Il Museo Archeologico Nazionale di Fratta Polesine è un sito culturale del Sistema Museale Provinciale Polesine, nato nel 2003 con l’obiettivo di diffondere e valorizzare il ricchissimo patrimonio culturale della regione. Questo museo è parte di una rete dinamica, in cui musei di varie dimensioni collaborano sinergicamente, contribuendo a creare un sistema coeso e funzionale. L’organizzazione congiunta dei musei favorisce la realizzazione di iniziative e progetti qualificati, promuovendo lo scambio di informazioni e facilitando un efficace confronto tra le diverse istituzioni culturali. Il Sistema Museale Provinciale Polesine si è affermato come una struttura solida, pronta a svolgere un ruolo chiave nel processo di sviluppo dell’offerta turistico-culturale della provincia di Rovigo. La collaborazione tra i musei consente una visione integrata del patrimonio culturale, arricchendo l’esperienza del visitatore attraverso un percorso unificato e coerente. Il Museo è una tappa imperdibile per coloro che desiderano esplorare le radici storiche della regione. Il museo si impegna a offrire un’esperienza educativa e coinvolgente, permettendo ai visitatori di immergersi nei segreti dell’antichità polesana. La sua posizione all’interno del Sistema Museale Provinciale Polesine ne fa una risorsa fondamentale per la comprensione della storia locale. Per chi desidera visitare il Museo Archeologico Nazionale di Fratta Polesine, le porte sono aperte ogni giorno, compresa la domenica, dalle 8:30 alle 19:30. Questo ampio orario offre flessibilità ai visitatori, consentendo loro di pianificare la visita in base alle proprie esigenze e agli impegni giornalieri. L’accoglienza quotidiana rende il museo facilmente accessibile a tutti, creando un’opportunità per esplorare le ricchezze archeologiche del territorio polesano in un contesto comodo e accogliente. Al suo interno, il museo ospita una significativa collezione di reperti dell’Età del Bronzo, provenienti principalmente da Frattesina, antico villaggio polesano e la sua necropoli. I visitatori avranno l’opportunità di esplorare le botteghe artigiane di quest’antica comunità, ammirare gli strumenti utilizzati per la lavorazione di vari materiali, e immergersi nelle immagini ricostruttive della flora e della fauna dell’epoca. Il primo piano del museo è dedicato al culto dei morti, con una ricostruzione multimediale degli antichi riti funebri che coinvolge l’attraversamento del fiume e la pratica della cremazione.
Villa Badoer, conosciuta affettuosamente come “”La Badoera””, sorge con fierezza come un autentico gioiello dell’architettura polesana. La sua posizione sopraelevata, strategica nell’affrontare le frequenti esondazioni dei fiumi, conferisce alla villa non solo una funzionalità pratica ma amplifica anche il suo impatto visivo, mettendo in risalto la ricchezza e il prestigio dei proprietari dell’epoca. Un antico canale, ora non più navigabile, separa il giardino dalla comunità circostante, creando un confine simbolico che sottolinea la grandezza della dimora. Andrea Palladio, celebre architetto rinascimentale, fu incaricato nel 1556 dal nobile veneziano Francesco Badoer di realizzare il progetto di questa sontuosa dimora. Il risultato è un capolavoro architettonico che si distingue per la sobrietà elegante e la maestosità delle sue linee. La facciata principale richiama l’estetica dei templi greci, con un timpano triangolare e un colonnato d’ordine ionico, mentre l’accesso è reso scenografico da una maestosa scalinata collegata alle barchesse disposte a emiciclo. Questo particolare schema è unico tra le ville palladiane e offre al visitatore un benvenuto caloroso e accogliente. Le barchesse settentrionali di Villa Badoer ospitano oggi il Museo Archeologico Nazionale di Fratta Polesine, una destinazione imperdibile per gli amanti della storia e dell’archeologia. La collezione, esposta in questo contesto unico, presenta reperti dell’Età del Bronzo rinvenuti in Veneto, in particolare lungo un ramo secondario del Po che attraversava questa regione circa 3000 anni fa. Fra i reperti esposti spiccano quelli provenienti da Frattesina, un antico villaggio e la sua necropoli, considerati fra i più rappresentativi a livello europeo per l’Età del Bronzo finale (XII – X secolo a.C.). Il percorso espositivo offre un’immersione nella vita quotidiana di quest’antica comunità, mostrando botteghe artigiane con strumenti utilizzati per la lavorazione di materiali come osso, legno, ambra, ferro e oro. Le immagini ricostruttive della flora e della fauna dell’epoca forniscono ulteriori dettagli sul contesto ambientale. Al primo piano, dedicato al culto dei morti, una ricostruzione multimediale offre un’esperienza coinvolgente dei riti funebri, inclusi l’attraversamento del fiume e la pratica della cremazione.
