Ecomuseo Adda di Leonardo

Il suggestivo percorso dell’Ecomuseo dell’Adda di Leonardo offre l’opportunità di esplorare un territorio affascinante e poco conosciuto da chi non vi risiede, attraversando le provincie di Milano, Monza e Brianza fino a Lecco, lungo il corso del fiume Adda.

L’ampia area dell’Ecomuseo coinvolge il Parco Adda Nord e il territorio circostante nelle province di Lecco, Milano e Bergamo, distinguendosi per la presenza predominante dell’acqua. Paesaggi pittoreschi si sviluppano lungo il corso del fiume Adda, abbracciando i navigli di Paderno e della Martesana.

Questo museo all’aperto valorizza il territorio e i suoi tesori e celebra il genio di Leonardo Da Vinci nei luoghi in cui condusse studi, inventò e contemplò la natura. Quando giunse a Milano nel 1482, Leonardo propose i suoi servigi a Ludovico il Moro come ingegnere militare, rimanendo al suo servizio per quasi due decenni. Durante questo periodo, dedicò parte del suo tempo allo studio dei corsi d’acqua.

Il percorso inizia al traghetto leonardesco che collega Imbersago e Villa d’Adda, culminando al Radun di Groppello, la porta sud dell’Ecomuseo. Lungo questa strada, si svelano testimonianze storiche come vestigia celtiche, longobarde e romane, insieme a opere idrauliche medievali, castelli, chiese, santuari, centrali idroelettriche, filatoi e opifici cotonieri. Un punto culminante è il sito UNESCO del Villaggio operaio di Crespi.

L’Ecomuseo ospita il suo centro principale, lo Stallazzo a Paderno d’Adda, originariamente un rifugio e punto di cambio cavalli per i barconi. La seconda sede ecomuseale è il Santuario della Rocchetta, una chiesa del XIV secolo situata a picco sull’Adda, paesaggio che ispirò Leonardo per lo sfondo della Vergine delle Rocce. Attraversando l’Ecomuseo lungo l’Adda, i visitatori fanno un viaggio nel tempo, rivivendo i secoli che ci separano dall’epoca di Leonardo Da Vinci e riscoprendo i luoghi che l’artista stesso esplorò e ammirò.

Vie Francigene del sud-Puglia

La Puglia e le “Terre della Via Francigena”. Si definiscono così quelle zone della Regione attraversate dal percorso principale di questo importante cammino di fede e dalle numerose varianti individuate in collaborazione con l’Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF).

Il tratto portante coinciderebbe con la cosiddetta direttrice Via Traiana, che da Faeto, in provincia di Foggia, attraversa longitudinalmente gran parte della Puglia, passando fra gli altri da Trani, Melendugno, Otranto, Minervino, giù fino a Castrignano del Capo, vicino a Santa Maria di Leuca, nel leccese. In alternativa, ci sono la direttrice Via Michaelica e la Via Litoranea, e ancora le varianti che propongono la Connessione con la Via Francigena della Basilicata e quella con quella del Molise.

Cammino di Benedetto-Umbria

Il Cammino di San Benedetto è un itinerario religioso che traccia sul territorio i momenti fondamentali della vita del Patrono d’Europa. Le sedici tappe partono dalla città umbra Norcia, luogo d’origine del Santo situato alle pendici dei Monti Sibillini, per giungere fino al confine con la Campania, attraversando valli e montagne fra le meno note dell’Italia Centrale. Sentieri, carrarecce, strade bianche e asfaltate a basso traffico si alternano componendo un puzzle lungo 300 km e toccando luoghi a lui cari: oltre alla sua città natale, sempre in terra d’Umbria si fa sosta a Cascia, città di Santa Rita, e nel borgo medievale di Monteleone di Spoleto, mentre nel Lazio ci si ferma in numerosi borghi, fra cui Subiaco, dove fondò vari monasteri, e a Montecassino, dove terminò i suoi giorni terreni dopo aver scritto la Regola dell’Ordine Benedettino.

