Nuraghe Majore

Complesso e bilobato. Si definisce così la struttura del Nuraghe Majore, situato in posizione sopraelevata nei pressi del Comune di Ittiri. Lo si raggiunge percorrendo la strada Monte Untulzu, fino alla località Musellos. Qui, i blocchi di trachite sono disposti in filari irregolari, a comporre due torri, fra cui una centrale alta circa 15 metri, e una secondaria, volta verso Est, di forma leggermente ellittica. Nonostante il passaggio di più di tremila anni di storia si faccia sentire, il Nuraghe Majore di Ittiri è considerato uno dei più importanti della provincia di Sassari, soprattutto per via della struttura in muratura isodoma – realizzata cioè con blocchi di pietra tutti delle stesse dimensioni – e di forma circolare, racchiusa nella torre secondaria, originariamente coperta a falsa cupola e utilizzata per cerimonie e rituali.

Il sito di Ittiri riporta però anche tracce di un’epoca ancora precedente, come evidenzia un
grande menhir in trachite, detto Sa Pedra Fichida, mentre tracce di muri rettilinei, sempre in grossi blocchi trachitici, rimandano al periodo della dominazione romana, lasciando intendere che in realtà l’area non fu mai abbandonata per secoli.

Nuraghe Voes

Un frammento di ceramica punica e un tesoretto di monete in rame e argento di età imperiale sono stati rinvenuti nei pressi del Nuraghe Voes. Ciò lascia intendere che questo monumento icona della civiltà nuragica, eretto fra il Bronzo medio e finale, ossia fra il 1600 e il 1000 a.C., fu abitato ininterrottamente per più di duemila anni. Ad oggi, dell’antica struttura complessa con bastione trilobato, è possibile visitare il piano inferiore della torre principale, ancora integro, e parte del secondo livello. L’agro di Nule, nel sassarese, è però prodigo anche di altre importanti tracce del passato: 18 nuraghi, alcuni circondati dai villaggi, tre Tombe di Giganti e il Villaggio Santu Lesei, luogo di ritrovamento del celebre bronzetto di Nule, una statuetta con corpo di toro e testa d’uomo custodita oggi nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.

Nuraghe Ruju

Con la sua imponente forma a tronco di cono, il Nuraghe Ruju è un punto di riferimento nel territorio di Chiaramonti, nel sassarese, tappa obbligata lungo la strada Sassari-Tempio Pausania. Lo si nota subito in mezzo alla macchia mediterranea, con i suoi grossi massi squadrati di trachite rossa (da cui “ruju”, rosso), che gli conferiscono una caratteristica colorazione bruna. L’architettura è semplice ma d’impatto: venti filari di pietre disposte, partendo dal basso con le più grandi e salendo verso quelle più piccole, che racchiudono una camera centrale e tre laterali, più una superiore raggiungibile con una scala a spirale.

Nuraghe Paddaggiu

Chi è pratico della costa della Sardegna via mare sa che fra Castelsardo e Valledoria, nel nord dell’isola, c’è un punto dove si può ammirare la famosa roccia dell’elefante, curiosa conformazione plasmata dal vento. Viaggiando via terra, sempre in questa zona, si fa tappa anche in un altro luogo iconico, il Nuraghe Passaggiu, fra i siti più significativi dell’età nuragica di tutta la provincia di Sassari. La struttura originaria del nuraghe era a tholos, con un bastione, due torri laterali e uno spesso muro di cinta slto 27 metri che includeva il villaggio di capanne, realizzate in pietra e con tetto in paglia.

Nuraghe Corvos

Lungo le sponde del fiume Mannu si possono scorgere alcune costruzioni antichissime risalenti alla prima età del Ferro. Nuraghi come il cosiddetto Corvos, situato a pochi minuti dal borgo di Florinas. La sua conformazione è quella classica di un nuraghe complesso:
una torre principale di pianta circolare alta circa 8 metri, e un bastione con due torri secondarie. La sua particolarità è quella di presentare tracce di restauri effettuati già in epoca remota, per via di alcuni cedimenti strutturali. Per esempio, la torre principale, costruita con grossi blocchi di calcare, è stata rimaneggiata con conci di trachite scura ben lavorati.

Per raggiungere il sito, si percorre la SS 131 e all’altezza di Sassari, in direzione Oristano-Cagliari, si prende il bivio di Florinas e si svolta a sinistra, sulla Provinciale 3. Giunti a Florina, si prosegue verso Cargeghe e, dopo la Chiesa di Sant’Antonio, si svolta a sinistra e si prosegue per alcuni chilometri.

