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Un tempo, dove passavano le vie consolare arrivavano ricchezza e sviluppo. Il Ponte Romano di Rieti, datato al III secolo a.C., era parte della Via Salaria, che come dice il nome, tracciava il percorso di una delle merci più rare e preziose, il sale. Il ponte era il punto di accesso verso sud, e il collegamento tra Centro Storico e il quartiere Borgo. Oggi, quel ponte non c’è più, o meglio, ciò che ne rimane dopo la demolizione fatta negli anni Trenta, è adagiato sul fondale del Velino, a fianco del ponte moderno costruito nel dopoguerra, più alto e adeguato al nuovo corso del fiume.
Una delle attrazioni della città è il Teatro Flavio Vespasiano, costruito alla fine dell’Ottocento e con un’acustica considerata la migliore d’Italia e una delle migliori al mondo, tanto che ogni anno vi si svolgono il Concorso Internazionale per le nuove voci della lirica “Mattia Battistini” e il Concorso Nazionale per giovani attori, oltre al Reate Festival e al Rieti Danza Festival. Risale invece al 1283 il Palazzo Vescovile, ex dimora di diversi pontefici, il cui piano terra è caratterizzato da maestose volte a crociera gotiche a da due navate, sorrette da sei pilastri. Al primo piano si trova invece il Salone delle udienze, che dal 2005 ospita la pinacoteca del Museo Diocesano. Qui accanto si trova infatti la Cattedrale. Coevo, ma con una facciata tardobarocca, è il Palazzo Comunale, sede del municipio oltre che del Museo Civico – la cui sezione archeologica è collocata a breve distanza nell’ex monastero di Santa Lucia -, e il più importante di Piazza Vittorio Emanuele II. Qui sorge anche Palazzo Dosi Delfin, che ospita la Sabina Universitas, dove si mischiano elementi neoclassici e barocchi. Ha invece foggia rinascimentale il Palazzo Vincentini, su piazza Cesare Battisti e sede della prefettura. La “sfilata” dei palazzi d’epoca continua lungo Via Roma, l’antico Cardo, dove si trova Palazzo Vecchiarelli, realizzato sul finire del XVI secolo su progetto di Carlo Maderno. Palazzo Vincenti Mareri risalente al XIX secolo, è la residenza storica dei conti Vincenti Mareri: il tocco neoclassico che lo caratterizza è di uno dei maestri dell’epoca, Giuseppe Valadier, che lo ingrandì fondendolo con i preesistenti palazzi degli Aligeri e dei Cerroni. Al di là dei due portali in bugnato, si sviluppa un insospettabile giardino all’italiana con una fontana su cui si trova una statua in terracotta di Cerere, copia di un originale romano.
Quanto alla cinta muraria reatina, se quella di epoca romana è in gran parte scomparsa, quella medievale del XIII secolo è tra le più imponenti e meglio conservate del Lazio, con cinque porte di accesso. Resti romani si trovano invece sotto il manto stradale di Via Roma, sorretto dagli archi del viadotto del III secolo a.C., proseguimento della Via Salaria.
Chi volesse vedere tale meraviglia, può prenotare una delle visite guidate alla Rieti sotterranea, che si snoda tra le cantine dei palazzi nobiliari che fiancheggiano la via.
Piazza San Rufo riporta invece al periodo medievale, da visitare perché nell’omonima chiesa che vi si affaccia si individua l’esatta collocazione del centro geografico della penisola italiana (Umbilicus Italiae). In virtù di questa sua fortunata geolocalizzazione, Rieti è stata scelta per la collocazione di un curioso monumento in Piazza Cavour: il monumento dedicato alla lira italiana, inaugurato il 1º marzo 2003 all’indomani dell’introduzione dell’Euro. Realizzata con la fusione di 2 200 000 monete da 200 lire presso le Fonderie Caggiati di Parma, su disegno di Daniela Fusco, l’opera rappresenta l’Italia turrita che sostiene una grande moneta da una Lira, mentre su uno dei tanti drappi che l’avvolgono è impressa la scritta “L’Italia per la Lira”. La statua è rivolta verso il Ponte Romano, mentre su un lato scorre un piccolo rivolo d’acqua che simboleggia il fiume Velino, il simbolo della ricchezza di Rieti e della sua provincia: l’acqua.
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