La Via Francigena del Nord

I 120 km della Via Francigena del Nord non sono che una minuscola porzione dei 1800 km dell’intero cammino, quello che da Canterbury, nel cuore dell’Inghilterra, conduce fino a Roma. Ma attraversare la Tuscia Viterbese, da Proceno a Monterosi, dà già un assaggio di ciò che significa questa esperienza, di vita prima ancora che di fede. Intraprendere ogni giorno un pezzo di quell’antico itinerario vuol dire meditare, fermarsi a contemplare, dentro e fuori se stessi, ripartire con più consapevolezza. Anche grazie alle molte bellezze naturalistiche e storico-artistiche che si ammirano lungo la “Via delle Vie”. Da Viterbo, si dipartono due direttive della Via Francigena della Tuscia, verso Vetralla e verso la Variante Cimina. Quest’ultima è senz’altro la più suggestiva, poiché ripercorre il profilo del cratere vulcanico del Lago di Vico, per poi immergersi in boschi incontaminati.

A fare da collante a tutte le varie alternative possibili, dal 2001 è stata creata l’Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF), che ha anche il prezioso compito di tessere relazioni fra le realtà locali nei Paesi attraversati (Inghilterra, Francia, Svizzera e Italia), e promuovere i valori dei pellegrinaggi, partendo dallo sviluppo sostenibile dei territori attraverso un approccio culturale, identitario, turistico.

Outlet e spacci aziendali

Ermenegildo Zegna, Loro Piana, Zegna Baruffa. Tre brand che portano l’eccellenza del prodotto Made in Italy nel mondo e che provengono tutti da un unico territorio, quello del Biellese. Una zona dove la lavorazione della lana, favorita dalla presenza di molti torrenti e quindi della disponibilità di forza motrice a basso costo, ha origini antichissime.

Le prime notizie risalgono al Medioevo, mentre nel Seicento sono documentati già cinque grandi opifici degli Ambrosetti. Nell’800 i laboratori si trasformano in fabbriche, con filatoi e telai meccanici importati dalla Gran Bretagna. In brevissimo tempo la rivoluzione industriale travolge il distretto biellese, che da quel momento punta sempre di più sulla qualità dei filati. Alla storica lavorazione della lana di pecora, si aggiungono quelle di cachemire, pelo di cammello, alpaca, vigogna, mohair, e poi la produzione di maglieria di lusso e il confezionamento di abbigliamento maschile e femminile di alta sartoria.

Parallelamente si sviluppa la filiera delle macchine tessili, anch’esse esportate in tutto il mondo, e più di recente una rete di outlet aziendali che fanno del Biellese una shopping destination molto ambita. Ad oggi sono più di 50 gli spacci aziendali presenti in zona, dove è possibile acquistare a prezzo di fabbrica capi in vendita nel Quadrilatero della Moda e nelle vie del lusso di tutto il mondo.

Questi gli indirizzi da tenere a portata di mano: A Gaglianico, l’Angelico Outlet, abbigliamento per uomo e donna; a Verrone, Beta con Fred Perry sportswear uomo-donna-bambino, e Gant sportswear uomo-bambino, abbigliamento tecnico; a Ponderano, Boglietti, biancheria, intimo, abbigliamento uomo, donna; a Cossato, Bottega verde, Modafil, Nay Oleari; a Sagliano Micca, Cappellificio Cervo; a Pollone, F.lli Piacenza, abbigliamento alta qualità, donna e uomo, tessuti, maglieria in puro cachemire; a Biella, Lanificio F.lli Cerruti, abbigliamento uomo e donna classico, e Liabel, Intimo, maglieria esterna, pigiami, maglieria per neonato; a Romagnano Sesia, Lanificio Ing. Loro Piana & C., abbigliamento uomo, donna e bambino, tessuti e casa; A Verrone, Modesto Bertotto, tessuti pregiati e innovativi di propria produzione, collezione uomo donna con capi ed accessori sartoriali e sportivi; a Trivero, Ermenegildo Zegna, abbigliamento maschile, maglieria, sportswear, cravatte, accessori. A Sandigliano c’è invece il multimarca The Place – Luxury Outlet, che contempla Ermenegildo Zegna, Agnona, La Perla; Gucci; Vogart per gli occhiali.

