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Fino a una ventina di anni fa, si poteva camminare liberamente fra le imponenti colonne in stile dorico del Tempio della Concordia, così come fra i resti degli altri edifici della Valle dei Templi di Agrigento. Poi, per questioni di sicurezza e tutela di un patrimonio unico al mondo, tutte le aree archeologiche sono state giustamente protette da transenne che non limitano comunque lo sguardo, libero di ammirare ciò che più di 2.500 anni di vicissitudini storiche non hanno scalfito. La passeggiata che risale l’acropoli dell’antica Akragas è un’emozione continua, di scorci che abbracciano ora il mare, ora la distesa di ulivi del Giardino della Kolymbethra o la città nuova di Agrigento, fino a giungere al Tempio della Concordia, l’unico degli edifici del Parco Archeologico della Valle dei Templi a conservare quasi interamente gli elementi della trabeazione e i due frontoni sui lati Est e Ovest. Realizzato nel V secolo a.C., nel VI d.C. fu adattato al culto cristiano, quando il vescovo di Agrigento Gregorio consacrò la “nuova” chiesa ai Santi Apostoli Pietro e Paolo. Se da una parte tale trasformazione ha tolto qualcosa di ciò che era in origine, dall’altro ha permesso di conservare l’edificio nell’ottimo stato in cui oggi si trova e si ammira.
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