Il Palazzo della Loggia di Noale, imponente edificio in stile gotico veneto, occupa una posizione di rilievo nel cuore del centro cittadino. La sua storia affonda le radici nel 1389, quando fu eretto a fianco della Torre dell’Orologio, nei pressi del suggestivo corso del fiume Marzenego. In quel periodo, Noale era sotto il dominio della famiglia Tempesta, e il palazzo fungeva da sede amministrativa per la giustizia.
Nel corso dei secoli, il Palazzo della Loggia ha continuato a svolgere questo ruolo cruciale durante il governo della Repubblica di Venezia. Qui, un tribunale presieduto da un governatore nominato dalla Serenissima gestiva le questioni giuridiche della comunità.
A partire dal 1460, a causa delle esigenze crescenti, accanto al palazzo originario venne eretto un edificio di dimensioni maggiori, noto come logia nova. La struttura medievale, soggetta a diversi rimaneggiamenti nel corso del tempo, fu definitivamente demolita nel 1848 per fare spazio all’edificio attuale, che ancora oggi si erge con maestosità. Nel corso del XX secolo, il Palazzo ha ospitato la sede del municipio di Noale, mantenendo la sua importanza storica.
Oggi, il Palazzo della Loggia continua a svolgere un ruolo centrale nella vita della comunità, ospitando la sede del consiglio comunale e la pinacoteca Egisto Lancerotto. L’ultimo piano è destinato all’Associazione Pro Loco di Noale, contribuendo così a mantenere viva la tradizione e la cultura della città attraverso iniziative e eventi culturali
La Rocca dei Tempesta, nota anche come Palacium castri o castrum, è una dimora signorile fortificata situata nel cuore del centro medievale di Noale. La sua costruzione è presunta risalire al XII secolo, e il complesso ha recentemente beneficiato di un intervento di restauro conservativo.
La Rocca, che si erge maestosa a cavallo della direttrice Camposampiero-Mestre, presenta una forma di quadrilatero irregolare. Originariamente concepita per scopi militari, la struttura fu utilizzata in tale contesto fino al 1763. Successivamente, caduta in disuso e in stato di decadenza, nel 1819 fu trasformata in Camposanto e rimase tale fino al 1983.
Il complesso ospita al suo interno una chiesa e abitazioni decorate con affreschi, testimonianza dell’antica e nobile storia della Rocca. La cinta muraria originale, sebbene demolita nel XVI secolo, conserva ancora le tracce della sua imponenza passata. Due grandi porte d’ingresso al castello, impreziosite da merlature ghibelline, accolgono i visitatori. Ad arricchire ulteriormente il panorama, due torri possenti emergono all’interno del complesso: la Torre dell’Orologio e la Torre delle Campane.
Il Museo Etnografico “”Angiul Sai”” è una preziosa testimonianza del patrimonio architettonico e culturale di Costalta, l’unico paese nel Comelico che conserva ancora numerose dimore completamente realizzate in legno, rappresentando così un’architettura rurale montana autentica e ricca di storia.
Il museo, istituito con l’obiettivo di valorizzare questo patrimonio unico, accoglie i visitatori in una suggestiva casa-museo. Al centro di questa esperienza, il signor “”Angiul Sai”” diventa protagonista, immortalato nelle sculture di legno realizzate con maestria dall’artista Tita Zasso. Il suo personaggio leggendario diventa la guida ideale per esplorare gli ambienti interni della casa e immergersi nella vita quotidiana delle popolazioni della valle fino alla metà del secolo scorso.
Un viaggio nel tempo e nella memoria conduce i visitatori attraverso diverse stanze, ognuna delle quali rivela dettagli e oggetti che raccontano storie di un passato remoto. La cucina, il corridoio, la stalla, la camera e la cantina sono spazi che offrono uno sguardo autentico sulla vita e sulle tradizioni di questa comunità montana. Elementi architettonici e arredi originali, insieme a utensili e oggetti quotidiani, completano l’esperienza, offrendo una panoramica completa della cultura locale.