La Casa-Museo Giacomo Matteotti, situata nel comune di Fratta Polesine, in via Ruga, è un’autentica testimonianza storica che trasporta i visitatori nell’intimità della vita del deputato socialista Giacomo Matteotti e della sua famiglia. La villa, che ha visto gran parte della sua vita, offre un viaggio emozionante attraverso il complesso periodo storico tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, un’epoca in cui si intrecciano la vita personale e politica di Matteotti. La Casa-Museo ripercorre la storia di Giacomo Matteotti, iniziando dagli anni degli studi fino agli impegni pubblici nell’amministrazione locale e nella difesa dei diritti civili. Tutto culmina nella sua coraggiosa denuncia dei brogli elettorali nelle elezioni politiche del 1924, evento che tragica fine il 10 giugno 1924 con il suo assassinio. L’attenzione meticolosa dedicata al recupero dell’abitazione consente ai visitatori di immergersi nella vita quotidiana della famiglia Matteotti, ritrovando mobili e oggetti d’arredo autentici che testimoniano lo stile di vita sobrio e austero della famiglia. Il piano terra accoglie i visitatori in un’area di accoglienza che introduce agli ambienti domestici, tra cui la cucina, il soggiorno, il pranzo e lo studio. Quest’ultimo è uno spazio carico di significato, con libreria, scrivania e divano, simboli dell’impegno principale di Giacomo Matteotti nel campo politico. Qui, l’uomo politico analizzava bilanci e documenti per amministrare i comuni polesani e proporre soluzioni per migliorare l’istruzione e ridurre le disuguaglianze. La Casa-Museo, oltre a essere un luogo di riflessione sulla storia politica italiana, è anche una cornice ideale per eventi culturali che si svolgono durante l’anno. La casa è visitabile su prenotazione.
Il centro storico di Follina, incastonato tra le Prealpi trevigiane, costituisce un vivace polo turistico e culturale, vantando il prestigioso titolo di membro del club dei “Borghi più Belli d’Italia”. Inoltre, ha guadagnato il riconoscimento del Touring Club, essendo stata insignita della prestigiosa “Bandiera Arancione”. La storia artigianale di Follina affonda le sue radici nei secoli passati, quando i monaci dell’Abbazia introdussero l’arte della lavorazione della lana nel cuore della comunità. Questa antica tradizione ha plasmato l’identità del luogo, tanto da conferirgli il nome stesso di Follina, derivato dalla pratica della “follatura”. Oggi, accanto alla lavorazione della lana, si è sviluppata anche l’arte della seta, ampliando ulteriormente il panorama dell’artigianato tipico del borgo. Il centro storico di Follina, oltre a essere un crocevia di mestieri artigianali, si distingue per le sue preziose testimonianze architettoniche. In particolare, l’Abbazia di Santa Maria, risalente al XII secolo, svetta come un gioiello storico, testimone di secoli di storia e cultura. L’imponenza della sua architettura sacra cattura l’attenzione dei visitatori, offrendo una prospettiva affascinante sulla spiritualità e sull’arte dell’epoca. Tra i palazzi storici che arricchiscono il tessuto urbano di Follina, il Palazzo Barberis Rusca spicca per la sua eleganza seicentesca. La facciata del palazzo è un capolavoro di architettura, adornata da trifore e finestre impreziosite da colonnati, creando un’atmosfera di raffinata maestosità. Un altro gioiello storico da non trascurare è il Castelletto Brandolini, risalente al ‘600 e parte della prestigiosa lista delle Ville Venete storiche della Provincia di Treviso. La sua presenza contribuisce a consolidare il patrimonio culturale e architettonico di Follina, offrendo ai visitatori uno sguardo sul passato nobile e aristocratico della regione.
