Chi è pratico della costa della Sardegna via mare sa che fra Castelsardo e Valledoria, nel nord dell’isola, c’è un punto dove si può ammirare la famosa roccia dell’elefante, curiosa conformazione plasmata dal vento. Viaggiando via terra, sempre in questa zona, si fa tappa anche in un altro luogo iconico, il Nuraghe Passaggiu, fra i siti più significativi dell’età nuragica di tutta la provincia di Sassari. La struttura originaria del nuraghe era a tholos, con un bastione, due torri laterali e uno spesso muro di cinta slto 27 metri che includeva il villaggio di capanne, realizzate in pietra e con tetto in paglia.
Provience: Sassari
Nuraghe Albucciu
Lungo la SP 125 che partendo da Olbia risale verso Nord in direzione di Santa Teresa Gallura ci si può concedere una breve sosta nei pressi di Arzachena. Precisamente, a 2,5 km dall’abitato, si seguono le indicazioni per il Nuraghe Albucciu, immerso in un boschetto di olivastri e macchia mediterranea. Si tratta del classico protonuraghe a corridoio, con coperture tronco-ogivali a tholos, tecnica costruttiva realizzata con blocchi di granito, addossati con cura a un’imponente roccia che fa da parete.
Un luogo isolato dal mondo ancora oggi che nell’antichità serviva per la lavorazione del latte e dei cereali, la cottura del pane e di altri cibi, così come testimoniato da diversi reperti rinvenuti sia negli ambienti interni che sulla terrazza dell’edificio. Si vedano in particolare un pugnaletto a elsa gammata, una statuetta di offerente e un ripostiglio di bronzi, utili anche per datare il Nuraghe Albucciu tra la fine del Bronzo Medio e l’Età del Ferro (1400-650 a.C. circa).
La breve passeggiata che conduce da questo corpo centrale alla Tomba dei Giganti, posta a circa 80 metri, permette di attraversare l’area un tempo occupata da un villaggio di capanne, di cui si può ancora intuire la consueta conformazione circolare.
Nuraghe Costa
Visitare una fortezza preistorica non è cosa da tutti i giorni, per di più immersa in un’oasi naturalistica fra le più belle e selvagge della Sardegna. Accade a Burgos, paese del sassarese noto sia per la Foresta Burgos, sia per la presenza del Nuraghe Costa, detto Sa Reggia per le sue dimensioni generose. Si tratta infatti di un edificio di 450 mq di superficie, con la classica pianta pentalobata, con torre centrale e mastio di 14 metri di diametro con quattro torri minori. L’elemento distintivo del Nuraghe Costa è però la cinta muraria difensiva affacciata su un dirupo e in ottimo stato di conservazione, lunga 70 metri e alta tre e con un camminamento di ronda largo oltre un metro, al di là della quale si scorgono i resti di una quarantina di capanne.
Nuraghe Loelle
I nuraghe potevano essere sostanzialmente di due tipologie: a tholos, quindi con una pseudo cupola a volta, o a corridoio. Il Nuraghe Loelle è di tipo misto, formato da una torre centrale e da un bastione trilobato. Situato fra graniti, boschi e macchia mediterranea nella zona del Monte Acuto, nel cuore della Gallura, nel sassarese, il Loelle è frutto di una serie di riadattamenti occorsi nei secoli: una rampa di scale posta all’ingresso conduce a girare in senso orario attorno alla torre, e una volta al secondo livello, si trova un altro corridoio che permette di salire al terzo livello ma, al termine dello stesso, anche di tornare al piano terra. La visita del sito termina a circa centro metri da qui, dove si trova una Tomba di Giganti, della quale sono visibili i filari del corridoio e tracce dell’esedra.
Santuario di Sos Nurattolos e Nuraghe Boddò
Punta Senalonga, in provincia di Sassari, è una meta dove si concentrano numerosi luoghi di interesse storico-archeologico. In primis, il santuario di Sos Nurattolos, il sito più importante del territorio di Alà dei Sardi: databile tra 1600 e 900 a.C., è un complesso sacro dedicato al culto delle acque che si articola in tempio a megaron circolare ben conservato, e in una grande capanna, anch’essa circolare e dotata di stanza d’ingresso e di una camera. A poca distanza, con una piacevole passeggiata nella macchia mediterranea, si trovano poi il nuraghe Boddò e il villaggio nuragico di su Pedrighinosu.
