Finaro, Finalborgo e Finale Ligure. Con questi tre nomi ci si riferisce sempre alla località in provincia di Savona, ma se il primo era il toponimo antico derivato dal latino Finarium, il secondo è il nome del borgo medievale che fu dal 1162 al 1797 capitale del Marchesato del Finale, mentre l’ultimo è quello attuale, dell’abitato più contemporaneo. Di recente, il paese è stato inserito fra i “Borghi più belli d’Italia”, grazie a edifici e monumenti quali la Basilica collegiata di San Giovanni Battista, il Convento di Santa Caterina, l’Abbazia di Santa Maria di Finalpina, i Palazzi Cavasola e Buraggi, la Torre di Belenda e l’Arco a Margherita Teresa di Spagna.
Provience: Savona
Alta Via dei Monti Liguri
Quarantaquattro tappe per 400 km di lunghezza. L’Alta Via dei Monti Liguri (AVML), nota anche più semplicemente come Alta Via, partendo da Ventimiglia arriva fino a Ceparana, nella piana di Bolano, al confine con la Toscana. Correndo lungo la costa, attraversa tutta la Regione e una serie di Parchi naturali regionali: quello del Beigua, delle Alpi Liguri, delle Capanne di Marcarolo, dell’Aveto e dell’Antola, toccando il suo punto più alto sul Monte Saccarello, a 2201 metri s.l.m.
Diverse le lunghezze e le difficoltà delle tappe, percorribili interamente a piedi e per lunghi tratti a cavallo e in mountain bike, e talvolta anche in auto e moto.
Creata nel 1983, l’Alta Via fa parte del progetto escursionistico chiamato Sentiero Italia, itinerario lungo oltre 6000 km che, partendo da Trieste, transita lungo l’intero arco alpino, gli Appennini, la Sicilia e la Sardegna fino a Santa Teresa di Gallura utilizzando anche le Alte Vie Valdostane, la rete piemontese GTA, la rete toscana GEA e i sentieri umbri.
Alta Via dei Monti Liguri
Cinque anelli, come quelli olimpici, caratterizzano il percorso che cinge il Monte Gottero, 1639 metri di quota a dominare la Val di Vara e l’intera provincia di La Spezia. Novanta chilometri in tutto amati da chi pratica trekking e MTB per vivere un’esperienza a contatto con la natura. Una bella realtà di recente realizzazione, nata da un’operazione complessa di recupero del patrimonio boschivo, grazie alla quale sono stati ritrovati alcuni metri di binari appartenenti alla “strada dei carrelli”. Una via ferrata che nell’Ottocento veniva utilizzata per il trasporto del legname del Gottero, traportato al vicino torrente, poi sospinto a valle da un’onda creata da una diga artificiale e da lì destinato a falegnamerie di tutta la Liguria e oltre. Storie in bianco e nero che restituiscono il sapore della vita di un tempo, che riecheggiano anche nel rifugio alla Foce dei Tre Confini, panoramico crocevia fra Liguria, Toscana ed Emilia.
Alta Via dei Monti Liguri
Sono probabilmente centinaia le bandierine bianco/rossa con la scritta “AV” che individuano i 44 tracciati della AVML, disegnando una sorta di “corsia preferenziale” nel verde che corre su crinali soleggiati, scomparendo in boschi ombrosi per poi tornare alla luce e offrire alla vista orizzonti sui quali si riconoscono il Monviso, il Massiccio del Monte Rosa e il profilo della Corsica. Insieme ai Siti della Rete Natura 2000 Comunitaria, al sistema dei parchi e alla rete ecologica regionale, l’Alta Via costituisce un “corridoio di connessione” prezioso anche per gli animali, come hanno dimostrato casi di esemplari di macrofauna, in particolare lupi, giunti sulle Alpi Marittime dall’Appennino Emiliano e individuati grazie al radiocollare.
Alta Via dei Monti Liguri
Dei 400 km di lunghezza dell’Alta Via dei Monti Liguri, molti si prestano a un’escursione a cavallo, come gran parte dei rilievi montuosi della Regione. Se però non si conosce già l’area che si intende esplorare, può essere una buona idea affidarsi a guide in loco, per evitare i tratti più impervi e godersi al meglio la bellezza del contesto naturalistico e i panorami, che in moli tratti, dopo strette valli, spaziano all’improvviso fino al mare. In particolare, i Parchi dell’Antola e dell’Aveto possono essere un buon terreno per cominciare a prendere confidenza con l’Alta Via, che è bene ricordare è connessa al progetto “Sentiero Italia”, itinerario lungo oltre 6000 km che, partendo da Trieste, attraversa tutto il Paese, isole comprese.
Vale comunque la pena “dare i numeri” di alcuni tracciati della AVML ideali per l’equi-trekking: il 2 e il 3 che vanno da La Colla al Colle Scarassan, il 25 e il 26 che dal Passo della Bocchetta conducono alla Crocetta d’Orero.