Immersa nella suggestiva cornice della provincia di Treviso, l’Abbazia Cistercense di Follina, nota anche come Abbazia di Santa Maria o di Sanavalle, si erge come un gioiello storico che racconta secoli di spiritualità e arte. Questo antico monastero, ora sede della parrocchia di Follina e insignito del titolo di basilica minore, ha radici che si perdono nella nebbia del tempo, con la tradizionale data di fondazione nel 1146, anche se non supportata da fonti storiche.
La sua transizione da abbazia benedettina a cistercense, intorno alla metà del XII secolo, è legata alla figura di Sofia di Colfosco, moglie di Guecellone II da Camino, il quale nel 1170 redasse un testamento ricco di donazioni all’abbazia. Follina, dunque, si inserisce nel grande panorama delle abbazie cistercensi, legata strettamente a Chiaravalle e a Cîteaux, rispettivamente importanti centri di questo ordine monastico in Italia ed Europa.
Il complesso abbaziale di Follina non è solo una testimonianza di fede, ma anche un tesoro di opere d’arte di inestimabile valore. All’interno della chiesa, lo sguardo del visitatore è catturato da un affresco di Francesco da Milano risalente al 1527, raffigurante la Vergine col Bambino. La bellezza continua con un crocifisso ligneo di età barocca, un affresco raffigurante San Tommaso d’Aquino, attribuito alla scuola di Tommaso da Modena del XIV secolo, e una scultura in arenaria della Madonna del Sacro Calice, risalente al VI secolo e forse giunta qui durante le crociate dalla lontana Nubia.
L’Abbazia di Follina si apre ai visitatori tutti i giorni con gli orari seguenti: dalle ore 7:00 alle 12:00 e dalle ore 14:30 alle 19:00. Questo luogo di rara bellezza è pronto ad accogliere coloro che desiderano immergersi nella sua atmosfera unica e scoprire la storia impressa nelle sue pietre secolari. Per informazioni dettagliate e visite guidate al complesso abbaziale, è possibile contattare i padri dell’abbazia, i custodi di questo straordinario patrimonio.
Il Sentiero del Principe, un tracciato storico intriso di antichità, offre ai visitatori un affascinante viaggio nel tempo, servendo come antica via di collegamento tra il centro di Este e le fortificazioni di Calaone e del monte Castello. Questo percorso segue la bassa dorsale collinare che si estende verso Este, culminando nel suggestivo Castello Carrarese. L’appellativo “del Principe” trova giustificazione nel tratto di sentiero selciato che si presenta dopo la salita dei Cappuccini, offrendo un’affascinante veduta sulla villa Contarini, conosciuta anche come “Palazzo del Principe”. Questa dimora, ora una residenza privata, sorge in una posizione panoramica pregevole. Il nome “del Principe” le fu attribuito nel 1676, quando Luigi Contarini apprese la notizia della sua elezione a Doge della Serenissima. Il Sentiero del Principe, un percorso turistico quasi urbano, racconta la storia locale attraverso visioni suggestive delle mura del Castello Carrarese e degli edifici storici di via Cappuccini. Tra questi, spiccano l’Arco del Falconetto e la villa Kunkler, un tempo convento dei Cappuccini, che ospitò i poeti Byron e Shelly. Il percorso si arricchisce ulteriormente con l’imponente edificio di gusto Belle Epoque delle scuderie, noto come Palasso de tola. L’itinerario si sviluppa per 6 km, rendendolo accessibile sia ai principianti che agli escursionisti più esperti, e può essere percorso in circa due ore. Il dislivello di 200 metri in alcune zone del sentiero offre una sfida gradita a chi desidera immergersi completamente nella bellezza del paesaggio collinare. Man mano che si guadagna quota lungo il Sentiero del Principe, lo sguardo si apre su ampie vedute del settore meridionale dei Colli Euganei e sulla campagna circostante Este. In giornate limpide, specialmente durante l’inverno, è possibile scorgere gli Appennini Romagnoli all’orizzonte.
