Terre di Pisa

Terre di Pisa

Nascita, vita e morte si ritrovano l’una accanto all’altra nella Piazza dei Miracoli di Pisa, rispettivamente rappresentati da Battistero, Cattedrale e Campo Santo Monumentale. A latere, ma protagonista di questo straordinario insieme architettonico, la celebre Torre Pendente. Dedicato a San Giovanni Battista, il Battistero è il più grande d’Italia con una circonferenza di 107,24 metri e un’altezza di 54 metri e 86 centimetri, che gli attribuiscono un’eco singolare e un’acustica eccezionale tali da trasformarlo in un vero e proprio “strumento musicale”. Al centro della Piazza, la Cattedrale di Santa Maria Assunta, in stile romanico pisano con influenze bizantine e arabe, rappresentava qualcosa di nuovo nel panorama architettonico dell’epoca, grazie alla policroma della facciata e all’uso del loggiato. E una volta all’interno, ecco l’abside con il mosaico di Cimabue e il pergamo di Giovanni Pisano, considerato il capolavoro del gotico italiano, la tomba dell’imperatore Enrico VII di Lussemburgo, collocata dietro l’altare maggiore, nell’abside, a dimostrare la devozione dei Pisani ghibellini per l’Imperatore del Sacro Romano Impero.

Poi, la Torre Pendente, che non ha bisogno di spiegazioni neanche per quello strano fenomeno che la regge ancora in piedi da quel lontano 1173. Pensata come campanile staccato dalla Cattedrale, mostrò i primi problemi statici sin dall’inizio dei lavori, quando si arrivò a costruire il terzo anello. Così, da lì in su, gli anelli furono costruiti con piani leggermente storti per controbilanciare la pendenza. Nel corso degli ultimi decenni, dopo un’importante opera di consolidamento, la torre è stata riaperta al pubblico e una volta percorsi i 294 gradini, la vista si apre su tutta Pisa e la campagna circostante. Il Camposanto Monumentale ha la funzione di cimitero della Cattedrale e ospita le sepolture dei pisani più illustri, inumati nella terra di Gerusalemme portata dai Pisani di ritorno dalla Crociata in Terra Santa. In tempi più recenti, nel 1944, una bomba dell’artiglieria americana ne colpì il tetto provocando un incendio, che danneggiò il ciclo degli affreschi medievali, poi portati via con la tecnica dello “strappo”. Questa tragedia permise però un’importante scoperta: quella delle sinopie, i disegni preparatori in ocra rossa sottostanti agli affreschi. Recentemente, il ciclo di affreschi “Il Trionfo della Morte“ (1336-1341) è stato ricollocato in parete al Cimitero Monumentale a seguito di un lungo e delicato restauro.

Vicino al Camposanto si trova il Museo delle Sinopie, dove sono conservati i disegni preparatori degli affreschi realizzati da Bonamico Buffalmacco (autore del Trionfo della Morte), Taddeo Gaddi e Pietro di Puccio da Orvieto, che iniziò il ciclo delle Storie del Vecchio Testamento, portato a termine da Benozzo Gozzoli. Il Museo dell’Opera del Duomo ospita invece una splendida collezione della produzione scultorea pisana realizzata tra XI e XIV secolo, il tesoro della Cattedrale, le statue e reperti rimossi per restauro dai monumenti di Piazza dei Miracoli.

La Piazza dei Miracoli di Pisa è tutt’oggi protetta dalla cinta delle Mura Medievali, percorse da un camminamento di ronda di 6 km di cui 3 sono stati recentemente riaperti al pubblico, pronti a regalare prospettive insolite della città e della piazza stessa. Al di là di questa cortina di difesa sfruttata oggi come belvedere si possono scoprire gli altri luoghi d’arte di Pisa. Negli Arsenali Medicei trova degna collocazione il bellissimo Museo delle Navi Antiche con 800 reperti esposti in 8 sezioni rinvenuti nel 1998 durante i lavori alla stazione di San Rossore. Dal suolo tornarono alla luce trenta imbarcazioni in ottimo stato di conservazione di epoca romana e migliaia di reperti tra vasi, anfore, metalli, materiali organici, tanto che Pisa fu ribattezzata la “Pompei del mare”. Il cinquecentesco Palazzo Reale, residenza invernale della corte dei Medici, poi dei Lorena Granduchi di Toscana e infine dei Savoia, è invece sede del Museo Nazionale, che attraverso cimeli e opere di ogni genere traccia il percorso di queste tre grandi dinastie. Codici miniati e oltre 200 opere di maestri quali Nicola Pisano, Donatello, Giunta Pisano, Simone Martini e Masaccio sono invece in mostra al Museo Nazionale di San Matteo, il più importante polo di pittura e scultura della città. Appartiene alla Fondazione Pisa il Palazzo Blu, sede della Collezione Simoneschi, con opere di Giuseppe Viviani e saloni finemente arredati in stile settecentesco con mobili d’epoca e vista sui lungarni.

Altra chicca in città sono l’Orto e il Museo Botanico, fondato nel 1543 dal naturalista, medico e botanico Luca Ghini, ignaro allora di realizzare il primo orto botanico universitario del mondo. L’attuale sede risale al 1591, mentre quella originaria si trovava sulle rive del fiume Arno. Ampliato nel tempo, oggi occupa circa due ettari con una collezione di piante dei cinque continenti: le succulente dei deserti africani e americani; le piante aromatiche della macchia mediterranea; le specie delle paludi toscane; numerosi alberi secolari e tante altre.
Negli ambienti di Palazzo Lanfranchi si trova il Museo della Grafica, punto di riferimento della grafica contemporanea, con opere di Sebastiano Timpanaro, Carlo Ludovico Ragghianti e Giulio Carlo Argan. Chiudono questa carrellata di luoghi dedicati all’arte tout court le Collezioni Egittologiche dell’Università di Pisa, polo di fama internazionale per l’importanza dei suoi reperti, specialmente quelli provenienti dall’area dell’antica Nubia. L’origine di questo tesoro si deve al pisano Ippolito Rosellini, “padre dell’egittologia italiana”, che insieme al francese Champollion guidò nel 1828 la spedizione in Egitto e Nubia, rivelatasi poi fondamentale per lo studio dell’antico Egitto.

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