino, Città della Pieve, per arrivare a Paciano, Panicale e Piegaro, borghi medievali ricchi di storia, cultura ed enogastronomia, belvedere sul Lago e le colline circostanti.
La seconda tappa – 21 km per 880 metri di dislivello – va da Panicale a Fontignano, luogo di sepoltura del Divin Pittore, al confine tra Umbria e Toscana.
La terza segna il tratto da Fontignano al piccolo borgo di Castiglion Fosco, toccando l’Abbazia dei Sette Frati e continuando per un percorso a saliscendi per 21 km e 629 metri di dislivello.
La quarta, conduce fino a Piegaro, passando per Montarale, che con i suoi 853 metri è il punto sommitale dell’intero cammino, terrazza panoramica sul Lago e fino ad Assisi. Anche in questo caso, i chilometri sono 21 e 1.100 i metri di dislivello, per un grado di difficoltà impegnativo. La quinta e ultima tappa, sempre di 21 km ma con 615 metri di dislivello, fa ritorno a Città della Pieve. Nel mezzo, Montegabbione e Monteleone di Orvieto, con splendidi panorami sulla Valdichiana.

Trasimeno

Nelle campagne attorno Perugia capita sempre più spesso di vedere windsurf o kite, così come sci nautici o canoe, laser o barche di dimensioni più impegnative essere trasportati su tetti delle auto o rimorchi. La direzione è una, il Lago Trasimeno. Un fenomeno che si sta sempre più affermando, stimolato dall’ampia superficie del lago e alla bassa profondità, che consentono di praticare sport acquatici in tutta sicurezza, a qualsiasi età e livello, dal principiante all’habitué dei circoli velici. A Castiglione del Lago, Passignano o Tuoro sul Trasimeno se ne trovano parecchi, con istruttori qualificati per chi volesse approcciare una di queste discipline, oppure noleggiare imbarcazioni a vela o motore, con o senza skipper: un modo alternativo per visitare i vari borghi storici che si affacciano sul Trasimeno.

Trasimeno

Lettino e ombrellone, pedalò, canoa o laser, o perché no, una barca a vela da noleggiare. In Umbria accade anche questo, perché in Umbria c’è un mare che non ti aspetti. Il Lago Trasimeno, dove fra ulivi e vigneti che arrivano a lambire la riva, si fa vita da spiaggia, con la sicurezza di un bagno in acque costantemente monitorate, anche perché tutta l’area è sottoposta al vincolo dell’Oasi naturalistica La Valle e del Parco del Trasimeno. Di lidi attrezzati, talvolta affiancati da circoli nautici, ce ne sono ovunque, e facendo il periplo di questo bacino formatosi all’interno di una depressione di origine tettonica – non vulcanica, come credono in molti – se ne incontrano 3 a Castiglione del Lago, 2 a Tuoro al Trasimeno, 3 a Magione e una a Passignano sul Trasimeno, per un totale di 9 stabilimenti balneari. Non resta che provare il piacere di un tuffo rinfrescante, con lo sguardo rivolte alle verdi colline dell’Umbria.

Trasimeno

Se non avete mai visto uno svasso maggiore o un tarabusino, allora l’Oasi naturalistica la Valle, a San Savino di Magione, nel Parco del Trasimeno, è il luogo che fa per voi. Insieme a queste due specie, potrete avvistare folaghe e germani reali, alzavole, moriglioni, fischioni, marzaiole e canapiglie, aironi rossi e cinerini, gazzette e cannereccione. Per farlo, ci sono una passerella con un osservatorio per il birdwatching e la possibilità di avere binocoli e cannocchiali adatti allo scopo. L’Oasi è anche un centro di educazione e di esperienza ambientale, perfetto per un’escursione con i bambini, che possono iniziare ad approcciare la scienza quasi come fosse un gioco, nelle aule didattiche attrezzate e nel laboratorio con stereomicroscopi.