Nuraghe Izzana
Lungo la Strada Statale 74 che transita da Aggius verso Trinità d’Agultu, in provincia di Sassari, si trova il Nuraghe Izzana, databile tra la fine del Bronzo antico e il Bronzo finale, ad oggi una delle strutture nuragiche più maestose e particolari della Gallura. Grandi massi di granito dalle curiose forme antropomorfe conducono nel cuore della Valle della Luna – nota per la sua bellezza selvaggia e per le grotte scavate da vento e acqua – dove si erge la torre del nuraghe, possente e formata da blocchi di granito appena sbozzati e disposti in filari irregolari. La struttura ha vari ingressi, che portano tutti alla camera a tholos, che fanno pensare a una serie di rimaneggiamenti succedutisi nel tempo.
Nuraghe di Palmavera / Complesso Nuragico di Palmavera
Fra il Golfo di Alghero e quello di Porto Conte, in provincia di Sassari, si trova il nuraghe di Palmavera, ai piedi dell’omonimo promontorio. Rinvenuto a inizio Novecento, è stato oggetto di scavi solo a partire dagli anni Sessanta, divenendo in breve uno dei più importanti siti archeologici della Sardegna. Per quanto vasto, ciò che si può ammirare oggi del complesso nuragico è stato calcolato essere pari a un quarto dell’originaria superficie del villaggio, che doveva comporsi di oltre 200 abitazioni. Le circa cinquanta ancora visibili sono però sufficienti a farsi un’idea di come doveva essere la vita fra il XV e il X a.C. Fra le costruzioni più imponenti ci sono il Mastio Centrale, alto otto metri e con un diametro di dieci metri, sormontato da una caratteristica copertura a tholos, e la Capanna delle Riunioni, all’interno della quale si può osservare una sorta di “modellino” di nuraghe realizzato all’epoca. Quello in situ è in realtà una copia, mentre l’originale si trova presso il Museo Nazionale Archeologico ed Etnografico G. A. Sanna di Sassari, insieme a ceramiche e bronzi rinvenuti nelle prime campagne di scavo degli anni Sessanta. Stando a quanto raccontano reperti e stato di conservazione delle abitazioni, il villaggio fu con ogni probabilità abbandonato verso la fine dell’VIII secolo a.C. a causa di un devastante incendio, per poi rinascere in epoca punica e romana, vale a dire a partire dal III secolo a.C.
Cattedrale di Santa Maria Immacolata
Nel complesso, la costruzione della Cattedrale di Santa Maria Immacolata di Alghero ha richiesto più di tre secoli, dal 1530 circa al 1862, e ad oggi è uno degli edifici sacri più grandi e imponenti di tutta la Sardegna. Già queste premesse fanno capire che l’edificio è meritevole di grande attenzione. In più, la guglia piramidale del campanile, con il suo mosaico di maioliche colorate e splendenti, è uno degli elementi distintivi del centro storico di Alghero. Alto 20 metri e costruito in pietra arenaria, ha una caratteristica struttura ottagonale finestrata, che richiama subito i canoni dello stile gotico catalano del XVI secolo. Una volta varcata la soglia, oltre il bellissimo portale gigliato, appaiono tre navate separate da imponenti pilastri e colonne in trachite, e cinque piccole cappelle radiali con volta a crociera, una delle quali dedicata al Santissimo Sacramento.
Sardegna Nuragica
Secondo un’antica leggenda greca fu Dedalo, il più grande architetto del passato, a insegnare alle popolazioni sarde come costruire un nuraghe. Segno che anche i Greci si interrogarono su queste misteriose costruzioni, senza però arrivare a spiegare come edifici tanto imponenti potessero reggersi in piedi con la semplice sovrapposizione di massi. Dopo quasi 4.000 anni, l’enigma rimane, senza trovare una risposta plausibile oltre all’evidenza dei fatti: gli abitanti preistorici della Sardegna dovevano essere un popolo evoluto, in possesso di sofisticate tecnologie e conoscenze matematiche e astronomiche. Studi sulla geometria dei nuraghi ipotizzano persino che la loro struttura rispecchi l’ordine cosmico, creando una sorta di tramite con gli dei.