Il Museo Nazionale Atestino, fondato nel 1834 come Museo Civico Lapidario, è un’autentica gemma culturale con sede dal 1902 nel magnifico palazzo cinquecentesco della famiglia veneziana Mocenigo. Questo edificio prestigioso incorpora parte delle mura del castello trecentesco dei Carraresi, creando una cornice storica che accoglie i visitatori in un viaggio affascinante attraverso le epoche. L’allestimento del museo, disposto su due piani, segue un criterio cronologico e tipologico, offrendo una panoramica completa della storia della regione. Il primo piano è dedicato ai materiali archeologici rappresentativi della cultura dei Veneti antichi, che hanno abitato la regione nel corso del I millennio a.C. Qui, migliaia di reperti narrano l’evoluzione dell’antica civiltà italica, dalle aristocrazie di tradizione omerica alle famiglie dedite a attività mercantili e artigianali. Tra i tesori esposti, spiccano i prestigiosi corredi tombali che suscitano l’ammirazione dei visitatori, testimonianza della ricchezza e della complessità della vita di un tempo. La Situla Benvenuti, capolavoro in lamina di bronzo del VII secolo a.C., la principesca tomba di Nerka con un corredo di 120 oggetti, il vaso a forma di uccello acquatico della tomba Pelà 2, sono solo alcuni degli affascinanti reperti che raccontano storie millenarie. Affianco ai reperti dei Veneti antichi, il museo presenta un considerevole nucleo di ritrovamenti preistorici provenienti dal territorio attorno a Este e dai Colli Euganei. Particolarmente significativi sono i materiali dall’abitato palafitticolo del laghetto della Costa di Arquà Petrarca, un sito riconosciuto dall’Unesco. Il percorso espositivo si snoda poi attraverso le testimonianze della romanizzazione del centro romano di Ateste, documentando gli aspetti pubblici della città, le necropoli, le arti e mestieri, e la vita privata dei suoi abitanti. Una cospicua raccolta di produzioni ceramiche locali, dall’alto medioevo all’epoca moderna, offre uno sguardo sulla maestria degli artigiani della regione, con una particolare enfasi sui prodotti ottocenteschi della manifattura Franchini. Il culmine del percorso espositivo è rappresentato da un’importante tavola dipinta, la Madonna con Bambino, creata nel 1504 da Cima da Conegliano. Quest’opera d’arte conferisce al Museo Nazionale Atestino un tocco di magnificenza rinascimentale, completando l’immersione dei visitatori in un viaggio che attraversa millenni di storia, arte e cultura. Per i turisti, questo museo offre un’occasione unica di esplorare la ricchezza storica della regione, avvolta nella maestosità di un palazzo cinquecentesco, rendendo ogni visita un’esperienza memorabile e istruttiva.
Este, suggestivo borgo antico nella provincia di Padova, si distingue come uno dei tesori più apprezzati dell’intera regione. La sua bellezza senza tempo e il calore distintivo del centro storico ne fanno un luogo straordinario, ricco di testimonianze storiche che si riflettono in ogni suo angolo. L’elemento iconico che sottolinea l’antichità di Este è l’imponente cinta muraria che abbraccia parte del borgo. Questa solida struttura, testimone del glorioso passato medievale della cittadina, costituiva originariamente parte della poderosa fortezza eretta dagli Estensi e successivamente ampliata dai Carraresi. Con una lunghezza di circa un chilometro, la cinta muraria circonda uno spettacolare giardino, location ogni anno della rinomata manifestazione “”Este in Fiore””. Questo evento, celebrato tra le due torri maestre, trasforma il giardino in un tripudio di colori e profumi, offrendo ai visitatori un’esperienza unica tra i fiori e la storia del borgo.
Nel cuore storico della cittadina, tra le affascinanti stradine e i vicoli pittoreschi, prendono vita ristoranti e osterie tradizionali, antichi palazzi che narrano storie secolari, e una varietà di negozi gestiti da abili artigiani. La bellezza del centro storico di Este invita i visitatori a esplorare i suoi segreti, gustare piatti tipici della tradizione locale e ammirare l’arte artigianale che caratterizza il borgo. I negozi degli artigiani completano il quadro, offrendo ai visitatori l’opportunità di portare a casa autentiche creazioni locali. Este si presenta così come un luogo dove storia e modernità si fondono armoniosamente, rendendo l’esperienza di chi lo visita un viaggio indimenticabile nel cuore della cultura veneta.