Trasimeno

Pietro di Cristoforo Vannucci, 1446 Città della Pieve, 1523 Fontignano, noto come Pietro Perugino, o semplicemente Il Perugino o Il Divin Pittore. Un’esistenza trascorsa a dare forma e volto a santi e madonne rimaste nella storia dell’arte, ma soprattutto vissuta attorno al Lago Trasimeno. Un Comprensorio, quello del Trasimeno, denso di mete per appassionati d’arte, a partire dal borgo d’origine del Divin Pittore. A Città della Pieve, il suo illustre cittadino ha lasciato in eredità l’Adorazione dei Magi e Il Battesimo di Cristo, realizzati nel 1510, e la Madonna In Gloria tra i Santi protettori Gervasio e Protasio, conservati nella bellissima Cattedrale dei SS. Gervasio e Protasio. Nella Chiesa di Santa Maria dei Servi, appena fuori le mura, nel Museo Civico Diocesano si ammira un altro importante quadro del Perugino: la Deposizione della Croce, del 1517, considerata dai critici l’opera più importante della sua vecchiaia. In omaggio alla memoria del Maestro, fra Piazza del Duomo e Via Vittorio Veneto, c’è oggi una lapide che segna il punto esatto dove un tempo sorgeva la sua casa natale.

In pochi minuti da qui si arriva a Panicale, fra i “Borghi più Belli d’Italia” grazie all’indubbio stato di conservazione del suo Centro Storico medievale, che si sviluppa su tre livelli diversi e attorno ad altrettante piazze, fino ad arrivare a quella più in alto al cospetto del Palazzo del Podestà. Fra i tesori che merita attenzione c’è l’opera del Perugino intitolata Martirio di San Sebastiano, un’intera parete affrescata dall’artista nel 1505 all’interno della Chiesa di San Sebastiano.
Nell’ex chiesa di Sant’Agostino, ha invece sede il Museo del Tulle, dedicato ad Anita Belleschi Grifoni, la panicalese che ripropose agli inizi del Novecento un particolare tipo di ricamo su tulle denominato “Ars Panicalensis”. Un modo per tramandare arti antiche, come accade nel vicino borgo di Piegaro: meta, il Museo del Vetro, in un’ex fabbrica di vetri ora ripensata in chiave didattica.

Perugino

La Ciclovia del Tevere è uno dei numerosi percorsi cicloturistici dell’Umbria, territorio che, per la sua natura orografica in cui si alternano pendii collinari e pianure, è un perfetto “campo di gioco” per gli appassionati di ogni forma di mezzo a due ruote, dalla bici da corsa alla mtb e fat bike. La particolarità di questo itinerario è che si sviluppa lungo le sponde del fiume Tevere, che qui modifica il paesaggio creando scorci di rara suggestione.

I circa 85 km della distanza totale che da Città di Castello conducono a Perugia sono classificabili per lo più come facili, e corrono per il 60% su sterrati ben battuti percorribili con un’ibrida o una mtb. La prima tappa copre il tragitto fra San Giustino e Umbertide, facendo sosta fra le bellezze medievali di Città di Castello e della sua frazione Trestina. Il secondo tratto arriva a Ponte San Giovanni, con un dislivello di 220 metri e una difficoltà che passa da facile a media: se la stanchezza si fa sentire, nulla di più semplice che cogliere uno dei tanti spunti che offre il contesto, come per esempio la visita all’Abbazia di San Salvatore di Montecorona, Ponte Pattoli e, infine, l’imperdibile Perugia.

Da qui prende il via il Collegamento fra la Ciclovia del Tevere e quella denominata Assisi-Spoleto: si parte dal Rifugio Enpa di Collestrada, alle porte di Perugia, e in 12,8 km appena si arriva alla “città dei Santi”.

Trasimeno

Fra le mille strade che si possono percorrere in bici o MTB nella zona del Comprensorio del Trasimeno, ci sono alcune Ciclovie “ufficiali”, di vari livelli di difficoltà, che offrono l’agio di potersi rilassare senza più il pensiero di dover creare un itinerario. Si imposta il “pilota automatico”, si segue l’apposita segnaletica e via.

In particolare, ce n’è una che ha una traccia naturale prestabilita, la Ciclovia del Trasimeno, che si snoda lungo tratto il periplo del lago e vero la fine si spinge verso il Parco Regionale omonimo, in un’alternanza di canneti e boschi, panorami lacustri e collinari, distese di ulivi e piccole isole. I chilometri sono in tutto 57, il 58% dei quali su sterrato, con un dislivello di +100 e -100 metri. Tappe intermedie, Passignano sul Trasimeno, Monte del Lago, San Feliciano, Oasi la Valle, Sant’Arcangelo, Castiglione del Lago, Tuoro sul Trasimeno, Isole Polvese e Maggiore.

