L’ultima fase dell’Età dei Metalli, identificabile con quella del Bronzo Medio, ha visto crescere numericamente la presenza dei nuraghe nel nuorese. A Meana Sardo si visita il Sito Archeologico Nuraghe Nolza, i cui recenti scavi hanno portato alla luce diversi ambienti interni del monumento, che regala anche una bella visuale d’insieme dei dintorni grazie a una scala che porta nella parte superiore. Molti i reperti ritrovati, soprattutto in ceramica, come ciotole, scodelle e grandi tegami, in trachite e granito o in ossidiana, come pestelli ed elementi di falcetto a forma di semiluna. Tante le ossa di animali, spesso impiegate come utensili o monili decorativi.
Type of point of interest: Siti archeologici
Nuraghe Santa Barbara
L’era cosiddetta dei metalli, compresa fra il 3000 e il 1100 a.C., è una di quelle meglio rappresentate dai numerosi nuraghe diffusi un po’ in tutta la Sardegna, in particolare nel nuorese, nella zona di Macomer e Villanova. Qui si trova per esempio il Nuraghe di Santa Barbara, del tipo “a tancato”. La torre centrale è a pianta circolare, vi si accede attraverso un corridoio con scala elicoidale e nicchia. Ha pianta circolare del diametro di circa 7 metri anche la camera “a tholos” e presenta in cima alla parete il vano di una scala sussidiaria che conduce sopra al corridoio d’ingresso. L’intricato sistema di condotti è fra le caratteristiche più originali di questa costruzione, che poi nel tempo fu appunto trasformato nel tipo “a tancato”, con l’aggiunta di un secondo edificio di dimensioni inferiori che insieme forma un cortile.
Complesso Archeologico di Tamuli
Lungo la Strada per Santulussurgiu, in direzione Macomer, ci si imbatte nel Complesso Archeologico di Tamuli, uno dei più importanti del nuorese. La sua rilevanza dipende in particolare da tre Tombe di Giganti, cui si aggiungono un nuraghe e un villaggio.
Della tomba I si noti soprattutto l’ampia esedra semicircolare che lungo il perimetro ha un sedile formato da 27 blocchi di basalto, e che introduce a un ambiente lungo 14,40 metri e largo 7. Il corpo tombale della tomba II è invece di 11,40 metri, cui si accede tramite un corridoio di 8,20 metri. Della tomba III rimangono pochi resti, mentre a poca distanza si erge il nuraghe, di tipo complesso, costituito da un mastio e da un bastione bilobato addossato sulla fronte, che racchiudeva probabilmente due torri e le cui dimensioni sono 16,30 metri per 12,50, con un’altezza di 2,15 metri. Villaggio e fonte nuragica chiudono la visita del sito.
Necropoli di Filigosa
Il Marghine è un’area della Sardegna Centro-Settentrionale che poco ha a che fare con l’isola dal mare cristallino e dei resort extralusso. E’ una zona dove si va per scoprire autenticità, atmosfere antiche, natura selvaggia e persino una civiltà che ha avuto origine e sviluppo esclusivamente nei dintorni di Macomer. Si tratta delle cultura neololitica denominata Filigosa-Abealzu, attiva nei sito del Nuraghe Ruiu e della Nacropoli di Filigosa, in uso dalla metà del III millennio agli inizi del II millennio a.C.. Quest’ultima comprende quattro tombe, tre delle quali scavate ai piedi dell’altura, la quarta in posizione sopraelevata. Lunghi corridoi introducono alle sepolture, disposte sul crinale naturale della collina. Al centro della camera sepolcrale si trova un focolare circolare, probabile segno per accompagnare il defunto nel regno dei morti.
Villaggio Nuragico-Romano Nuraghe Mannu e Tomba di S’Ena e Thomes
Sono oltre 200 le capanne del Villaggio Nuragico-Romano Nuraghe Mannu e Tomba di S’Ena e Thomes, sito archeologico situato presso Dorgali e considerato fra i più vasti di tutta la Sardegna. Datate al 1500 a.C., tali capanne hanno forme e dimensioni diverse e si calcola che arrivarono a ospitare circa un migliaio di persone. Altra caratteristica distintiva del villaggio è la continuità abitativa, che ha permesso di conservarlo tale e quale fino all’epoca romana. La sua scoperta risale al 1927 e attualmente è gestito dalla Società Cooperativa Ghivine che ne regolamenta le visite.
