La bella spiaggia di Orrì è quanto si può ammirare dal sito archeologico del Nuraghe di S’Ortali e Su Monti, sulla costa ogliastrina, nella Sardegna orientale. Il complesso comprende un nuraghe con mura e annesso villaggio, una tomba di giganti, tre menhir e una seconda cortina muraria. Pur essendo in pessime condizioni di conservazione, il nuraghe ha una torre con ingresso trapezoidale e architrave.
Nei dintorni, oltre il muro del nuraghe, sono state evidenziate numerose capanne, fra cui due circolari, con focolare centrale, attorno al quale sono riemersi materiali d’uso quotidiano, come ceramiche, macine e pestelli. Il sito conserva anche nove “siloi” per la conservazione di derrate alimentari, testimoniate da abbondanti resti di granaglie. A valle del rilievo su cui si trova l’area di S’Ortali e Su Monti c’è la tomba di giganti, datata intorno al 1500 a.C., con sepoltura e stele centinata, il tutto realizzato con blocchi di granito e di porfido poliedrici di medie dimensioni.
Lungo il pendio dell’insellatura si trovano tre menhir: il primo lungo 4,25 metri e largo 0,98, appuntito e fratturato in due tronconi; il secondo lungo 2,65 e largo 1,30, di tipo protoantropomorfo con forma ogivale e sezione piano-convessa; il terzo misura 3,60 metri di lunghezza e 0’98 di larghezza, anch’esso protoantropomorfo, di forma ogivale e con sezione piano-convessa schiacciata.
Type of point of interest: Arte e cultura
Complesso Nuragico Adoni
Nei dintorni del Comune di Villanova Tulo, provincia di Sud Sardegna, si trova il Complesso Nuragico di Adoni. La sua pianta complessa è resa in parte inagibile anche per la presenza di alberi secolari che impediscono l’ingresso ad alcuni ambienti, ma visitare l’area ha comunque il sapore di una piccola scoperta. Belle le torri angolari del nuraghe, all’interno di una delle quali sono stati rinvenuti reperti in bronzo e fittili di diversa funzione. Il pezzo più importante è sicuramente la bella brocca “oinochoe” che si rifà al modello etrusco e poi greco dei recipienti impiegati per servire il vino, tipologia assai diffusa in tutta la penisola italiana.
Borgo di Abbateggio
Si trova sempre un buon motivo per percorrere quei 40 km che da Pescara portano verso l’interno andare, fino ad Abbateggio, insignito della targa dei “Borghi più belli d’Italia”. Ci si va se si è appassionati di arte, archeologia, paleontologia e natura. Nel centro del borgo, per esempio, si visita la Parrocchia di San Lorenzo Martire, che il 10 agosto festeggia il Santo Patrono, prima tappa religiosa di un “tour” che prosegue col Santuario della Madonna dell’Elcina, luogo sacro legato alla leggenda di due pastorelli muti di Abbateggio, che qui videro un quadro che rappresentava la Madonna seduta su un albero con in braccio Gesù Bambino. La Signora avrebbe chiesto ai pastorelli di erigere la Chiesa su quel colle, e così fu, per poi essere riedificata nel 1927 sull’antica costruzione. Oggi il Santuario presenta una facciata in blocchi di pietra con un portale chiuso da una vetrata artistica con motivo in ferro battuto restaurato. Sull’altare maggiore è conservata la statua della Madonna in terracotta dipinta, del Quattrocento, e sotto l’altare un tronco di elce, traccia dell’antico albero sul quale apparve la Vergine. Illustra invece le architetture povere tipiche dell’ambiente agro-pastorale abruzzese l’Ecomuseo del Paleolitico – Villaggio Tholos, museo all’aperto con sei capanne ricostruite in pietra a secco, parte di un percorso didattico e conoscitivo che mette in evidenza come l’uomo e la natura hanno interagito nei secoli, a partire da 500.000 mila anni fa. Imperdibile per tutti la sosta alla celebre Cascata di Cusano, assaggio di ciò che sa regalare il Parco Nazionale della Majella.