Nuraghe Oes

La “Valle dei Nuraghi”. La definizione della piana di Campu Giavesu, vicino a Giave, nel sassarese, anticipa ciò che si può trovare in prossimità del fiume riu Mannu: qui, fra il IX e il VI secolo a.C., con grossi massi di basalto fu realizzato il Nuraghe Oes, il cui edificio principale è costituito da una torre a tre piani con 29 filari di pietre, alta 16 metri e con un diametro di 11 e mezzo. Il bastione bilobato che si diparte dalla torre ha 50 metri di perimetro e racchiude un cortile e due torri secondarie. Il complesso nuragico di Oes si sviluppa su una superficie di 450 metri quadrati e include un’area sacra con un recinto a forma esagonale, un tempietto a megaron, un vasto insediamento abitativo di capanne circolari ed ellittiche e i resti di una tomba di Giganti.

Nuraghe Funtana

Fra il 1400 e il 1000 a.C., vicino a Ittireddu, nel sassarese, veniva eretto il Nuraghe Funtana, di tipo complesso, costruito in blocchi irregolari di trachite, composto da una torre centrale e da due torri a chiudere un cortile centrale. Il sito archeologico trova però la sua rilevanza e peculiarità nei molti reperti rinvenuti durante le campagne di scavo, l’ultima delle quali risalente al 2012: materiali ceramici e bronzei, ma soprattutto un vero e proprio “tesoretto” composto da una serie di lingotti di rame di tipo egeo custoditi all’interno di un vaso. Un ritrovamento eccezionale per il valore in sé delle materie prime ma anche per il significato di quanto riportato alla luce: tali lingotti erano infatti la moneta di scambio di importanti traffici commerciali ma anche il risultato di un’intensa attività metallurgica cui era dedito questo villaggio. Tesoretto e reperti sono oggi il vanto del Museo Civico di Ittireddu.

Museo e Parco Archeologico “Archeoderi”

Menorah, Shofar, Torah. Nell’Aula della Preghiera della Sinagoga rinvenuta nel Parco Archeologico Archeoderi di Bova Marina ci sono tutti gli elementi per riscrivere un pezzo di storia della Calabria e non solo. Il suo ritrovamento negli anni Ottanta ha infatti permesso di aprire nuovi scenari nell’ambito della presenza del culto ebraico nel Sud dell’Italia e più in generale nel Mediterraneo: essendo stata in uso tra IV e VI secolo d.C., è infatti la più antica in Occidente dopo quella di Ostia Antica.

Gli scavi hanno da subito evidenziato due nuclei dell’edificio e riportato alla luce un gran numero di manufatti ora esposti nel Museo annesso al Parco Archeologico: il mosaico pavimentale policromo dell’Aula della Preghiera risalente al IV secolo d.C., il tesoretto di 3079 monete in bronzo custodite in una brocchetta del IV-V secolo d.C. e il miliario stradale del IV secolo d.C. rinvenuto in località Amigdalà non lontano dall’odierna SS 106.

Nuraghe Costa

Visitare una fortezza preistorica non è cosa da tutti i giorni, per di più immersa in un’oasi naturalistica fra le più belle e selvagge della Sardegna. Accade a Burgos, paese del sassarese noto sia per la Foresta Burgos, sia per la presenza del Nuraghe Costa, detto Sa Reggia per le sue dimensioni generose. Si tratta infatti di un edificio di 450 mq di superficie, con la classica pianta pentalobata, con torre centrale e mastio di 14 metri di diametro con quattro torri minori. L’elemento distintivo del Nuraghe Costa è però la cinta muraria difensiva affacciata su un dirupo e in ottimo stato di conservazione, lunga 70 metri e alta tre e con un camminamento di ronda largo oltre un metro, al di là della quale si scorgono i resti di una quarantina di capanne.

Nuraghe Loelle

I nuraghe potevano essere sostanzialmente di due tipologie: a tholos, quindi con una pseudo cupola a volta, o a corridoio. Il Nuraghe Loelle è di tipo misto, formato da una torre centrale e da un bastione trilobato. Situato fra graniti, boschi e macchia mediterranea nella zona del Monte Acuto, nel cuore della Gallura, nel sassarese, il Loelle è frutto di una serie di riadattamenti occorsi nei secoli: una rampa di scale posta all’ingresso conduce a girare in senso orario attorno alla torre, e una volta al secondo livello, si trova un altro corridoio che permette di salire al terzo livello ma, al termine dello stesso, anche di tornare al piano terra. La visita del sito termina a circa centro metri da qui, dove si trova una Tomba di Giganti, della quale sono visibili i filari del corridoio e tracce dell’esedra.

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