Sito Archeologico di Romanzesu
Al Km. 54,200 della Strada Statale 389, nei pressi di Bitti, Nuoro, si trova uno dei più importanti complessi abitativi e cultuali della Sardegna nuragica, Romanzesu. Sono oltre un centinaio le capanne ancora ben visibili, cinque gli edifici di culto fra cui un tempio a pozzo e quattro a “megaron”, cui si aggiunge un grande recinto cerimoniale. Il tempio a pozzo, detto così perché dalle sue fenditure sgorga l’acqua sorgiva, era il cuore del villaggio. La sua camera circolare ha dimensioni ragguardevoli: diametro di 3,40 metri e 3,6 di altezza. Un corridoio a gradoni, segnato da alcuni menhir, collega il pozzo con una grande vasca circolare a gradoni del diametro di 14 metri, rifinita con un pavimento lastricato. Recenti scavi hanno permesso di riportare alla luce alcuni reperti dell’area del pozzo, importanti per la datazione del sito, compresa fra il XIII e il IX sec. a.C..
Nuraghe Sceri
Domus de janas, menhir, massi incisi e una Tomba di Giganti in buono stato di conservazione sono alcune delle peculiarità del Sito Archeologico di Scerì, a circa 7,5 km da Ilbono, in provincia di Nuoro. Su un’altura di circa 130 metri sorge poi un nuraghe a tholos di tipo complesso, la cui visita consente di apprezzare da vicino alcune tecniche costruttive remote, datate al Neolitico recente (V-IV millennio a.C.) e al periodo nuragico (II-I millennio a.C.). Il tholos si compone di una torre centrale circondata da un bastione trilobato che ingloba gli affioramenti rocciosi, trasformati in ambienti interni, mentre un menhir è stato riutilizzato come architrave. Il nuraghe è cinto da una piccola muraglia difensiva e da alcuni terrazzamenti artificiali su cui sono distribuite una serie di capanne a pianta circolare che spesso si adattano e inglobano grandi massi rocciosi naturali.
Area di is Paras
L’unicità del Nuraghe Is Paras di Isili è il suo colore. Quando si immagina un nuraghe si pensa infatti a pietre scure, dalle sfumature cupe, come in effetti sono la trachite, il basalto e il calcare utilizzati nella maggior parte dei casi. Qui a Isili, nella provincia di Sud Sardegna, la pietra utilizzata, tutta di provenienza locale, è invece di natura calcarea, e quindi bianca. La Società Cooperativa Sa Frontissa ha dunque il compito di tutelare un bene prezioso, che oltre a questo exploit cromatico, mostra un’interessante struttura architettonica: edificato intorno al XIII-XII sec. a.C. il Nuraghe Is Paras presenta un mastio centrale alta circa 12 metri, con tipica camera interna a tholos che si restringe verso l’alto), cui nei secoli è stata affiancata una seconda torre più piccola, in parte crollata, accessibile attraverso un corridoio, e altre due torri unite da cortine murarie percorribili.
Complesso Nuragico di Janna e Pruna e la Fonte Sacra di Su Notante
Sulla costa est della Sardegna, nella zona denominata Baronia, si fa tappa al Complesso Nuragico di Janna e Pruna e alla Fonte Sacra di Su Notante, entrambe collocate sul Monte Senes, nei pressi di Irgoli, Nuoro. Benché diffusi in tutta l’isola, non sempre i villaggi nuragici offrono la possibilità di vedere questo genere di strutture, che qui invece emergono in tutta la loro complessità: facciate monumentali, grandiosi blocchi di basalto, muri di recinzione e terrazzamento, pozzetti di captazione di forma trapezoidale… Tutto lascia intuire l’attenzione e l’ingegno spesi nella realizzazione di un villaggio risalente all’Età dei Metalli. Molti anche i reperti rinvenuti durante le campagne di scavo, tra cui un frammento decorato “a pettine”, un’ansa a nastro e un frammento di spada votiva in bronzo.
Area di Selene
Il Parco Archeologico di Selene è una delle maggiori attrattive di Lanusei, in provincia di Nuoro. La collocazione in cima a un rilievo granitico a circa 1000 metri sopra il mare, così come la presenza di strutture di difesa, i nuraghe, rende ben chiara la sua antica funzione di luogo di avvistamento. L’area di scavo, che sovrasta l’abitato di Lanusei, è immersa nella tranquillità di una fitta boscaglia di lecci e roveri. Durante la visita si ha occasione di vedere anche numerose strutture realizzate in funzione di monumento alla memoria e per la celebrazione dei defunti, note come Tombe di giganti, e di culto, identificabili per la presenza di fonti sacre.