Provience: Terni
La Scarzuola
Da una parte il sacro e l’ultraterreno, dall’altra l’immaginifico e il sogno. Due “mondi” che si incontrano a Montegiove, piccola frazione del Comune di Montegabbione, in provincia di Terni: qui, fra il 1958 e il 1978, accanto a un convento medievale dove avrebbe soggiornato San Francesco, l’architetto Tomaso Buzzi – già artefice insieme a Piero Portaluppi di Villa Necchi Campiglio a Milano – realizza La Scarzuola, modello di “città ideale” composto dall’insieme di sette diverse scene teatrali, metafore di vita anche per la loro voluta incompiutezza, allusive al mistero assoluto dell’esistenza.
Durante la visita del complesso, che si sviluppa dentro una spirale formata da vari pergolati, basta guardarsi attorno per cogliere molti riferimenti simbolici, esoterici, illuministi, anche a precedenti architettonici importanti: passando dall’anfiteatro al Teatro Agnostico, al Teatro Erboso a quello delle api e al labirinto musicale, ecco sfilare i riferimenti a Villa Adriana e Villa d’Este a Tivoli, all’Acropoli di Atene, al Parco di Bomarzo, ai ben noti stilemi di Andrea Palladio.
Il risultato è che La Scarzuola è oggi un compendio del meglio dell’architettura di tutti i tempi, ulteriormente arricchito e reso disponibile al pubblico dal proprietario succeduto al Buzzi, Marco Solari, nipote dell’architetto milanese.
Riserva Mondiale della Biosfera Unesco del Monte Peglia
I 40 mila ettari della Riserva Naturale del Monte Peglia si distribuiscono sul territorio di quattro comuni del ternano – San Venanzo, Orvieto, Parrano e Ficulle – preservati nel tempo dal forte incremento demografico registrato da altri centri dell’Umbria e dalla conseguente urbanizzazione della campagna.
Anzi, se c’è una caratteristica che salta subito all’occhio visitando la zona, dal 2018 Riserva Mondiale Biosfera Unesco, è proprio il suo essere rimasta selvaggia, racchiusa tra i bacini fluviali del Tevere e del Peglia, fra le colline del Lago Trasimeno e i rilievi maggiori dell’Appennino Umbro, quali per esempio il Monte Peglia.
La grande varietà di flora comprende leccio, cerro, quercia e acero, carpino nero, erica arborea e corbezzolo, popolata da ben 44 specie di mammiferi selvatici. Un’escursione sul Monte Peglia può poi portare ad ammirare giacimenti preistorici risalenti a più di 700.000 anni fa, e ciò che rimane di due vulcani spenti a San Venanzo, borgo sorto sul crinale di uno di essi.
Gli appassionati di geologia saranno contenti di sapere che qui è possibile osservare un ensemble di rocce rarissime che in tutto il globo sono presenti solo a Quing Ling in Cina, a Bunyaruguru, Katwe Kykorongo in Uganda e a Mata de Corda in Brasile.
Pozzo di San Patrizio e Orvieto sotterranea
Il Pozzo di San Patrizio a Orvieto è un autentico capolavoro di ingegneria, ancora oggi ammirato da chi per mestiere costruisce, progetta, sogna di realizzare qualcosa di unico e originale. Caratteristiche che distinguono appunto il pozzo da cinque secoli.
A disegnarlo fu fra il 1527 e il 1537 Antonio da Sangallo il Giovane, per volere di Clementi VII che, dopo la tragica esperienza del Sacco di Roma, volle così tutelare la città di Orvieto da eventuali incursioni nemiche, garantendo un afflusso costante di acqua, alimentato da una sorgente naturale posta sul fondo. Due rampe elicoidali scavate nel tufo, una per la discesa e una per la risalita disposte a formare un cilindro di 13 metri di diametro con 72 finestroni, consentivano di trasportare con i muli l’acqua estratta a una sessantina di metri di profondità.
Oggi, i 248 gradini sono percorsi da una media di 175.000 visitatori all’anno, affascinati da questa straordinaria struttura, simbolo della città insieme al Pozzo della Cava, voluto sempre da Papa Clemente VII, generato dal complesso di nove grotte ricche di ritrovamenti etruschi, medioevali e rinascimentali.
Questi luoghi sono solo un entrée di ciò che offre Orvieto Sotterranea, il cui tour guidato rende accessibili un intricato labirinto di cunicoli, gallerie, cisterne, pozzi, cave e cantine.
