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Le opere architettoniche di Alessandro Antonelli hanno una sorta di “firma” d’autore, una riconoscibilità che è il fine ultimo di qualsiasi grande artista. Nel caso dell’architetto piemontese, nativo di Ghemme, nel novarese, è la verticalità, quell’aspirazione verso l’alto che tutte le sue principali creazioni mostrano con orgoglio. La più iconica di tutte, ovviamente, è la Mole Antonelliana di Torino, ma nella sua terra, la provincia di Novara, ha lasciato molte tracce, improntate con la stessa filosofia, la medesima grandiosità di proporzioni, stile, impatto visivo. Per scoprire davvero il suo genio, ci sono una serie di itinerari cultural-architettonici, come per esempio quello che tocca i nove Comuni della provincia di Novara in cui si trovano alcune delle architetture civili e religiose antonelliane più mirabili. Qualche esempio? Il Santuario del Santissimo Crocifisso a Boca, datato al 1822, Villa Caccia di Romagnano Sesia, la Chiesa di San Clemente e l’Asilo de’ Medici a Bellinzago Novarese e la cupola della Basilica di San Gaudenzio nel capoluogo di provincia, ardita costruzione terminata nel 1887.
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