Borgo di Caramanico Terme
Era il 1576 quando a Caramanico Terme, borgo medievale nel cuore del Parco Nazionale della Majella, venivano scoperte alcune sorgenti minerali, in particolare una oligominerale e diuretica, detta il Pisciarello, e altre due solfuree e antinfiammatorie, ribattezzate Salute e Gisella. Da allora, Caramanico è diventata quella che oggi definiamo una wellness destination, incentrata su riabilitazione e prevenzione e su programmi di remise en forme basati su trattamenti termali ed estetici, massaggi, cure drenanti e rilassanti. Ad agevolare la ripresa psicofisica aiuta anche il contesto naturalistico del Parco Nazionale, perfetto per ogni genere di attività outdoor. Molti i rifugi di montagna e le escursioni praticabili in zona, nella Valle dell’Orfento e sul monte Morrone per esempio, mentre per aggiungere un po’ di adrenalina c’è il Parco Avventura Majagreen. Caramanico è inoltre tappa del Cammino di Celestino V: il pellegrinaggio religioso-spirituale che onora la vita e le opere dell’eremita Pietro da Morrone, eletto Papa nel 1294 col nome di Celestino V, transita ovviamente anche da L’Aquila, nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio, da lui fatta costruire qualche anno prima e oggi riconosciuta Patrimonio Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO per via della Perdonanza Celestniana, celebrazione giubilare annuale istituita proprio dal Papa e tuttora esistente.
Fra le sorprese che ha in serbo Caramanico Terme c’è anche l’Istituzione Comunale Musicale, sede primaria di formazione, specializzazione e ricerca nel settore musicale creata con lo scopo di recuperare e promuovere le tradizionali musicali locali e sperimentare spaziando nei molteplici ambiti musicali. Per il resto, non rimane che concedersi una passeggiata nel centro storico, un reticolo di stretti vicoli, case-mura, i resti di una fortezza difensiva, e alcuni interessanti edifici religiosi. In primis, l’Abbazia di Santa Maria Maggiore, dell’XI secolo, dove spiccano gli esterni in stile gotico e lo splendido portale, la Chiesa di S. Nicola, del XIV secolo, e la bellissima Chiesa di San Tommaso Becket, nota anche come Chiesa di San Tommaso di Paterno, risalente agli inizi del XII secolo.
Borgo di Casoli
Il massiccio della Majella, la Riserva Naturale Lago di Serranella, il torrente Gogna, il Lago Sant’Angelo presso la Torre di Prata, un bacino artificiale creato nel 1956 dallo sbarramento dell’Aventino. Sono numerosi gli spunti di viaggio nei dintorni di Casoli, borgo medievale in della provincia di Chieti, ma la visita non può prescindere dal Castello Ducale, bell’esempio di architettura rinascimentale, posto in cima all’abitato, a dominare la valle fluviale con il Lago Sant’Angelo. Monumento Nazionale orgoglio del Comune, il Castello Ducale trova nell’elegante Stanza del Silenzio il suo elemento distintivo, dove è allestita la mostra permanente sui protagonisti del Cenacolo Abruzzese. La visita prosegue poi nella Sala Pascal in onore del politico Pasquale Masciantonio e nella Sala Lionel Wigram, Maggiore dell’esercito inglese protagonista della costituzione della Brigata Majella. Per le vie del borgo si scorgono poi la Chiesa di Santa Reparata, in parte ricostruita dopo i bombardamenti del 1943, la Chiesa di San Rocco, in stile neoclassico e con decorazioni barocche, la Parrocchiale di Santa Maria Maggiore, ricca di opere d’arte che vanno dal Cinquecento all’Ottocento. La passeggiata sfiora anche alcuni eleganti dimore private, fra cui spiccano Palazzo Travaglini – De Vincentiis, Palazzo Tilli, del Settecento, Palazzo Ricci e Palazzo De Cinque, Casino Rancitti e l’ex Palazzo Comunale, intervallati da variopinti murales realizzati da artisti contemporanei.
Borgo di Città Sant’Angelo
Il centro storico di Città Sant’Angelo è una continua scoperta di beni architettonici di valore inestimabile, come per esempio la bella Collegiata di San Michele, da far terminare con una romantica passeggiata, con vista sul Mar Adriatico da un lato e le cime dell’Appenino, della Majella e del Gran Sasso d’Italia dall’altro. Una meta immersa nella piacevolezza delle colline a ridosso di Pescara, dove si ha il privilegio di respirare ancora atmosfere autentiche, con tradizioni e sapori della tradizione.
