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“Lieto di belle montagne, di più fiumi e di chiare fontane”. In questo breve verso, Giovanni Boccaccio delineava già nel Trecento l’immagine principe del Friuli Venezia Giulia, affascinato da quell’anfiteatro di rocce che digradano dolcemente verso il mare, proteggendo la Regione tutta da climi più rigidi. Una catena ininterrotta di cime lunga quasi 100 chilometri – tutelata come Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nella sua sezione dolomitica – che per la sua natura selvaggia rappresenta la parte più incontaminata dell’intero gruppo dolomitico, lasciata al suo stato primordiale.
Cime irte come guglie di chiese e campanili, ma pronte per essere scalate da chi alla montagna guarda come a un incredibile terreno di gioco per avventure e sfide da vertigine, lungo itinerari ad anello che le collegano l’una all’altra, da rifugio a rifugio, dove sostare per rifocillarsi con piatti tipici per poi ripartire verso un’altra vetta. Free climbing, scialpinismo e ice climbing per i più arditi, nordic walking, ciaspole ed escursioni slow per chi invece cerca il relax nella tranquillità di una passeggiata in quota, pronto a immortalare albe e tramonti che, con un po’ di fortuna, incorniciano anche il mare, distante poco più di un’ora d’auto.
Le Dolomiti del Friuli Venezia Giulia sono così, offrendo pendii anche per il più classico degli sport invernali, lo sci da discesa e di fondo, da praticare a ogni livello. Per esempio nel comprensorio sciistico di Forni di Sopra, attrezzato con gli impianti sciistici del Varmost – Forni di Sopra e un Fantasy Snow Park delizia di tutta la famiglia.
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