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Scopri tutti i comuni del territorioDal Promontorio del Gargano al Vulture, dal Subappennino al Golfo di Manfredonia, abbracciando l’intero Tavoliere delle Puglie. I confini della Daunia la iscrivono in un territorio di dolci colline, foreste di querce e faggete, distese di campi disseminati di paesini di pietra.
Tra i borghi dei Monti Dauni ne è un esempio Biccari, riconoscibile da lontano per la sua torre bizantina e per l’area naturale Lago Pescara – Monte Cornacchia – Borgo Cerasa che offre la possibilità di svolgere numerose attività all’aperto, tra cui percorrere sentieri che portano sulla vetta più alta della Puglia (1151 mt), percorrendo i centri di Castelluccio Valmaggiore, Celle di San Vito, Faeto e Roseto Valfortore, dove è possibile scorgere i resti di splendidi e antichi mulini ad acqua. Qui è presente, inoltre, l’unica comunità franco-provenzale dell’Italia Meridionale.
Nell’Appennino Dauno settentrionale si fa sosta ad Alberona, Volturino e Volturara Appula, immersi in una rigogliosa vegetazione e noti per l’ottima cucina locale, rustica e...
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Capanne neolitiche, resti del periodo romano, paleocristiano, svevo e angioino. Passeggiare sul Colle Albano di Lucera, in provincia di Foggia, è come leggere un libro di storia. A ogni strato corrisponde una civiltà, in un susseguirsi di emergenze archeologiche e architettoniche che rendono prezioso questo lembo di Puglia. Fra i lasciti più importanti c’è di sicuro la Fortezza svevo-angioina di Lucera, detta anche Castello di Lucera, in una posizione strategica dominante sul Tavoliere di Puglia. La funzione originaria della fortezza doveva essere quella di ospitare il Palatium di Federico II, il palazzo imperiale del quale oggi purtroppo si possono ammirare soltanto alcuni resti, che a tratti ricordano la struttura ottagonale del celebre Castel del Monte ad Andria, altro capolavoro di ingegneria militare di epoca federiciana. Il Palatium, realizzato attorno al 1233, cinquant’anni più tardi veniva inglobato nella fortezza costruita in seguito all’assedio della città da parte di Carlo I d’Angiò, con una cinta muraria di circa 900 metri di perimetro, 13 torri quadrate, 2 bastioni pentagonali, 7 contrafforti e 2 torri cilindriche angolari, la Torre “della Leonessa” e la Torre “del Leone”.
All’interno delle mura, sfruttando anche materiali prelevati dalle costruzioni romane della zona, venne poi realizzata una vera e propria cittadella militare, con case, caserme, una cisterna e una chiesa gotica. Un microcosmo che, poco dopo, attorno al 1300, venne messo sotto assedio e distrutto, per poi rinascere nel XIX secolo grazie a importanti lavori di restauro ed essere dichiarato Monumento nazionale nel 1871.
La carne e il pane arrostiti, il grano cotto con il mosto cotto e ancora patate, cipolle e castagne. A Orsara, nel cuore della Daunia, in provincia di Foggia, nella notte tra il 1° ed il 2 novembre il menu lo stabilisce un’antica tradizione legata alla festività dei morti, per certi aspetti simile ad Halloween, ma con delle tipicità che non lasciano dubbi sull’origine pugliese. Per le strade del borgo si accendono i “fuca cost”, i fuochi di rami di ginestra usati per purificarsi nell’attesa della “visita” delle anime dei cari defunti. Secondo la credenza popolare, infatti, i defunti, percorrendo le strade e i luoghi a loro familiari, si possono così riscaldare, guidati dalle zucche svuotate e intagliate a forma di testa (cocc priatorije), appese accanto all’ingresso delle case. Da qui l’usanza di allestire dei banchetti per festeggiare il ritorno dei defunti.