Alta Via dei Monti Liguri
Sono probabilmente centinaia le bandierine bianco/rossa con la scritta “AV” che individuano i 44 tracciati della AVML, disegnando una sorta di “corsia preferenziale” nel verde che corre su crinali soleggiati, scomparendo in boschi ombrosi per poi tornare alla luce e offrire alla vista orizzonti sui quali si riconoscono il Monviso, il Massiccio del Monte Rosa e il profilo della Corsica. Insieme ai Siti della Rete Natura 2000 Comunitaria, al sistema dei parchi e alla rete ecologica regionale, l’Alta Via costituisce un “corridoio di connessione” prezioso anche per gli animali, come hanno dimostrato casi di esemplari di macrofauna, in particolare lupi, giunti sulle Alpi Marittime dall’Appennino Emiliano e individuati grazie al radiocollare.
Fra gli itinerari “AV”, ce n’è uno che porta addirittura nelle viscere della terra. Alle spalle del Tigullio, in Val Graveglia, si sale a bordo del trenino dei minatori e si penetra nel cuore della montagna e della Miniera di Gambatesa, fino al secolo scorso il più grande giacimento europeo di manganese, riaperto nel 2016 come Museo Minerario: lungo stretti cunicoli e quasi 30 km di gallerie sotterranee disposte su 7 livelli si possono seguire tutte le fasi che un tempo caratterizzavano la dura attività estrattiva, a un ritmo di non più di 60 cm in 9 giorni. Visitare questo insolito museo significa toccare con mano un pezzo di storia di questo territorio, calandosi in una realtà che riporta indietro di ere geologiche, ma a un’epoca moderna poi non così remota.
Alta Via dei Monti Liguri
Itinerario 06. È siglato con questo numero il percorso del Parco Naturale Regionale del Beigua, parte della AVML, che identifica l’Anello della Badia di Tiglieto. In circa 2 ore di percorrenza, si coprono i 6,4 km che partono dalla Badia di Tigliero e vi fanno ritorno, con un dislivello di soli 100 metri che mette tutti a proprio agio. Al termine, la sensazione che rimane addosso è quella di una “catarsi”, di una libertà fisica e mentale data dall’attraversare luoghi dove il silenzio regna sovrano, in un’alternanza di paesaggi che va dalle tranquille anse sabbiose del torrente Orba a profonde gole scavate nella roccia dall’acqua e dal tempo. Suggestioni religiose che si fondono con quelle della natura più pura.
Alta Via dei Monti Liguri
Se si esplora l’Alta Via dei Monti Liguri (AVML) in inverno e in presenza di neve, agli scarponcini da trekking si possono preferire le ciaspole, ideali per esempio per percorrere i sentieri tracciati da un’apposita segnaletica all’interno del Geoparco del Beigua, area tutelata dall’Unesco a sua volta compresa nel Parco Naturale Regionale del Beigua. Anelli con vari gradi di difficoltà, che si snodano tra paesaggi meravigliosi, in scenari naturalistici unici come la Valle Stura o le foreste di Sassello.
Sempre all’interno del Parco si può poi intraprendere il tracciato che porta sul Monte Giallo, breve e piuttosto semplice, grazie a pendii dolci e a una quota modesta, 969 metri, ma che nelle giornate terse regala un colpo d’occhio spettacolare, che apre sull’arco alpino e sul mare insieme.
Altrettanto scenografici sono i percorsi “ciaspolabili” del Monte Penna, del Monte Aiona, della Foresta delle Lame con i suggestivi laghetti ghiacciati, dei due crinali di Rezzoaglio, del Monte Ramaceto, dei laghi di Giacopiane e del Passo del Bocco, circondati dalla Foresta della Zatta.
Finale Ligure
L’Istituto Internazionale di Studi Liguri gestisce dal 1931 il Museo Archeologico del Finale, recentemente riallestito nei suggestivi ambienti del Complesso Monumentale di Santa Caterina in Finalborgo, in provincia di Savona. Oltre ai reperti archeologici rinvenuti nel savonese, il percorso espositivo è arricchito di ricostruzioni, diorami e ambientazioni scenografiche che consentono di ripercorrere il lungo passato di Finale e dintorni dalla Preistoria fino a oggi.
In un’ottica di maggiore coinvolgimento e di educazione, il museo è inoltre attrezzato con laboratori didattici di Archeologia Sperimentale che permettono a studenti di tutte le età di avvicinarsi a questo affascinante mestiere, mentre in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia della Liguria, ha messo a punto l’iniziativa “Archeotrekking Finale”, sviluppando una serie di itinerari e visite guidate a siti archeologici solitamente non accessibili.
Il Golfo dell’Isola
La descrizione sembra presa da un depliant di una destinazione caraibica: fondali di coralligeno, praterie di Posidonia oceanica, area costiera con falesie ricche di grotte e piccole insenature. Invece, siamo nell’Area Marina Protetta “Isola di Bergeggi”, in provincia di Savona, un cono di roccia calcarea che è uno scrigno di biodiversità, storia e leggenda, che tradisce la sua collocazione “nostrana” per la presenza della macchia mediterranea. Molte le attività che si possono svolgere per conoscere meglio ciò che c’è sopra e sotto la superficie del mare: snorkeling, immersione subacquea, pesca, educazione ambientale con guide esperte, oltre al noleggio di imbarcazioni di ogni genere per circumnavigare l’isola e bordeggiare fra qui e la costa del savonese.