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Per scoprire l’anima più selvaggia della Campania si può iniziare dal Cilento, dove il fiume Calore Lucano ha scavato nei secoli cinque profonde incisioni, le cosiddette Gole del Calore, uno dei luoghi più spettacolari del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni insieme all’Oasi WWF delle Grotte del Bussento, 670 ettari di verde caratterizzati da fenomeni carsici fra i più importanti in Italia.
Dalle acque del Rio Bussentino, sempre nel Cilento, vicino ai resti di un mulino, nasce la Cascata dei Capelli di Venere, il cui nome deriva dall’abbondante presenza di felce capelvenere, che crea tutt’attorno una piccola oasi dall’aspetto quasi tropicale.
Il più grande parco regionale campano, di 63.000 ettari, nonché uno dei maggiori bacini idrici del Mezzogiorno, è invece l’Oasi di Caccia di Senerchia, nella provincia di Avellino, riserva naturale di 450 ettari che rientra nel Parco Regionale dei Monti Picentini.
Anche la Costiera Amalfitana nasconde un insospettabile wild side appena alle spalle di uno dei luoghi più celebri, Amalfi, dove fra i comuni di Scala e Agerola si sviluppa la Valle delle Ferriere, attraversata da un percorso semplice e della durata di circa tre ore, con scorci sul mare di rara bellezza.
Dall’azione erosiva del torrente Titerno, nel Beneventano, derivano infine le gole rocciose dette Forre del Lavello, spettacolare “canyon” con grotte, antri e sentieri, anche di trekking fluviale, attrazione del Parco Regionale del Matese.
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