Le attività del turista Culturale
cultura materiale (città d'arte, siti archeologici, musei)
Per arrivare direttamente nel cuore medievale di Viterbo, vale a dire Piazza San Lorenzo, serve l’ascensore. Si prende dal parcheggio Valle Faul e si arriva dlà dove inizia la sfilata di edifici storici: il Palazzo dei Papi, la Cattedrale di San Lorenzo con il Museo del Colle del Duomo, il Palazzetto di Valentino della Pagnotta, lo stupefacente Palazzo Farnese.
In Piazza della Morte c’è una delle fontane più belle e antiche, la Fontana della Morte, databile alla metà del 1200. Percorrendo Corso Italia, si arriva in Piazza Verdi, dove sorge il Teatro dell’Unione, punto di riferimento per salire verso il Santuario di Santa Rosa, patrona della città.
Su Piazza della Rocca affaccia invece il Museo Nazionale Etrusco – Rocca Albornoz,
tappa fissa per ammirare i molti reperti rinvenuti nei siti di San Giovenale e di Acquarossa, nel centro etrusco-romano di Ferento e in quello di Musarna. All’ultimo piano del museo sono esposti i corredi funerari dei più importanti centri dell’Etruria meridionale interna e nell’ultima sala un reperto tanto raro quanto bello, un’autentica biga etrusca.
Di ben altro genere sono i tesori conservati nel Museo del Colle del Duomo, inaugurato nell’anno giubilare del 2000 e al centro del nuovo polo monumentale che comprende la Cattedrale ed il Palazzo dei Papi. Le tre sezioni – archeologica, storico-artistica e di arte sacra – ne fanno una importante realtà culturale del capoluogo della Tuscia. Subito fuori le mura cittadine e nei pressi di Porta della Verità, c’è poi il Museo Civico di Viterbo, con una vasta raccolta di opere d’arte e reperti di grande valore, che spazia dalle ceramiche da farmacia dei secoli XVII e XVIII a collezioni di numismatica, da bozzetti seicenteschi del perduto ciclo pittorico della chiesa di Santa Rosa ai dipinti di pittori viterbesi del periodo compreso fra il 400 e 800, da iscrizioni antiche e medievali fino a pregevoli opere scultoree rinascimentali. Da non perdere il tesoretto papale cinquecentesco e il corredo di ceramiche da farmacia del XVIII secolo proveniente dall’Ospedale Grande degli Infermi.
Per rimanere in argomento, ospitato al piano terra del cinquecentesco Palazzo Brugiotti, splendido esempio di architettura post rinascimentale, c’è il Museo della Ceramica della Tuscia, con circa 200 reperti medioevali e rinascimentali, che provengono prevalentemente dall’area dell’Alto Lazio. Nel quartiere medievale di San Pellegrino, si trova invece il Muso del Sodalizio Facchini di Santa Rosa, che raccoglie e custodisce la storia dei Facchini e della Macchina di Santa Rosa. La prima “macchina”, di cui si può vedere anche il modellino originario, risale al 1690, cui sono seguite una serie di evoluzioni fino a quelle più recenti. Per comprendere davvero di cosa si tratta bisogna però trovarsi a Viterbo il 3 settembre, per assistere al Trasporto della Macchina di Santa Rosa: attualmente, raggiunge i 30 metri di altezza per un peso di oltre 50 quintali, e nonostante questo ingente “fardello” viene portata a spalla per le strette e ripide vie del centro storico da poco più di 100 uomini, detti “Facchini di Santa Rosa”. Dal 2013 la Macchina di Santa Rosa è stata riconosciuta dall’Unesco Patrimonio Immateriale dell’Umanità.
Le attività del turista Enogastronomico
Enogastronomia
Un tempo, da novembre a marzo, in provincia di Viterbo ci si dedicava alla produzione di un insaccato tipico dal nome curioso, Susianella. Ad oggi sono rimasti pochi i norcini in grado di realizzarlo, ma lo fanno anche in altri periodi dell’anno. La ricetta originaria sarebbe addirittura etrusca, ma solo attorno all’anno Mille, si diffuse per via di una maggiore lavorazione delle frattaglie. Gli ingredienti base della Susianella sono infatti cuore, fegato, pancreas, pancetta, guanciale e altre rifilature di carne provenienti da suini che raggiungono un peso di 130-160 kg. Macinate non troppo finemente e condite con sale, pepe, peperoncino, finocchio selvatico e altre spezie variabili, le carni sono poi insaccate in budello naturale di suino legato a mano cui viene data la forma a ferro di cavallo o a ciambella. La stagionatura va da un minimo 20 giorni fino ai sei mesi. Da qualche anno, per tutelare la produzione di questo squisito salame è stato costituito un Presidio Slow Food ma anche per diffonderne la cultura ad altri norcini.
Le attività del turista Naturalistico
cammini
Nel suo lungo cammino, la Via Francigena, cosiddetta perché un tempo univa Francia e Roma, da cui anche Romea, attraversa pure la Tuscia, offrendo un modo alternativo e slow di godere delle molte bellezze naturalistiche, dei borghi suggestivi e delle prelibatezze enogastronomiche di questa florida terra in provincia di Viterbo.