Ubicato nel cuore del centro storico, lo Squero Monumentale di Dolo rappresenta l’antico cantiere e scalo coperto che svolgeva un ruolo fondamentale nel riparare e ospitare le barche in transito lungo il Brenta. La sua struttura, ancora oggi, conserva la suggestiva architettura originale, caratterizzata da un tetto a capanna sostenuto da maestose capriate e sorretto da dieci pilastri in mattoni, testimonianza dell’abilità artigianale del passato. Nell’antichità, nelle immediate vicinanze dell’approdo, fiorivano attività artigianali connesse, come evidenziato dalla presenza della Calle dei Calafati. Questo indica la presenza di un’area dedicata agli esperti calafati, che contribuivano attivamente alla manutenzione e al restauro delle imbarcazioni, rafforzando così il legame tra l’arte dell’artigianato e la navigazione fluviale. Lo Squero Monumentale era parte integrante delle antiche strutture collegate al Porto Fluviale, accanto a numerose caffetterie, locande e botteghe. Questi luoghi non solo fungevano da punti di ristoro e socializzazione ma erano il cuore pulsante della vita cittadina, animati dalle storie dei marinai, dalle attività commerciali e dalla vivace atmosfera che circondava l’area. Oggi, lo Squero Monumentale di Dolo si erge come un patrimonio culturale prezioso, continuando a narrare la storia di un’epoca in cui il Brenta rappresentava una via vitale. La sua struttura ben conservata e l’atmosfera che permea l’area circostante testimoniano la maestria artigianale e la ricchezza della vita sociale e commerciale che ha caratterizzato questo luogo nel corso dei secoli.
Mel Borgo Valbelluna, uno scrigno di storia e bellezza incastonato tra le colline della provincia di Belluno, si erge con fierezza come uno dei centri storici più affascinanti d’Italia. Imponente nella sua bellezza, Mel è stato insignito della prestigiosa Bandiera Arancione del Touring Club Italiano nel 2017, un riconoscimento che sottolinea la sua autenticità e il suo valore turistico. Inoltre, dal 2018, il borgo è diventato il cuore pulsante del Comune di Borgo Valbelluna, nato dalla fusione di tre Comuni: Mel, Lentiai e Trichiana. Il centro storico di Mel offre un viaggio attraverso il tempo, permettendo ai visitatori di immergersi nell’atmosfera veneziana che permea le sue strade lastricate. La salita al colle rivela la maestosità di Piazza Papa Luciani, attraverso la suggestiva via Roma, nota anche come “la Stretta”. Questo vicolo unico, circondato da eleganti palazzi, rievoca lo stile veneziano grazie alla lunga presenza delle famiglie nobili che hanno contribuito a plasmare la storia del borgo. Il cuore di Mel batte nella magnificenza di Palazzo Zorzi, un sontuoso edificio del Cinquecento che ospita il Municipio. All’interno del salone principale, opere d’arte narrano gli episodi dell’Orlando Furioso (1545), donando al visitatore un’esperienza unica. La piazza principale, arricchita da edifici d’epoca, tra cui Palazzo Fulcis, Palazzo delle lastre-stipiti verticali e una soglia, creando un’atmosfera solenne e simbolica.La disposizione geografica dei circoli e delle tombe rifletteva probabilmente antiche credenze culturali e religiose dei Veneti. L’orientamento sud degli ingressi può essere interpretato come un collegamento simbolico con il ciclo solare, elemento significativo nelle antiche società preistoriche. Le tombe rinvenute offrono un’importante testimonianza della varietà di rituali funerari praticati dai Veneti Antichi. Gli oggetti sepolti con i defunti, le loro posizioni e le modalità di disposizione forniscono preziose informazioni sulla struttura sociale, economica e religiosa di questa comunità paleoveneta. Oggi, la Necropoli di Mel costituisce un’opportunità unica per gli studiosi e gli appassionati di archeologia di esplorare il passato e gettare nuova luce sulla storia e le tradizioni dei Veneti Antichi: il sito è visitabile tutti i giorni su prenotazione mentre nel weekend, garantisce sempre le seguenti fasce orarie (09.00-12.00 e 15.00-18.00).