La Ciclovia Perugia-Trasimeno è invece di 29,9 km per lo più asfaltati (66%), e con un dislivello di +180, -200 metri. Un percorso facile, fattibile anche con bici ibrida, che in una giornata permette di toccare Perugia, Monte Sperello, Magione e San Savio. Anche il Collegamento Ciclovia del Sole – Ciclovia del Trasimeno, non troppo arduo, per bici ibrida, è adatto davvero a tutti. Si parte da Chiusi e si arriva a Passignano sul Trasimeno, toccando Castiglione del Lago, Paciano, Panicale e percorrendo in tutto 16,9 km (61% asfaltato), con un dislivello di +30, -20 metri. In località “Muffa”, si offrono però due alternative, entrambe molto panoramiche: la prima è la ciclabile che da Borghetto sale sulle colline sopra il lago, lunga 48 km e con 1.000 metri di dislivello, terminante con una vista mozzafiato a Valico Gosparini. Gli irriducibili della MTB la ameranno per i continui cambi di fondo e i panorami. La seconda parte invece da Muffa e arriva a Sant’Arcangelo sul Trasimeno, 12 km appena, con+150, -150 metri di dislivello, facile e per il 47% su asfalto da percorrere in ibrida o MTB.
Sempre da Muffa, ci si può dirigere anche verso Borghetto, in 34 km e con un dislivello di +100, -200 metri, per un percorso medio-facile, per il 94% asfaltato.

Perugino

Iniziamo la carrellata delle bontà enogastronomiche Made in Umbria dal dolce, o meglio, dal cioccolato, il prodotto principe della tradizione perugina. Nel capoluogo umbro si trovano la Scuola del Cioccolato e la Casa del Cioccolato Perugina, punto di riferimento per aspiranti maître chocolatier ma anche di semplici appassionati di cacao e dintorni, che vogliono apprendere tutto sull’arte del temperaggio manuale e la creazione di dolci dove tecnica e fantasia diventano un tutt’uno. “Cioco Cake-Design”, “Crea e Decora il tuo cioccolatino” “Fai goal”, “La dama di cioccolato” sono solo alcuni dei corsi proposti, pensati per adulti e bambini e realizzati nelle cucine già set del film “Lezioni di Cioccolato” di Claudio Cupellini. Qui accanto si visita poi La Casa del Cioccolato Perugina, con la Fabbrica e il Museo Storico della Cioccolata, al cui interno ha sede l’Archivio Storico Buitoni Perugina, importante testimonianza di un secolo di storia imprenditoriale italiana tutelato dalla Soprintendenza dei Beni Culturali.

Risalendo la “catena alimentare”, non si può non parlare di due protagonisti della tavola umbra, vino e olio, colture favorite da caratteristiche geomorfologiche e clima, che diventano spunto di conoscenza del territorio. Ecco dunque le Strade del Vino e dell’Olio, cinque in tutto: la Strada dei Vini Colli del Trasimeno, del Sagrantino, dell’Olio DOP, dei Vini Etrusco Romana e dei Vini del Cantico, itinerari lungo i quali cantine, frantoi, ristoranti, trattorie e strutture ricettive, dall’agriturismo più rustico al resort con Spa, accolgono chi vuole degustare, scoprire, conoscere. Là dove castelli, pievi, abbazie e monumenti attirano appassionati del bello, feste e sagre profumano le vie di borghi e città, con aromi che sanno di antico, da condire con olio di grande carattere e da abbinare a vini di qualità. Come per esempio la DOCG, il Torgiano Rosso Riserva, e le 5 DOC – Assisi, Colli Perugini, Colli Martani, Torgiano, Todi – della Strada dei Vini del Cantico.

Infine, il più classico dei menu tradizionali locali non può non prevedere gli strangozzi, fettuccine fatte in casa con acqua e farina, o la torta al testo, focaccia schiacciata cotta in un piatto di ghisa dalla forma rotonda e piatta. I palombacci alla perugina sono invece un piatto di carne di piccione salata e pepata, avvolta in fette di prosciutto croccanti. Fra i lievitati, da provare la torta di Pasqua al formaggio, la ciaramicola, un ciambellone meringato e ricoperto di confettini tipico del periodo pasquale, mentre le pinoccate e il torciglione, così come il torcolo di San Costanzo, con uva passa, cedro candito, pinoli e semi di anice, hanno tutte le sfumature del Natale.

Perugino

Nel centro storico di Perugia, per “sfogliare” le pagine del suo passato lungo più di tremila anni ci sono oggi una serie di percorsi di trekking urbano identificati come Perugia Sotterranea. I primi a insediarsi sull’Acropoli – che qui ha la particolarità di sorgere su una serie di alture asimmetriche – furono gli Umbri, cui seguirono gli Etruschi, che ne fecero una delle lucumonie più importanti e belle.