Il tratto nel viterbese va da Proceno a Monterosi, passando per Acquapendente, San Lorenzo Nuovo, Bolsena, Montefiascone, Viterbo, Vetralla, Capranica e Sutri, tutte tappe in grado di soddisfare curiosità su cibo, cultura, arte e tradizioni locali. Da Viterbo, il pellegrino può lasciare la Via Tradizionale per intraprendere la Variante Cimina della Via Francigena, percorso che segue il profilo del cratere vulcanico del Lago di Vico.
turismo termale
Sorgenti di acque idrominerali e idrotermali sono un po’ ovunque nel viterbese, che vanta uno dei bacini idrici più ricchi d’Italia. Fra zone libere e stabilimenti attrezzati di tutto punto e aperti tutto l’anno, grazie alle alte temperature di fuoriuscita, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Guardando solo alle fonti principali, troviamo la Sorgente del Bullicame, caratterizzata da un laghetto che è in realtà un profondo cratere naturale in cui l’acqua sgorga a 58°C, temperatura che la accomuna alla Sorgente Piscine Carletti, ipertermale. Le Terme del Bagnaccio hanno invece 5 vasche che oscillano da quelle ipotermali a 23-29°C a ipertermali, da 65 a 66°C.
Per usufruire dei benefici di tali acque in zona ci sono numerose strutture alberghiere, fra cui quelle più che confortevoli delle Terme dei Papi, con una piscina termale monumentale di oltre 2.000 mq, alimentata dalla sorgente del Bullicame. Bellissima la Grotta naturale, bagno turco naturale derivato da una cavità scavata nella roccia, dove una cascata di acqua termale crea un ambiente caldo-umido con 100% di umidità e 48° all’interno. I vapori sono un vero toccasana per la pelle, le vie respiratorie, le articolazioni e per il metabolismo. Trattamenti estetici e curativi sfruttano anche i ricchi fanghi termali,
composti da preziosi elementi organici e inorganici.
La fonte di San Valentino, la cui temperatura oscilla fra i 36 e i 40° C, è l’elemento centrale del Terme Salus Hotel, il cui fiore all’occhiello è la Thermal Spa, composta da piscina interna, sale relax, palestra e saune. Qui, antichi rituali, culture millenarie e tecniche contemporanee si ritrovano in cabina, nelle manualità di personale attento alle esigenze del singolo.
I 65° C della Therma Oasi sono un vero toccasana per stimolare il sistema energetico e ritrovare armonia fisica e spirituale. Gli effetti su cute e mucose sono immediati, grazie a un’azione antinfiammatoria, antiallergica e benefica sulle vie respiratorie e sull’apparato digerente, e a un’azione esfoliante e riparatrice sulla cute. A livello generale la preziosa acqua termale stimola il sistema nervoso parasimpatico e ha un effetto vaso dilatatorio sul circolo capillare.
Infine, c’è il Parco termale del Bagnaccio, a nord di Viterbo, lungo l’antica Via Francigena. L’ “Aquae Passeris”, sfruttata sin dai tempi degli Etruschi e poi dei Romani, è alimentata da acque di tipo solfato/bicarbonato/alcalino, terrose debolmente solfuree, ipertermali. L’origine antica del luogo è testimoniata anche dai numerosi resti di antiche terme romane sparse nei dintorni, piacevole diversivo per escursioni culturali a due passi dall’hotel.
Le attività del turista Spirituale
cammini
Nel suo lungo cammino, la Via Francigena, cosiddetta perché un tempo univa Francia e Roma, da cui anche Romea, attraversa pure la Tuscia, offrendo un modo alternativo e slow di godere delle molte bellezze naturalistiche, dei borghi suggestivi e delle prelibatezze enogastronomiche di questa florida terra in provincia di Viterbo.
Il tratto nel viterbese va da Proceno a Monterosi, passando per Acquapendente, San Lorenzo Nuovo, Bolsena, Montefiascone, Viterbo, Vetralla, Capranica e Sutri, tutte tappe in grado di soddisfare curiosità su cibo, cultura, arte e tradizioni locali. Da Viterbo, il pellegrino può lasciare la Via Tradizionale per intraprendere la Variante Cimina della Via Francigena, percorso che segue il profilo del cratere vulcanico del Lago di Vico.
Le attività del turista Sportivo
cammini
Nel suo lungo cammino, la Via Francigena, cosiddetta perché un tempo univa Francia e Roma, da cui anche Romea, attraversa pure la Tuscia, offrendo un modo alternativo e slow di godere delle molte bellezze naturalistiche, dei borghi suggestivi e delle prelibatezze enogastronomiche di questa florida terra in provincia di Viterbo.
Il tratto nel viterbese va da Proceno a Monterosi, passando per Acquapendente, San Lorenzo Nuovo, Bolsena, Montefiascone, Viterbo, Vetralla, Capranica e Sutri, tutte tappe in grado di soddisfare curiosità su cibo, cultura, arte e tradizioni locali. Da Viterbo, il pellegrino può lasciare la Via Tradizionale per intraprendere la Variante Cimina della Via Francigena, percorso che segue il profilo del cratere vulcanico del Lago di Vico.