Le attività del turista Culturale
cultura immateriale (eventi, spettacoli dal vivo, festival)
Feste e sagre scandiscono le stagioni in tutta la Basilicata, con alcune “variazioni sul tema” a seconda della località nel caso in cui si tratti di celebrare lo stesso santo o la stessa occasione. Quasi ovunque, il 16 gennaio si festeggia Sant’Antonio Abate, con l’accensione di falò e a Pignola l’aggiunta della corsa dei muli.
Nella Settimana Santa, nel Vulture, è la rappresentazione della Passione di Cristo che tiene banco. A Matera, la Festa della Madonna della Bruna, che cade il 2 luglio, si conclude con l’assalto al carro per conquistarne un frammento. A Potenza, il 29 maggio è di scena la Processione dei Turchi che accompagna la statua di San Gerardo. A Tolve, il 16 agosto, il simulacro di San Rocco, coperto di ori e denaro offerti dai fedeli, è seguito da una processione con donne scalze che recano sul capo casteletti di candele.
Fra i culti arborei, diffusi in tutta la Lucania, da citare quello di Accettura, dove prende il nome di “Festa del Maggio”, che consiste nell’antico rito del matrimonio fra il tronco di un cerro alto 30 metri e la cima di un agrifoglio. In pratica, un cerro del bosco di Montepiano, ripulito di rami e corteccia, è trascinato in paese da buoi, e una volta qui, un agrifoglio viene innestato in cima al cerro, eretto in piazza con l’aiuto di funi. La festa termina con la scalata del cerro, il “Maggio”.
Le attività del turista Enogastronomico
Enogastronomia
La tavola lucana ha molte similitudini con quella di Puglia e Calabria. Vanta però un’originalità e un primato: l’invenzione della lucanica, salame speziato già noto ai Romani. Quando si uccide il maiale, rito antico che ancora oggi fa accantonare un po’ ogni altra attività nel periodo fra novembre e dicembre, si festeggia con carne passata al tegame e peperoni in conserva. La sugna fresca è addizionata con peperoncino tritato, detto anche diavulacciu, e poi spalmata su fette di pane casereccio. A base di suino sono anche i sughi di accompagnamento agli strascinati, pasta fresca fatta in casa.
L’amore per la pasta fresca fatta con semola di grano duro è antica, come testimoniano i molti piatti a base di cavatelli, fusilli o ferretti, lavorati con un ferro lungo e sottile. Il pane, di grano duro e cotto nel forno a legna, supporta la minestra di fagioli e funghi cardoncelli, con cotenne di maiale e peperoncino. Fra le carni, vince di sicuro quella di agnello, che si prepara come spezzatino, cotto nel coccio con patate, alloro, peperoncino e cardoncelli. Anche capretto e mucca podolica sono carni spesso presenti in menu nelle case lucane, così come i formaggi di latte di pecora e capra. Vessillo dei prodotti caseari Made in Basilicata è sicuramente il pecorino di Moliterno, a latte misto, caprino e ovino, prodotto per lo più in Val d’Agri, nel Potentino.
Come in Calabria, qui si produce anche molta liquirizia, pianta spontanea che prospera lungo i corsi d’acqua, come accade presso i fiumi Bradano, Basento, Cavone, Agri e Sinni. Alcuni documenti attestano per esempio che i borghi di Bernalda, Tursi, Montalbano e Nova Siri già nel XVIII secolo avevano un ricco commercio di questa radice spontanea, oggi coltivata con successo. A condire ogni prelibatezza arriva poi l’olio extravergine locale, generato dagli oliveti più vecchi d’Italia, che annoverano ben 27 distinte varietà autoctone e attingono minerali importanti da un territorio per lo più di origine vulcanica. Godono di questa mineralità anche i vini autoctoni, fra cui spiccano l’Aglianico del Vulture DOC e il Superiore DOCG. Seguono poi altre tre DOC, il Grottino di Roccanova, il Matera e il Terre dell’Alta Val d’Agri cui si aggiunge il Basilicata IGT.