Collezione Mondiale di Olivi di Lugnano in Teverina: OLEA MUNDI
A Lugnano in Teverina, nel cuore della provincia di Terni e della zona di produzione dell’olio Umbria Dop, si parlava di tutela della qualità del prodotto già nel 1508. Un antico Statuto della Terra di Lugnano enunciava infatti regole e prassi cui “signori dei mulini e molinari” dovevano attenersi nel processo di spremitura.
Da allora, nulla è cambiato, e anzi, dal 2014, il borgo ternano è sede di Olea Mundi, una collezione unica nel suo genere, con circa 1200 esemplari di olivi di oltre 400 specie diverse provenienti da 23 Paesi olivicoli di Mediterraneo, Medio Oriente e non solo.
Un “tesoretto” raro e prezioso, oggetto di attenzioni e studi particolari da parte del CNR di Perugia e dal Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria 3, che di anno in anno raccolgono informazioni sull’evoluzione e interazione delle varie specie botaniche.
Foresta fossile di Dunarobba
L’era geologica del Pilocene corrisponde a circa 3 milioni di anni fa. Una datazione attribuita a una cinquantina di tronchi di gigantesche conifere rinvenuti nei pressi di Avigliano Umbro, nel ternano, oggi noti come Foresta Fossile di Dunarobba.
La scoperta di tale prezioso giacimento di informazioni, che ha permesso di ricostruire l’habitat del Centro Italia com’era in epoche remotissime, è stata del tutto fortuita, e per questo è ancora più eccezionale: la Foresta Fossile è infatti tornata alla luce solo alla fine degli anni ’70, durante un’operazione di scavo all’interno di una cava di argilla per la produzione di mattoni.
Da allora, la zona è tutelata e conservata con la sua atmosfera spettrale, in cui i tronchi, pur fortemente inclinati, appaiono ben ancorati al terreno, resistendo all’inesorabile passare di secoli e millenni.
Orvietano
Un affascinante luogo intriso di storia, arte, cultura e tradizioni millenarie. Tra le maggiori attrazioni una delle chiese più affascinanti d’Italia, importanti testimonianze etrusche nascoste nei sotterranei di Orvieto e numerose necropoli disseminate nel territorio. Borghi che mantengono intatte le loro originarie strutture castellane e il progetto visionario noto come Città Buzziana “La Scarsuola”, una grandiosa creazione globale in cui elementi del passato si fondono con quelli del presente e del futuro. Inoltre, paesaggi dipinti da vigneti, oliveti, boschi e pinete si estendono in un territorio mozzafiato.
Orvieto è una città intrisa di un patrimonio artistico e culturale tra i più ricchi dell’Umbria. Il suo Duomo, un’opera maestosa dell’architettura italiana, si erge in modo imponente sulla città con la sua facciata di stile gotico. All’interno, tra le numerose opere d’arte conservate, si trova uno dei capolavori della pittura rinascimentale: il ciclo di affreschi raffiguranti il Giudizio Universale, realizzato dal celebre pittore Luca Signorelli tra il 1499 e il 1504. Appena fuori dalle mura della città si trova la necropoli etrusca di Crocifisso del Tufo, risalente al IV-V secolo a.C., caratterizzata da tombe a camera costruite con blocchi di tufo, ognuna con il nome del capostipite inciso sull’architrave. Questa necropoli è facilmente raggiungibile a piedi dal centro storico, attraverso un suggestivo percorso all’interno del parco archeologico della rupe. Da non dimenticare di visitare il pozzo di San Patrizio, un capolavoro di ingegneria costruito nel 1537 per fornire acqua alla città.
Orvieto è anche riconosciuta come la capitale delle Città Slow, grazie alla sua profonda radicazione nella tradizione enogastronomica. Qui potrete degustare il prestigioso vino di Orvieto lungo la strada dei vini Etrusco-Romana, che si estende in tutta la provincia di Terni, con punti di riferimento come l’Enoteca Regionale e il Palazzo del Gusto.
L’ambiente naturale e il paesaggio di questa regione sono incontaminati e di inestimabile bellezza. Un esempio tangibile è la recente istituzione, nel 2018, della Riserva Mondiale della Biosfera UNESCO del Monte Peglia, un ecosistema di grande pregio costituito da una vasta area boschiva. Inoltre, nel territorio si trovano l’area protetta del Parco Fluviale del Tevere e l’area delle Gole del Forello, entrambe di notevole interesse naturalistico ed ecologico. In questo scenario di natura incontaminata, il fiume Tevere si insinua tra imponenti pareti rocciose di travertino, offrendo la possibilità di avvistare grotte e una varietà di animali selvatici.
