Strano che non ci siano notizie certe sulla loro origine, ma i trabocchi sono di sicuro una delle immagini più rappresentative del medio Adriatico. Precisamente di quel tratto di costa abruzzese, in provincia di Chieti, percorso dalla Statale 16 Adriatica e noto come Costa dei Trabocchi, che ogni tanto prende per così dire il largo, lungo le passerelle di legno di queste antiche macchine da pesca su palafitta. Le palizzate che le sorreggono sembrano esili e traballanti, ma reggono
alla furia delle onde e delle mareggiate, tendendosi con le loro reti verso l’orizzonte. Affascinanti costruzioni, semplici ma articolate allo stesso tempo, efficaci nel catturare i pesci in transito, apparentemente senza sforzo per chi un tempo lo faceva di mestiere. Pare che i primi siano comparsi nel XVIII secolo, chissà… A distanza di secoli, tali macchine hanno più una funzione di “attrazione turistica”, di peculiarità del territorio da conoscere e vivere. Lo si può fare semplicemente prenotando in uno dei tanti trabocchi trasformati in trattorie o, perché no, ristoranti quasi da “fine dining”, dove il pesce locale è esaltato da ricette della tradizione o raffinate rivisitazioni contemporanee.
A breve, questa fascia costiera avrà anche un altro punto di osservazione privilegiato: è infatti in fase di ultimazione la Via Verde, la ciclovia che corre per 42 km sul tracciato dell’ex ferrovia, a pochi metri dal mare e immersa nella natura. Lo scopo di questo ambizioso progetto è doppio: il recupero di un’infrastruttura che già c’era e stimolare la mobilità sostenibile fra i Comuni della Costa dei Trabocchi: Ortona, San Vito Chietino, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Torino di Sangro, Vasto, cui si aggiungono i due comuni di Francavilla al Mare e San Salvo, sempre della costa teatina.
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Percezione Servizi offerti
28,39%
Personale
18,51%
Pulizia
18,06%
Presenza di prodotti tipici
Percezione individuale
26,80%
Componente esperienziale
20,60%
Componente emozionale
19,50%
Dimensione naturalistica
Esperienza complessiva
89,98%
Qualità generale
6,66%
Organizzazione
3,23%
Raggiungibilità dei luoghi di interesse
Dati ottenuti tramite l’analisi delle recensioni sul web
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Le attività del turista Sportivo
ciclismo
La Costa dei Trabocchi, compresa fra le province di Chieti e Pescara, offre uno degli scenari più affascinanti di tutto l’Adriatico. Per godersi in relax lo spettacolo di natura e opera dell’uomo insieme, il mezzo più comodo e pratico, soprattutto in estate quando le poche strade provinciali si intasano di auto di vacanzieri, è sicuramente la bicicletta. Per questo, in un’ottica di valorizzazione e salvaguardia del territorio, è in via di realizzazione un importante progetto di turismo ecosostenibile, noto come Via Verde. Si tratta di una pista ciclopedonale derivata dal recupero dell’ex tracciato ferroviario che un tempo collegava Ortona a Vasto, progetto ambizioso quanto virtuoso inserito a sua volta nel più ampio programma di realizzazione di una Rete Ciclabile dei Trabocchi.
I Turchi nel 1566 e poi i Francesi nel 1799 l’hanno profanata, poi sono arrivate le bombe della Seconda Guerra Mondiale, ma ciononostante, la Basilica di San Tommaso Apostolo a Ortona è ancora lì, con la sua lunga storia che la vuole eretta sulle rovine di un antico tempio pagano, e con la cripta che dal 1258, in una cassetta di rame dorato, custodisce le reliquie dell’Apostolo Tommaso, protettore della città abruzzese.
L’ultima ricostruzione della facciata risale al 1947, opera che ha comunque conservato gli archi a ogiva, le finestre gotiche e i capitelli risalenti all’epoca sveva. Bellissimo anche l’abside trecentesco e la volta del Seicento della navata centrale, l’antica sagrestia, la Cappella del S.S. Sacramento con i bassorilievi dell’ortonese Perez e quella di San Tommaso, con le ceramiche di Tommaso Cascella e il busto-reliquiario del Santo.
Il 3 luglio, Ortona è in festa per le celebrazioni liturgiche in onore del suo patrono, ma anche la prima domenica di maggio è un giorno speciale per visitare la Basilica di San Tommaso Apostolo e l’annesso Museo Capitolare, perché si svolge la festa del “Perdono”, così chiamata per la concessione papale dell’indulgenza Plenaria, celebrata con un fastoso corteo in stile rinascimentale.
