Il massiccio del Pollino e popolazione arbresche

Il massiccio del Pollino e popolazione arbresche

La zona a nord della provincia di Cosenza è occupata da una porzione del Parco Nazionale del Pollino, “santuario” dell’endemico pino loricato, perciò detto anche “Giardino degli Dei”, e delle vette più alte del Sud Italia, che sfiorano i a 2.200 metri e guardano a Ovest le coste tirreniche di Maratea, di Praia a Mare e Belvedere Marittimo e a Est il litorale ionico da Sibari a Metaponto. Istituito nel 1992 e “promosso” a Geopark Unesco nel 2015, il Pollino è l’area protetta più vasta d’Italia, che con i suoi 1.926 kmq si estende fra Calabria e Basilicata, comprendendo i Massicci del Pollino e dell’Orsomarso.
Benché sia la natura a fare da padrona da queste parti, non mancano gli spunti storico-archeologici, e persino preistorici, come per esempio nella Grotta-Riparo del Romito, o in quella di Sant’Angelo, con una graziosa chiesa ipogea del V-VI sec. d.C., o ancora nei borghi di Mormanno e Civita, fermi al Medioevo.

Per non farsi mancare nulla, c’è anche il tocco di “esotico” in più, dato dalle comunità di cultura Arbëreshe, presenti sul territorio dal 1470. Alcuni nuclei provenienti dall’Albania si rifugiarono qui per sfuggire alle milizie turche, rimanendo fedeli alle loro tradizioni e alla loro lingua, parlata ancora oggi, e fondando paesi come Acquaformosa, Civita, S. Basile, Lungro, Plataci, Frascineto, S. Costantino Albanese e S. Paolo Albanese.
La comunità albanese presente nel Pollino è fra le più radicate d’Italia: a Civita e a S. Paolo Albanese, si trovano i Musei della Civiltà Arbëreshe dove sono conservati numerosi oggetti, attrezzi e costumi tipici. Di grande interesse religioso sono le funzioni di rito greco-bizantino e le Vallje, le particolari danze che gli Arbëreshë intrecciano uniti l’un l’altro attraverso un fazzoletto.

Le guide del parco e le indicazioni precise dei vari sentieri permettono a chiunque, famiglie comprese, di esplorare il territorio seguendo fil rouge diversi, ora naturalistici, ora etnico-culturali e così via.

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