L’Umbria e l’olivo. Una storia che dura da millenni e che trova nel Comprensorio Spoletino, in provincia di Perugia, la sua area di massima concentrazione. Ha addirittura un nome: si chiama Fascia Olivata ed è un territorio prezioso, sia per la quantità e la qualità dell’olio prodotto, sia per aver ottenuto tre importanti riconoscimenti: è stata dichiarata dall’Unesco Paesaggio culturale evolutivo-vivente, è parte dei Sistemi del Patrimonio agricolo di rilevanza mondiale della Fao, ed è il primo territorio italiano ad essere inserito nel programma GIAHS (Globally Important Agricultural Heritage Systems.
Al centro del Comprensorio e della Fascia Olivata sorge Spoleto, la città che dal 1956 ospita il celebre Festival dei Due Mondi. Già da lontano si coglie l’atmosfera d’insieme, ferma all’epoca medievale, anche per la mole della trecentesca Rocca Albornoziana che incombe dalla cima del Colle Sant’Elia. Oggi la fortezza è sede del Museo nazionale del Ducato di Spoleto, e a collegarla alla città da quasi duemila anni c’è Il Ponte delle Torri, 230 metri di lunghezza e 82 di altezza, parte dell’altrettanto spettacolare Acquedotto di Cortaccione. Entrambi risalgono infatti al periodo romano, ed entrambi hanno suscitato nei secoli grande sorpresa – persino in Goethe che li cita nel suo Viaggio in Italia – per la qualità ingegneristica applicata a un’opera civile. Altra architettura spoletina che sorprende per le sue dimensioni è la Torre dell’Olio, che con i suoi 45,5 metri è le più alta della città. Curiosa la storia legata al nome: sarebbe chiamata così perché da qui veniva gettato olio bollente sui nemici che cercavano di entrare dalla sottostante Porta Fuga. La leggenda vuole che fra i nemici più durante colpiti da questa “tortura” ci siano stati Federico Barbarossa e Annibale. Moltissime, dunque, anche nel Centro Storico, le tracce che rimandano alla dominazione romana. Sotto il manto stradale di Piazza della Vittoria c’è per esempio il Ponte Sanguinario, formato da blocchi di travertino e in buono stato di conservazione, mentre l’Arco di Druso si trova sul sito dove un tempo transitava il tratto urbano della Via Flaminia. Dei moltissimi edifici religiosi, la Cattedrale di Santa Maria Assunta è sicuramente il più importante, nonché Monumento Nazionale: costruito nel XII secolo, il Duomo è decorato da un ciclo di affreschi di Filippo Lippi, e conserva un’opera del Pinturicchio e una scultura bronzea del Bernini. Nel Complesso monumentale di Sant’Agata, articolato in una serie di edifici, si possono scorgere anche i resti del Teatro Romano. Risalgono invece al periodo Rinascimentale o Barocco alcuni degli edifici aristocratici più belli: fra tutti, spicca il settecentesco Palazzo Collicola, dal 2000 location della Galleria d’Arte Moderna “G. Carandente”, punto di riferimento per l’arte contemporanea a livello nazionale.
Alle spalle di Spoleto si sviluppa il Bosco sacro di Monteluco, dove nel 1218, attorno alla cappellina-oratorio che spesso ospitò il “poverello di Assisi”, è stato innalzato il Santuario di San Francesco. Qui si ha la summa di ciò che significa vivere nel Comprensorio Spoletino: arte, spiritualità e natura fuse insieme. Un altro esempio è il Tempietto del Clitunno, nei pressi di Campello sul Citunno, eretto nel V secolo d.C. e riconosciuto Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco come parte del sito seriale “I Longobardi in Italia: i luoghi del potere”. Come sul Monteluco, sono i lecci la pianta “madre” di fitte foreste da esplorare lungo i percorsi tracciati. Altra meta adatta al trekking, a piedi e in MTB, è il Monte Martano, massiccio montuoso dell’Appennino umbro-marchigiano.