Uno degli itinerari più interessanti è sicuramente quello che parte dal Museo del Capitolo di San Lorenzo, accanto all’omonima Cattedrale, che consente di ripercorrere a ritroso l’evolversi dell’Acropoli dagli Etruschi in poi. Una scalinata laterale al chiostro della Canonica conduce alla Sala del Conclave, chiamata così in ricordo della sua antica funzione: questo fu infatti il luogo dove furono eletti ben quattro Papi, Onorio III, Onorio IV, Celestino V e Clemente V. Da qui, si prosegue verso i resti delle mura etrusche visibili in più punti, anche sul Colle Landone e sul Colle del Sole, fino a raggiungere un’antica strada, affascinante con i suoi solchi incisi da ruote di carri transitati secoli e secoli fa.

Il resto della città ci riporta invece all’epoca medievale, periodo già florido culturalmente, come testimonia l’Università degli Studi, fondata nel 1308 e quindi fra le più antiche d’Italia e del mondo. Anche l’arte fu sempre un fiore all’occhiello di Perugia, dando i natali a numerosi protagonisti del passato: fra questi spiccano Pietro di Cristoforo Vannucci detto il Perugino, e Bernardino di Betto Betti, meglio noto come il Pinturicchio. Durante il Rinascimento, la città fu anche “centro” di formazione per numerosi altri personaggi destinati a lasciare il segno, come Raffaello Sanzio, Piero della Francesca e Luca Signorelli. Non è quindi un caso se nel 1570 nasceva l’Accademia di belle arti Pietro Vannucci, la seconda più antica d’Italia.
Si deve invece andare in visita al Nobile Collegio del Cambio e alla Galleria Nazionale dell’Umbria per ammirare molti dei capolavori del Maestro Perugino, excursus su tela che ripercorre tutte le fasi della sua carriera pittorica.

Assisano

Dal 1995, il Parco del Monte Subasio è un’area protetta, per il patrimonio naturalistico, ma anche per i molti siti storici e i luoghi sacri legati alla figura di San Francesco, che in questa zona trascorse anni in preghiera. Il Parco è ideale per escursioni di ogni genere, e la moto è di sicuro un modo comodo per apprezzare la bellezza di scorci che si aprono a Ovest su Assisi e Spello, a Est su Nocera Umbra e Valtopina, a Nord su Gualdo Tadino e a Sud su Foligno.

Dunque, si parte da Spello, che oltre al suo magnifico centro medievale, nella Chiesa di Santa Maria di Mausoleo nasconde un monumento funebre di epoca romana. Accade qui e anche lungo la Statale 147, in località Capital Loreto: nel cortile di un’abitazione privata, in Via delle Regioni, poco prima della chiesina di Sant’Antonio, si scorgono i resti di un’altra tomba romana. Lì era e lì è rimasta, nel giardino di chi ora può letteralmente toccare la storia ogni giorno. Virtù di una terra antica!

Da San Vitale si inizia a salire verso il Monte Subasio, e a 791 metri di quota sui 1.290 totali ci si ferma per immergersi nella quiete totale del bosco di lecci che circonda l’Eremo delle Carceri, là dove il “poverello” si ritirava con i suoi monaci, dormendo su una pietra oggi venerata. Nel bosco si sviluppano una serie di percorsi a piedi, con soste nei punti più panoramici o significativi della vita del Santo. Si torna poi verso Assisi, cui si accede tramite la Porta Cappuccini. Qui, si apre il Centro Storico pedonale a più alta concentrazione di chiese e santuari d’Italia, forse del mondo.

Se la Strada provinciale 251 scende verso il centro di Assisi, la Statale 444 riporta verso il Parco del Monte Subasio, in direzione Valtopina, punteggiata di fortilizi di varie epoche:
il Castello del Poggio, di Gallano, Santa Cristina, Pasano,… Fra manieri aperti al pubblico e castelli privati, c’è da fare a gara al più antico, più bello, meglio conservato.

Da Valtopina si rientra nel Parco del Monte Subasio, prendendo la strada provinciale 249 verso San Giovanni ed Armenzano. I tornanti si fanno più fitti, per la gioia dei centauri e dei fotografi paesaggisti, che potranno immortalare paesaggi di rara bellezza

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