Dalla seconda metà dell’800, stralli di cavi e pali fissati alla roccia sorreggono il Trabocco di Punta Turchino, citato anche nel “Trionfo della Morte” di Gabriele D’Annunzio con le seguenti parole: “una strana macchina da pesca, tutta composta di tavole e di travi, simile a un ragno colossale”.
Quest’opera di ingegno “popolare” si trova lungo la Costa di San Vito, in località Portelle, dinanzi al promontorio di Capo Turchino, noto per la bellezza delle sue acque e della spiaggia.
Per la ferma volontà di chi dal 1981 lo possiede – il Comune di San Vito Chietino -, il Trabocco Turchino non è stato trasformato in un ristorante, ma conserva la sua identità storica e culturale, tramandando ai visitatori le tradizioni dei “traboccanti” e della marineria abruzzese. Ogni sabato e domenica è quindi accessibile per le visite, regalando il brivido di sentirsi sospesi sull’acqua nell’attesa di scoprire quali doni portano le grandi reti.
Punta Aderci o d’Erce è il toponimo attribuito a uno dei tratti più suggestivi del litorale abruzzese, noto come Costa dei Trabocchi.
In corrispondenza di questo promontorio si sviluppano i 285 ettari della Riserva Naturale Guidata Punta Aderci, area protetta che dal 1998 tutela spiaggia, mare e natura selvaggia.
L’area prende tutto il tratto di costa del comune di Vasto, fino a lambire la foce del fiume Sinello, circondata da un meraviglioso bosco di latifoglie. Una meta da scoprire con la giusta attrezzatura per il trekking, da lasciare poi sulla sabbia per un tuffo ristoratore che in poche bracciate porta a esplorare gli anfratti di Punta Aderci.
I Turchi nel 1566 e poi i Francesi nel 1799 l’hanno profanata, poi sono arrivate le bombe della Seconda Guerra Mondiale, ma ciononostante, la Basilica di San Tommaso Apostolo a Ortona è ancora lì, con la sua lunga storia che la vuole eretta sulle rovine di un antico tempio pagano, e con la cripta che dal 1258, in una cassetta di rame dorato, custodisce le reliquie dell’Apostolo Tommaso, protettore della città abruzzese.
L’ultima ricostruzione della facciata risale al 1947, opera che ha comunque conservato gli archi a ogiva, le finestre gotiche e i capitelli risalenti all’epoca sveva. Bellissimo anche l’abside trecentesco e la volta del Seicento della navata centrale, l’antica sagrestia, la Cappella del S.S. Sacramento con i bassorilievi dell’ortonese Perez e quella di San Tommaso, con le ceramiche di Tommaso Cascella e il busto-reliquiario del Santo.
Il 3 luglio, Ortona è in festa per le celebrazioni liturgiche in onore del suo patrono, ma anche la prima domenica di maggio è un giorno speciale per visitare la Basilica di San Tommaso Apostolo e l’annesso Museo Capitolare, perché si svolge la festa del “Perdono”, così chiamata per la concessione papale dell’indulgenza Plenaria, celebrata con un fastoso corteo in stile rinascimentale.
Dalla seconda metà dell’800, stralli di cavi e pali fissati alla roccia sorreggono il Trabocco di Punta Turchino, citato anche nel “Trionfo della Morte” di Gabriele D’Annunzio con le seguenti parole: “una strana macchina da pesca, tutta composta di tavole e di travi, simile a un ragno colossale”.
Quest’opera di ingegno “popolare” si trova lungo la Costa di San Vito, in località Portelle, dinanzi al promontorio di Capo Turchino, noto per la bellezza delle sue acque e della spiaggia.
Per la ferma volontà di chi dal 1981 lo possiede – il Comune di San Vito Chietino -, il Trabocco Turchino non è stato trasformato in un ristorante, ma conserva la sua identità storica e culturale, tramandando ai visitatori le tradizioni dei “traboccanti” e della marineria abruzzese. Ogni sabato e domenica è quindi accessibile per le visite, regalando il brivido di sentirsi sospesi sull’acqua nell’attesa di scoprire quali doni portano le grandi reti.
Punta Aderci o d’Erce è il toponimo attribuito a uno dei tratti più suggestivi del litorale abruzzese, noto come Costa dei Trabocchi.
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La performance della struttura è contrassegnata graficamente da una, due o tre corone, a seconda del punteggio percentuale, ottenuto durante la visita di valutazione, basato sui seguenti criteri:
Qualità del servizio, Promozione del Territorio, Identità e Notorietà.
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