Il Museo Etnografico “”Angiul Sai”” non solo preserva la memoria dell’architettura rurale montana, ma costituisce anche un’opportunità educativa per i visitatori interessati a comprendere le radici e le tradizioni di questa affascinante comunità. L’autenticità degli ambienti e la guida virtuale del signor “”Angiul Sai”” rendono la visita un’esperienza immersiva e significativa, contribuendo a preservare e condividere il ricco patrimonio di Costalta con le generazioni future.
Palazzo Poli de Pol, situato nella suggestiva piazza di San Pietro di Cadore, è un’opera architettonica di grande rilevanza costruita tra il 1665 e il 1667, e oggi funge da sede del Municipio. L’attribuzione dell’architettura è spesso associata al maestro veneziano Baldassare Longhena, e l’edificio, sviluppato su tre piani, presenta un’elegante simmetria sia orizzontale che verticale.
La facciata, arricchita da dettagli di grande pregio, rivela una cura particolare nei suoi elementi decorativi. Le cornici marcapiano delineano chiaramente le varie sezioni, mentre la decorazione a bugnato del primo piano aggiunge un tocco di maestosità. Un elemento di particolare interesse è la trifora con archi a tutto sesto al piano terra, ripresa in maniera simmetrica al piano nobile, arricchita da una balaustra con eleganti colonnine in pietra.
Palazzo Poli de Pol, oltre a incarnare l’eleganza dell’architettura veneziana, è anche legato a una ricca storia familiare. Originariamente costruito sul terreno di proprietà di una branca della famiglia de Pol, fu successivamente acquisito dagli stessi, i quali risiedevano in una sontuosa villa cinquecentesca nella vicina borgata di Mare. All’interno del palazzo, sono conservati pregevoli affreschi risalenti al 1682, testimonianza artistica di un’epoca passata.
Il complesso di Villa Poli de Pol Sammartini è una sontuosa dimora costituita da un imponente corpo padronale a tre piani, sottotetto e due ali laterali più basse, affiancate da un grande rustico isolato. L’edificio si distingue per la sua notevole eleganza, caratterizzata da un sapiente gioco di elementi decorativi architettonici che conferiscono un’impressione di raffinata maestosità.
L’ala ovest del corpo padronale è un vero capolavoro artistico, con pareti e soffitto rivestiti da pannelli in legno dipinti. Questi pannelli sono adornati con intricate quadrature architettoniche che si aprono su paesaggi montani, creando un’atmosfera suggestiva e unica. Inoltre, i dettagli decorativi includono medaglioni con eleganti testine, elaborati motivi floreali e, agli angoli, affascinanti raffigurazioni delle quattro stagioni.
L’intera villa è avvolta da un’aura di aristocratica bellezza, testimoniata dall’architettura raffinata e dagli elementi decorativi che conferiscono un carattere distintivo a questo luogo.
Il Castello Scaligero di Soave si erge con imponenza al centro del borgo, offrendo ai visitatori un affascinante viaggio nel cuore dell’architettura militare medievale. Questo magnifico maniero è un esempio rappresentativo della grandiosità e dell’ingegneria dell’epoca scaligera, divenendo una tappa imperdibile per chi desidera immergersi nella storia di Soave. Costruito nel XIV secolo, il Castello Scaligero è un esempio impeccabile di architettura militare medievale. Le sue possenti mura, i camminamenti e il maestoso mastio sono testimonianze tangibili della maestria degli ingegneri che lo concepirono. Le torri coronate da merli guelfi si stagliano nel cielo, creando un’atmosfera epica che trasporta i visitatori indietro nel tempo. Le guide turistiche di Soave arricchiscono la visita del castello con racconti avvincenti delle sue vicende storiche, arricchiti da aneddoti e leggende tramandate nel corso dei secoli. Le visite guidate sono adatte a scolaresche, piccoli gruppi privati e grandi organizzazioni. L’itinerario offre un’opportunità unica per gli studenti delle scuole medie di approfondire il programma di storia medievale, comprendendo il ruolo dei castelli nel controllo feudale del territorio e nell’evoluzione delle signorie. La visita al Castello Scaligero può estendersi al suggestivo borgo fortificato di Soave, aggiungendo ulteriori sfumature storiche all’esperienza. Per gli adulti, l’itinerario può concludersi con una degustazione di vini locali nelle cantine circostanti, regalando un assaggio dei rinomati vini Soave e arricchendo la visita con le delizie enogastronomiche della regione. La visita al Castello Scaligero ha una durata di circa 2 ore, durante le quali i visitatori avranno l’opportunità di esplorare i cortili esterni, addentrarsi negli interni del maniero e salire fino al maestoso Mastio. Il percorso è adattabile a diverse esigenze, garantendo un’esperienza completa e coinvolgente per tutti i tipi di visitatori.