Museo Archivio Giosue’ Carducci
Per un poeta, non c’è elemento più prezioso che il primo pensiero che ha ispirato una strofa, una rima. Pensieri appuntati spesso di getto, là dove poi sono diventati versi immortali.
Nel Museo Archivio Giosuè Carducci, a Castagneto Carducci, fra i cimeli appartenuti al poeta toscano ci sono anche molte bozze di poesie, soprattutto quelle legate al territorio natio tanto amato e decantato, che nel 1906, pochi mesi prima della sua morte, gli valsero il Premio Nobel per la letteratura, facendolo passare alla storia come il primo italiano in assoluto a vincerlo.
Il museo, inaugurato per il 75° anniversario dalla sua morte e poi rinnovato nel 2007 per il centenario, ripercorre la vita del poeta attraverso libri, riviste, materiale iconografico di persone e luoghi diventati per sempre “carducciani”.
Museo Naturalistico Archeologico “Paolo Barrasso”
Paolo Barrasso era un biologo del Corpo Forestale dello Stato, ma soprattutto un innamorato del suo territorio, l’Abruzzo, e in particolare della Majella. Per questo, nel 1986, il Centro Visitatori del Parco Nazionale della Majella è stato intitolato a lui e alla sua appassionata attività a tutela della natura di quest’oasi nel cuore dell’Italia. Il Centro nasce con lo scopo di illustrare alcuni degli aspetti più significativi del Parco Nazionale e tutti i diversi habitat, dai vasti pianori di alta quota attorno alla vetta del Monte Amaro (2793 metri) alle mughete, dalle estese faggete ai querceti, per un totale di oltre 2100 specie vegetali censite, che insieme rappresentano un terzo di tutta la flora nazionale. Qui a Caramanico, nota stazione termale, si trova dunque il Centro Visitatori, al cui interno è collocato il Museo Naturalistico-Archeologico, anch’esso intitolato a Paolo Barrasso, composto da numerose sezioni, fra cui la sezione geologica, archeologica e quella dedicata al Progetto Lontra. Molte le attività di didattica ambientale proposte, che ne fanno un importante punto di riferimento per la ricerca scientifica.
Paleo Archeo Centro di Genoni
Paleontologica, Archeologica e Didattica. Sono queste le tre sezioni che compongono il
Paleo Archeo Centro di Genoni, in provincia di Oristano. Creato per educare, stimolare la collaborazione fra scuole e università e per incentivare lo studio e la comprensione dei fenomeni scientifici e storici, il P.AR.C. vanta una ricca collezione di fossili del territorio e di reperti di epoca nuragica, punica e romana. Fra le curiosità c’è il plastico della sommità del colle di Santu Antine con la ricostruzione della chiesa romana, delle fortificazioni puniche, del nuraghe e del pozzo di origine nuragica più profondo della Sardegna. Interessante anche il diorama 1:1 del fondo del pozzo e le riproduzioni dei reperti trovati al suo interno. Lo scopo didattico trova sfogo anche in un originale spazio dove viene simulato uno scavo paleontologico e archeologico, corredato di filmati che descrivono il lavoro dell’archeologo e del paleontologo.
Sito Archeologico di Romanzesu
Al Km. 54,200 della Strada Statale 389, nei pressi di Bitti, Nuoro, si trova uno dei più importanti complessi abitativi e cultuali della Sardegna nuragica, Romanzesu. Sono oltre un centinaio le capanne ancora ben visibili, cinque gli edifici di culto fra cui un tempio a pozzo e quattro a “megaron”, cui si aggiunge un grande recinto cerimoniale. Il tempio a pozzo, detto così perché dalle sue fenditure sgorga l’acqua sorgiva, era il cuore del villaggio. La sua camera circolare ha dimensioni ragguardevoli: diametro di 3,40 metri e 3,6 di altezza. Un corridoio a gradoni, segnato da alcuni menhir, collega il pozzo con una grande vasca circolare a gradoni del diametro di 14 metri, rifinita con un pavimento lastricato. Recenti scavi hanno permesso di riportare alla luce alcuni reperti dell’area del pozzo, importanti per la datazione del sito, compresa fra il XIII e il IX sec. a.C..