Amerino
In questo affascinante territorio, caratterizzato dalla presenza del fiume Tevere e dalla ricca eredità storica, è possibile immergersi in itinerari che offrono un’esperienza autentica, in cui la bellezza della natura si fonde con la storia. Qui, è possibile scoprire sorgenti di acque minerali che risalgono all’epoca dei Romani, esplorare borghi intrisi di arte e storie millenarie, e immergersi nelle memorie del passato e nelle tradizioni secolari. Tra le attrazioni spiccano una foresta fossile, estese distese di lecci e ulivi, vigneti pittoreschi, boschi secolari e maestose rocche medievali.
Amelia, una delle più importanti città della zona, è circondata da imponenti mura poligonali risalenti all’epoca romana e rappresenta un luogo in cui coesistono armoniosamente diversi stili. Queste mura, erette tra il IV e il III secolo a.C., costituiscono anche un affascinante percorso di trekking urbano, opportunamente segnalato per facilitare l’esperienza agli amanti delle passeggiate. Nel tessuto urbano della città, testimonianze di epoche romane e rinascimentali contribuiscono a creare un’atmosfera suggestiva. Il complesso di San Francesco, con il suo magnifico chiostro cinquecentesco, ospita il museo archeologico, dove è possibile ammirare l’imponente statua bronzea di Germanico, nipote dell’imperatore Tiberio, e altri preziosi reperti ritrovati nell’area amerina. Il paesaggio circostante, dominato dalla vasta lecceta dei Monti Amerini, offre un ambiente ideale per gli appassionati di trekking, ciclismo e escursioni a cavallo.
Di notevole valenza turistica anche il borgo di Alviano, contraddistinto dalla maestosa Rocca costruita nel 1495 per volere del condottiero Bartolomeo D’Alviano. Nel 1654 la Rocca passò nelle mani della famiglia Doria Pamphili, i cui discendenti, nel 1920, la donarono al Comune. Nei dintorni è consigliata la visita all’oasi naturalistica del WWF, dove percorrere sentieri naturali per ammirare da vicino la flora e la fauna protette in questo ambiente.
Da non perdere, nel territorio di Avigliano, uno dei siti paleontologici più rilevanti del mondo ovvero la Foresta Fossile di Dunarobba, dove sono visibili i resti di circa cinquanta tronchi di gigantesche conifere risalenti a tre milioni di anni fa. Un luogo straordinario per gli appassionati di storia naturale e geologia.
Ternano-Narnese
Nella parte sud-orientale dell’Umbria, tra un suggestivo anfiteatro di colline, nella pianura dove il fiume Serra si unisce al fiume Nera, si estende la città di Terni, conosciuta anche come la “Manchester italiana”, per la sua storia che l’ha vista, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, pioniera in Italia nella rivoluzione industriale. Uno dei punti di maggiore interesse della città è la Basilica di San Valentino, che custodisce il corpo del celebre Santo, patrono degli innamorati.
Nei dintorni, imperdibile è lo spettacolare scenario della Cascata delle Marmore, la più alta d’Europa. Qui turisti e visitatori hanno l’opportunità di praticare diverse attività all’aperto, tra cui canottaggio, rafting, torrentismo, arrampicata sportiva ed escursioni speleologiche lungo il parco fluviale del Nera e al Lago di Piediluco. Arricchisce l’esperienza turistica la visita ai piccoli borghi circostanti, che conservano importanti testimonianze storiche e fanno dell’Umbria un luogo tutto da scoprire.
Narni, l’antica Nequinum degli Umbri, fu conquistata dai Romani nel 299 a.C. e divenne prima una colonia e poi un municipio a cui venne dato il nome di Narnia. Ancora oggi la città conserva il ricco patrimonio accumulato in tremila anni di storia come il grandioso ponte di Augusto, il ponte Cardona e l’acquedotto della Formina. La suggestiva piazza dei Priori ospita il palazzo del Podestà, un edificio duecentesco formato dall’unione di tre torri residenziali, oggi sede del Comune, e la trecentesca loggia dei Priori con la sua affascinante Loggia del banditore. In cima allo sperone su cui sorge la città, si erge la maestosa Rocca albornoziana, costruita nella seconda metà del XIV secolo.
Narni non sorprende solo in superficie; offre anche emozionanti scoperte sotterranee attraverso il suggestivo percorso della Narni sotterranea, che attraversa gli ambienti ipogei del convento di San Domenico. Qui visitatori e turisti possono esplorare acquedotti, cisterne, cunicoli, cripte e persino la sala delle torture del Tribunale dell’Inquisizione, con una cella che ancora conserva i graffiti incisi dai prigionieri in attesa di giudizio.