Al di là di ogni spiegazione scientifica o pseudo tale, rimane l’immenso fascino trasmesso da tali monumenti, e con esso da una civiltà che ha lasciato importanti tracce nella cultura regionale. Basti pensare che nella lingua e nella toponomastica sarde ci sono ancora più di mille parole di origine nuragica, che hanno la strana particolarità di avere una sola vocale ripetuta più volte: Orgosolo, Mogoro, Ittiri, Isili, Arzana, Ardana, Seneghe, Semestene e così via.
Fra i numerosi insediamenti visitabili, il più spettacolare è senz’altro quello di Su Nuraxi di Barumini, vicino Cagliari, datato a circa 3.500 anni fa, con una pianta quadrilobata con quattro torri angolari più una centrale, dal 1997 entrato nella World Heritage List dell’Unesco. Ma non c’è zona della Sardegna che non offra un sito archeologico con tracce più o meno imponenti di questo lontano passato, inserite oggi in un’iniziativa di promozione territoriale noto come Sardegna Nuragica.
Alghero
Alghero è una di quelle destinazioni cui davvero non manca nulla. Ha persino un dialetto tutto suo, riconosciuto come lingua minoritaria dalla Repubblica Italiana e dalla Regione Sardegna. Alghero è infatti una sorta di enclave della Catalogna, dove ancora oggi si possono leggere gli effetti della dominazione catalano-aragonese del XIV secolo, un evento che la trasformò architettonicamente e culturalmente. Per coglierne questa particolarità unica basta camminare lungo i Bastioni della Maddalena che dominano il porto, che prendono i nomi dei grandi esploratori del passato: Magellano, Pigafetta, Marco Polo e Cristoforo Colombo, che terminano con la Torre di San Giacomo e la Torre Sulis, offrendo scorci che si aprono fino ad abbracciare il profilo inconfondibile di Capo Caccia.
Prima però di esplorare la costa, vale la pena perdersi nei vicoli del caratteristico centro storico, visitando il Duomo di Santa Maria, le Chiese di San Francesco e di San Michele, luoghi di culto che vivono il loro momento più intenso con i riti della Settimana Santa, in cui si possono riconoscere alcune sfumature riconducibili alla cultura catalana. Molte anche le botteghe orafe che tramandano un’arte antica, quella della lavorazione del corallo rosso di Alghero, non a caso cuore della cosiddetta Riviera del Corallo. Altrettanto tipici ma di ben altra natura sono i vini della zona, pregiati e capaci di conquistarsi negli ultimi anni anche un posto di rilievo nel panorama enologico nazionale: cannonau, vermentino, torbato Doc di Alghero accompagnano i piatti di pesce locale, come gli spaghetti all’aragosta, alla catalana, ovviamente.
L’esplorazione del territorio offre spunti assai diversi: da quelli naturalistico-geologici a quelli storico-archeologici. L’insenatura di Porto Conte, l’antico Portus Ningharum, vanta la particolarità di essere l’unico vero porto naturale della Sardegna, dal 1999 cuore di uno dei principali parchi naturali regionali. Al suo interno comprende un’importante oasi faunistica e la foresta demaniale “Le Prigionette” in cui svolgere attività sportiva ed escursionistica; la Riserva Naturale di Capo Caccia – Isola Piana, detta arca di Noè per la ricchezza floro-faunistica, area naturale marina protetta dal 2002, nonché Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo per la conservazione della biodiversità; Punta Giglio e Punta delle Gessiere, note per le numerose grotte, fra cui quelle spettacolari di Nettuno e di Nereo, la più vasta grotta sommersa d’Europa. E ancora, lo stagno del Calich, dove si osservano i resti di un ponte romano.
Anche se è la roccia a dominare la costa nei dintorni di Alghero, molti sono i lidi di sabbia, ampi e ben attrezzati: il Lido di S. Giovanni che abbraccia la città, la spiaggia di Maria Pia, le Bombarde, Cala del Lazzaretto, dominata dall’omonima torre e la spiaggia Mugoni. In questo lento peregrinare alla ricerca della spiaggia preferita, non si può non fare tappa in uno dei siti archeologici della zona, risalenti al periodo prenuragico e nuragico. Vedi la necropoli Anghelu Ruju, complesso di domus de janas; il Nuraghe Palmavera circondato dal villaggio nuragico e il sito nuragico di Sant’Imbenìa, che ha il pregio di comprendere anche i resti di una sontuosa villa di epoca romana.