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Calcatello è il cuore della Valle del Trigno, in provincia di Isernia, ma soprattutto è il luogo che identifica l’antico sito archeologico del Tempio Italico di Pietrabbondante, il più importante santuario dei Sanniti Pentri, risalente alla seconda metà del IV secolo a.C. Come accadde per altri luoghi di culto del Sannio, fu messa mano alla sua architettura più volte, la prima nel III secolo a.C., con la costruzione del cosiddetto tempio ionico, e poi ancora dopo il 217 a.C., anno della distruzione di Annibale, con quella del tempio A. Alla fine del II secolo a.C. venne invece realizzato il complesso del tempio B – teatro, con una struttura tipica dell’età ellenistica.
I primi scavi presero avvio nel 1857, grazie all’interessamento del governo borbonico, che con i numerosi reperti rinvenuti, fra cui armi, elmi e schinieri di ottima fattura, incrementò notevolmente le raccolte dell’attuale Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Una seconda fase di indagini, iniziata nel 1959 dal Prof. Adriano La Regina, ha permesso di capire come il teatro fosse parte integrante del santuario, Pare però che non siano ancora terminate le sorprese a Calcatello, visto che la stessa campagna di scavi è tuttora in corso.
Nel 2002, sul versante occidentale del complesso tempio B-teatro, è riemersa la Domus publica, la cui struttura architettonica permette di intuire una doppia funzione, pubblica e sacrale. Attualmente in fase di studio è un altro sacello composto da tre ambienti, che ha però già restituito i resti di un altare, di una grande base di statua addossata al muro di fondo e alcuni significativi elementi architettonici di recupero.
Sempre nella provincia di Isernia, si trova un’altra importante emergenza culturale dell’Alto Molise, il Museo Storico della Campana, proseguo espositivo della Pontificia Fonderia Marinelli. La meta da raggiungere è Agnone, borgo sin dal Medioevo legato alla produzione di campane, tradizione oggi portata avanti dagli ultimi discendenti dei Marinelli. Si tratta di un’azienda familiare attiva da oltre mille anni, che dal 1924 si fregia dello Stemma Pontificio, dal 1954 della medaglia d’oro “quale premio ambitissimo alla Ditta più anziana per attività e fedeltà al lavoro in campo Nazionale” e che con ogni probabilità è la più antica al mondo nel settore. Fra le tante memorabilia, negli annali di Casa Marinelli c’è l’aneddoto che nel 1339 vide Nicodemo “Campanarus” realizzare per una chiesa del frusinate una campana mastodontica per quell’epoca, pari a circa 2 quintali.
Mentre venendo a tempi più recenti, c’è una data che non si può scordare: il 19 marzo 1995, giorno in cui San Giovanni Paolo II fece loro visita per assistere al miracolo della nascita di una campana. Indimenticabile anche il momento in cui qui furono fuse le nuove campane dell’Abbazia di Montecassino, in seguito alla distruzione dell’edificio durante la Seconda Guerra Mondiale.
Se dunque oggi ad Agnone dominano la scena i Marinelli, un tempo per le vie del borgo era tutto un riecheggiare di colpi di incudine e martello. Per saperne di più su questo antico mestiere, dal 1999 è possibile visitare il Museo Marinelli, dove è conservato un raro esemplare di campana gotica che la tradizione vuole fusa 1000 anni fa proprio qui nel borgo molisano, oltre a manoscritti, antichi documenti e testi rari come l’edizione olandese, del 1664 del “de tintinnabulis”, definita la “bibbia” dell’arte campanaria.
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