Vicolungo The Style Outlets

Inaugurato nel 2004 con 81 boutique, ampliato nel 2008 e ancora nel 2010 fino a raggiungere gli attuali 150 negozi su oltre 34 mila metri quadrati di superficie, Vicolungo the Style Outlets è stato da subito un successo, aggiudicandosi il premio come Best European Outlet.

Situato alle porte di Novara, lungo la direttiva Torino-Milano, è uno dei villaggi oulet appartenenti al gruppo immobiliare spagnolo Neinver, noto per la vendita di marchi specializzati nello sport e nell’abbigliamento e attrezzature da montagna, ma anche per griffe quali Armani, Cavalli Class, Calvin Klein, Missoni, Trussardi Jeans, ecc.

Alta Via dei Monti Liguri

Quarantaquattro tappe per 400 km di lunghezza. L’Alta Via dei Monti Liguri (AVML), nota anche più semplicemente come Alta Via, partendo da Ventimiglia arriva fino a Ceparana, nella piana di Bolano, al confine con la Toscana. Correndo lungo la costa, attraversa tutta la Regione e una serie di Parchi naturali regionali: quello del Beigua, delle Alpi Liguri, delle Capanne di Marcarolo, dell’Aveto e dell’Antola, toccando il suo punto più alto sul Monte Saccarello, a 2201 metri s.l.m.
Diverse le lunghezze e le difficoltà delle tappe, percorribili interamente a piedi e per lunghi tratti a cavallo e in mountain bike, e talvolta anche in auto e moto.

Creata nel 1983, l’Alta Via fa parte del progetto escursionistico chiamato Sentiero Italia, itinerario lungo oltre 6000 km che, partendo da Trieste, transita lungo l’intero arco alpino, gli Appennini, la Sicilia e la Sardegna fino a Santa Teresa di Gallura utilizzando anche le Alte Vie Valdostane, la rete piemontese GTA, la rete toscana GEA e i sentieri umbri. In questo peregrinare fra territori di diversa natura, cultura e tradizione, l’Alta Via è un’occasione unica per conoscere e apprezzare
prodotti locali e specialità gastronomiche locali e per visitare affascinanti complessi monumentali e micro realtà fuori dalle solite rotte.

Strada del Vino delle Colline Pisane

Sono tre le valli che si incontrano lungo la Strada del Vino delle Colline Pisane: Valdera, Valdarno e Val di Cecina, terre predisposte alla viticoltura grazie a un clima già di per sé favorevole, cui si aggiungono i benefici influssi della vicinanza al mare.

Qualunque sia il mezzo prescelto per il viaggio – a piedi, a cavallo, in bici o in auto – la Strada del Vino delle Colline Pisane offrirà l’occasione unica di attraversare paesaggi che della Toscana raccontano il meglio, in un connubio fra storia, arte, natura e tradizioni. Lungo questo “cammino del bien vivre”, si incrocerà anche quello dello spirito per eccellenza, la Via Francigena, toccando borghi rimasti fermi a secoli fa, antiche pievi e abbazie immerse nella quiete di una campagna selvaggia e allo stesso tempo addomesticata dall’uomo, e ancora aziende vitivinicole, olivicole e agriturismi ricavati in antichi casali che questa campagna contribuiscono ogni giorno a preservarla e a renderla fruttifera.

Ad arricchire ulteriormente l’esperienza, ecco poi alcuni sorprendenti exploit, come quello per esempio dedicato a un prodotto iconico del Made in Italy da esportazione frutto di ingegno e creatività, il Museo Piaggio a Pontedera incentrato sulla “regina delle due ruote”, la Vespa, e il Teatro del Silenzio a Lajatico. Ricavato in un anfiteatro naturale di dolci colline nell’entroterra di Volterra – l’antica città etrusca celebre per la lavorazione dell’alabastro – è oggi un punto di riferimento della grande musica internazionale, nato dall’intuizione del Maestro Andrea Bocelli di coniugare la bellezza della natura e quella dell’arte generata dall’uomo in uno stesso magico luogo.

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