Campania Felix

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La ceramica è un’arte antica in Campania, come attestano reperti di epoca etrusca e romana in vari siti archeologici, uno dei quali si trova nell’area di Ariano Irpino, in provincia di Avellino. In particolare, è nel XIII secolo che, all’interno di grotte di arenaria, si perfeziona la tecnica dell’invetriatura, di origine greco-romana e mixata con le culture orientali, bizantine e islamiche, su cui nel XV secolo si innesta anche la sapienza dei maestri faentini portati qui intorno al 1421 dal Conte Francesco Sforza. L’evoluzione continua fino al ‘700, periodo in cui il piccolo borgo irpino arriva a contare 11 fornaci e 20 forniciai specializzati nella produzione di manufatti per uso domestico. A oggi, Ariano è tornato a far sentire la sua voce, proponendo sul mercato i cosiddetti “oggetti solari”, acquasantiere, mattonelle votive, coppe, fiasche a forma di animale o umane dai colori sgargianti.

Si trova nell’avellinese anche Calitri, dove la tradizione ceramica prende piede a partire dal XVI secolo, grazie alla scoperta di ricchi giacimenti di argilla in zona. Da qui, in breve inizia un fiorente commercio anche extra regionale, sulla scia del successo di due decori tipici e assai caratterizzanti: i “sing sing”, tipiche linee verticali che seguivano la circonferenza dei manufatti, e la “rosa mascarina”, una sorta di rosa selvatica stilizzata, arricchita nel tempo con stemmi o emblemi gentilizi e richiami ad animali o piante.

Altri due luoghi dediti a quest’arte si trovano nel Sannio. Il primo è Cerreto Sannita, nel Parco Regionale del Matese, dove è stato rinvenuto un forno arcaico per la cottura dell’argilla. Bisogna però attendere il ‘700 per veder nascere la Scuola delle Maioliche Cerretesi, dovuta a una proficua produzione di manufatti che iniziò a essere esportata in tutto il Meridione. Un approfondimento su tutte le fasi evolutive dello stile locale lo dà il Museo Civico e della Ceramica Cerretese, che raccoglie in tre sezioni i capolavori degli artigiani locali dall’epoca romana fino all’età contemporanea.

Il secondo “spot” sannita per appassionati del genere è San Lorenzello, la cui particolarità è che qui, dal Seicento in poi, si sono sviluppate varie botteghe ma tutte specializzate in una tipologia di manufatto, chi in vasi, chi in presepi, acquasantiere e così via. Una particolarità che ha reso unica la sua ceramica, ancora oggi esportata con successo, fino ad arrivare in Giappone e non solo.

Nel salernitano si trova infine Vietri sul Mare, tanto legata al mondo della ceramica da essere dichiarata nel 1997 Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Ciò che oggi si vive in paese, nelle sue viuzze affollate di botteghe artigiane dedite a tramandare quest’arte antica, è uno spaccato assolutamente fedele di ciò che già accadeva nei secoli addietro, quando il borgo era sia la base di produzione sia lo scalo commerciale della Badia di Cava de’ Tirreni. Perfetta, a chiudere questo itinerario all’insegna della bellezza plasmata da mani sapienti, è la visita alla chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, impreziosita dentro e fuori da straordinarie maioliche del Seicento.

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