Immerso tra le colline dei Monti Lessini e la valle dell’Adige, il borgo di Soave si presenta come una gemma medievale, testimone di una storia millenaria. Caratterizzato dalla maestosa presenza del castello che si erge su un colle, Soave incanta con la sua atmosfera intrisa di tradizione e bellezza. L’eremo domina il borgo, offrendo una vista panoramica abbraccia le sue mura perfettamente conservate e il centro storico sottostante. Risalente a epoche lontane, questa iconica costruzione è una testimonianza vivente dei secoli trascorsi. Visitare il castello significa andare alla scoperta di una lunga storia fatta di nobili, guerre e epoche che si susseguono. Le sue mura raccontano di passaggi di sovrani e di momenti cruciali della storia locale. Le mura del castello scendono ad abbracciare il centro storico del borgo, creando un’atmosfera suggestiva. Gli stretti vicoli, le piazze accoglienti e le facciate delle case di epoche passate si mescolano in un affascinante labirinto che invita a perdersi e scoprire ogni angolo del borgo. Ogni stradina è un racconto, ogni piazza una testimonianza della vita che ha animato Soave attraverso i secoli. Soave è rinomato per la sua produzione vinicola, un’eccellenza che si è consolidata nel corso dei secoli. La tradizione enologica di questo borgo è celebrata da quattro prestigiosi riconoscimenti DOC, confermando la qualità dei suoi vini. Il Soave rappresenta addirittura il 40% della produzione DOC della provincia veronese, affermandosi come uno dei tesori enogastronomici più significativi dell’Italia. I vigneti che circondano Soave sono un dipinto di verde che contribuisce alla bellezza paesaggistica del luogo. Le eccellenze enogastronomiche di Soave hanno fatto del borgo una destinazione di rilievo per gli amanti del buon cibo e del buon vino. La cucina locale, arricchita dai sapori intensi dei prodotti del territorio, offre un’esperienza culinaria autentica. Soave si rivela così non solo come un viaggio nel passato, ma anche come una scoperta dei sapori unici di questa terra.
Portobuffolè, il pittoresco borgo che si erge nella provincia di Treviso, è un tesoro di autenticità e storia. Con i suoi 751 abitanti su una superficie di appena 5,08 chilometri quadrati, è il più piccolo comune della provincia, ma la sua grandezza risiede nella preservazione delle sue peculiarità e nella sua elegante semplicità. Il borgo ha meritato importanti riconoscimenti, tra cui l’inclusione nel Club “”I Borghi più belli d’Italia””, che ne sottolinea la bellezza e l’autenticità. La Bandiera Arancione sventola con orgoglio, attestando la qualità dell’offerta turistica e l’accoglienza riservata ai visitatori. Le vie di Portobuffolè sono un viaggio affascinante nel tempo, una passeggiata tra edifici intrisi di storia. Via Businello, dominata dalla duecentesca casa di Gaia da Camino, conduce a Piazza Vittorio Emanuele II. Qui si dispiegano edifici pubblici d’età veneta che narrano la storia del borgo: la Dogana (XIV secolo), il Monte di Pietà (fine del ‘400), la Loggia comunale (XVI secolo) e il Duomo (fine del XV secolo), ricavato da una sinagoga dopo l’espulsione della comunità ebraica. La piazza è il cuore pulsante di Portobuffolè, un luogo dove il passato si fonde con il presente. La Dogana, antica e maestosa, si erge come sentinella del tempo, mentre il Monte di Pietà e la Loggia comunale raccontano storie di commercio e convivialità. Il Duomo, con la sua imponenza, celebra l’arte e la devozione di epoche passate.