Le attività del turista Naturalistico
turismo termale
A metà strada fra Potenza e Foggia, fra Benevento e Andria-Barletta e al confine con Puglia e Campania, le Terme di Rapolla sono un crocevia di culture, ma anche un punto di incontro di acque benefiche che nascono nelle viscere della terra, dalle rocce laviche del vulcano spento del Vulture, e che dopo aver percorso svariati chilometri, sgorgano qui, a Rapolla. Un tragitto lungo e tortuoso che le arricchisce di minerali e le rende perciò altamente curative, oltre che indicate nella cura di patologie reumatiche, respiratorie e nel recupero di fratture. Scoperte all’inizio dell’Ottocento, acque e fanghi sono convogliati in un vero e proprio stabilimento termale solo nel 1961, ammodernato poi nel 1996.
trekking
Trekking in alta quota anche in Basilicata? Sì, e oltre il tetto dei 2000 metri di altitudine. Si può nel Parco Nazionale del Pollino, il più grande d’Italia, inserito nel listing dei Geoparchi dell’Unesco come Patrimonio dell’Umanità, in virtù di flora e fauna che ne fanno un vero paradiso per chi ama praticare sport all’aria aperta. Oltre al trekking, aperto davvero a qualunque genere di escursionista, sono possibili esperienze di alpinismo, torrentismo, rafting, sci di fondo, mountain bike, speleologia.
Fra i 17 sentieri di trekking tracciati sul versante lucano del Pollino, quello segnato con il numero 1 e con una difficoltà “EE” (Escursionista Esperto), parte dal Rifugio Bosco Favino e arriva in vetta al Monte Alpi, nel comune di Latronico, mentre è assai più semplice da approcciare il numero 15, segnato come un livello “T” (Turistico), che dal Rifugio De Gasperi sale al Belvedere di Malvento, nei pressi di Viggianello.
Le attività del turista Sportivo
pesca
Il Parco Nazionale del Pollino, dal 2015 nel listing del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, è l’area protetta più grande d’Italia, incentrata principalmente su due massicci, quello del Pollino e dell’Orsomarso, entrambi compresi nell’Appennino meridionale e con vette superiori ai 2.200 metri. Variegati i paesaggi che si presentano a chi vi si avventura per apprezzarne la natura selvaggia: rocce dolomitiche, bastioni calcarei, pareti di faglia, dirupi, grotte carsiche, terreni di origine vulcanica, pianori, prati, pascoli d’alta quota, circhi glaciali e massi erratici. Molti i fiumi, artefici di veri e propri spettacoli, quali gole e vallate profonde, oggi sfruttati per la pratica di canyoning e rafting. I principali corsi sono quelli del Sinni, del Lao, del Coscile, dell’Esaro, del Sarmento e dell’Abatemarco, per un range che va da 97 a 20 km. In questi corsi e in particolare nel torrente Paraturo, si può praticare la pesca.
ciaspole
Camminare nella neve, di giorno ma anche di notte, con l’ausilio delle torce frontali, nel silenzio assoluto. Ciaspolare in alta montagna significa anche questo. Un’esperienza di grande fascino, che va a fissarsi fra i ricordi indelebili di una vacanza all’insegna dello sport vissuto all’aria aperta e a contatto con la natura, soprattutto quando al termine di un percorso di 10 km ci sono degli esemplari di maestosi pini loricati ad attendervi. Nel Parco Nazionale del Pollino capita anche questo, e per prendere parte a queste attività basta prenotare un’escursione con le ciaspole presso una delle tante agenzie locali. Ecco così per esempio l’itinerario che dal Rifugio Fasanelli, vicino al borgo di Rotonda, prosegue verso il piano Ruggio e da qui fino al Belvedere del Malvento, con un dislivello di salita minimo da rendere il percorso piacevole e accessibile a tutti.
trekking
Trekking in alta quota anche in Basilicata? Sì, e oltre il tetto dei 2000 metri di altitudine. Si può nel Parco Nazionale del Pollino, il più grande d’Italia, inserito nel listing dei Geoparchi dell’Unesco come Patrimonio dell’Umanità, in virtù di flora e fauna che ne fanno un vero paradiso per chi ama praticare sport all’aria aperta. Oltre al trekking, aperto davvero a qualunque genere di escursionista, sono possibili esperienze di alpinismo, torrentismo, rafting, sci di fondo, mountain bike, speleologia.
Fra i 17 sentieri di trekking tracciati sul versante lucano del Pollino, quello segnato con il numero 1 e con una difficoltà “EE” (Escursionista Esperto), parte dal Rifugio Bosco Favino e arriva in vetta al Monte Alpi, nel comune di Latronico, mentre è assai più semplice da approcciare il numero 15, segnato come un livello “T” (Turistico), che dal Rifugio De Gasperi sale al Belvedere di Malvento, nei pressi di Viggianello.