Attraverso Porta Friuli, risalente al 1513, si apre un viale alberato che conduce al suggestivo borgo dei Barcaroli. Questo luogo fu destinato alla quarantena di merci e viandanti, e ancora oggi conserva i resti del quattrocentesco ospedale dei Battuti. Un luogo che racchiude le storie di commercio e di incontri di un tempo lontano.
La storia di Portobuffolè rivive ogni due anni con la “”Portobuffolè, XIII secolo””, una rievocazione storica medievale che trasforma le strade del borgo in un affascinante scenario d’epoca. Le tavolate di piatti dell’epoca, figuranti e sbandieratori in costume animano le vie, regalando un’esperienza unica ai visitatori.
Il Museo del Ciclismo di Portobuffolè è uno dei siti museali del ciclismo più importanti in Italia, un viaggio attraverso le epoche e le vittorie dei grandi campioni immortalati nelle maglie iridate, gialle, rosa, oro, arancioni, tricolori, azzurre e nere. Fondato da Toni Pessot, il museo nacque dalla sua passione per il ciclismo, iniziando come una modesta collezione di maglie, trofei e articoli di giornale. Nel corso degli anni, la raccolta si è evoluta, superando le 150 maglie, trasformandosi nel Museo del Ciclismo attuale. Ospitato negli spazi di Casa Gaia da Camino a Portobuffolè, il museo è una celebrazione di due figure di rilievo nel mondo del ciclismo: Giovanni Micheletto e Duilio Chiaradia. Giovanni Micheletto, vincitore del 4° Giro d’Italia con la mitica Atala, è omaggiato insieme a Duilio Chiaradia, pioniere della ripresa televisiva sportiva, soprattutto ciclistica. La collezione si arricchisce costantemente di cimeli di grande valore, consolidandosi come uno dei più importanti musei italiani dedicati al ciclismo.
La sede espositiva del Museo del Ciclismo, situata in via Borgo Servi, offre ai visitatori un viaggio affascinante attraverso la storia del ciclismo italiano. Ogni maglia, ogni trofeo racconta una storia di sfide, vittorie epiche e eroi del pedale che hanno fatto la storia dello sport.
Il Museo della Civiltà Contadina e dell’Artigianato dell’Alto Livenza è un tributo al recente passato, una narrazione visiva di come si sia sviluppata la cultura delle arti e dei mestieri nell’area dell’Alto Livenza. Questo museo, ospitato nella torre civica, attinge da oltre 2000 pezzi donati dai cittadini di Portobuffolè e di altri comuni circostanti, creando una ricca e interessante raccolta. Gli oggetti esposti offrono uno sguardo approfondito sulle attività che hanno caratterizzato la vita quotidiana degli abitanti di queste terre nel corso dell’ultimo secolo. Strumenti agricoli, torchi per il vino, botti, tini, gioghi in legno per il bestiame, scale di varie dimensioni, falci, badili e sgranatrici raccontano storie di duro lavoro nei campi. La tagliafoglie, utilizzata per recidere le foglie dei gelsi per la lavorazione del baco da seta, testimonia un’attività ormai tramontata. Una sezione del museo è dedicata alla storia della lavorazione del legno, con attrezzi che risvegliano la maestria artigianale di un tempo. La filatura e la tessitura, prevalentemente svolte dalle donne, sono documentate da macchine ancora funzionanti. Queste macchine, originariamente prodotte nelle filande di Biella, furono poi distribuite alle famiglie locali per lavori artigianali quando furono dismesse dall’attività industriale. Giungendo all’ultimo piano, i visitatori sono accolti da un panorama mozzafiato. Da un lato, si estende la vasta spianata verde dei Pra’ de Gai, dall’altro si snoda il corso del fiume Livenza