Monti Lepini

Sono serviti non uno ma tanti musei per valorizzare la ricca eredità del passato che ancora oggi caratterizza la zona dei Monti Lepini, in provincia di Latina. Il circuito dei Musei dei Monti Lepini punta a promuovere un territorio ancora poco conosciuto, con tradizioni, monumenti e paesaggi degni di nota.

Ecco così i Musei Archeologici di Artena, Segni, Sezze, Priverno e Norma, il Museo selle Scritture Aldo Manuzio di Bassiano, il Museo Territoriale La Reggia dei Volsci e il Museo dei Cimeli di Leone XIII a Carpineto Romano, il Museo della città e del territorio di Cori, il Civico del Paesaggio di Maenza, quello Medievale di Fossanova a Priverno, l’Etnomuseo dei Monti Lepini a Roccagorga e quello del Giocattolo Ludus a Sezze.

Il solo vagare lungo le strade provinciali della zona permette di apprezzare castelli, rocche, palazzi, le cui architetture ripercorrono storie medioevali, rinascimentali e sei-settecentesche. Mistiche le chiese e le abbazie, tra le quali spicca quella di Fossanova, in stile gotico italiano. Sono itinerari che ripercorrono tradizioni, attività artigianali e feste dei sapori tramandando alle generazioni successive saperi antichi.

Alta Valle dell’Aniene

Sono 16 le tappe che costituiscono il Cammino di San Benedetto, 300 km che attraversano tutto il Centro Italia, da Norcia, sua città natale in Umbria, fino alla Campania. Qui, nell’Alta Valle dell’Aniene e nel resto del Lazio tocca una serie di comuni: Leonessa. Poggio Bustone, Rieti e la Valle Santa, Rocca Sinibalda e Castel di Tora, Pozzaglia, Orvino, Mandela e Vicovaro, Subiaco, dov’egli visse più di trent’anni e fondò numerosi monasteri, e infine Montecassino, dove trascorse l’ultima parte della vita e scrisse la Regola.

Rieti

Fra il 1123 e il 1226, anno della sua morte, San Francesco soggiornò più volte nella Valle Reatina, per questo definita oggi “Santa”. A ricordare il suo passaggio ci sono quattro monasteri, tappe del Cammino di Francesco, che va dal Santuario de La Verna in provincia di Arezzo fino a Roma. La terra reatina fu per lui di grande ispirazione: qui nacquero la tradizione del Presepe, la Regola dell’Ordine Francescano e il Cantico delle creature, eventi ricordati nei quattro luoghi sacri: il Santuario di Greccio, La Foresta, Poggio Bustone e Fonte Colombo che si trovano ai quattro angoli della valle. All’epoca, Rieti era una città prospera e Palazzo Vescovile ospitava spesso Papi: Innocenzo III (1198), Onorio III (nel 1219 e nel 1225), Gregorio IX (nel 1227, nel 1232 e nel 1234), Niccolò IV (tra il 1288 ed il 1289) e Bonifacio VIII (nel 1298).

Inaugurato nel 2003, il Cammino di Francesco si compone di otto tappe ed è lungo 80 km, scanditi da un’apposita segnaletica. I principali punti di interesse toccati sono i quattro santuari, il centro storico di Rieti, l’Abbazia di San Pastore ed il bosco del Faggio di San Francesco a Rivodutri, nella Piana Reatina, inserita nella Riserva naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile. Se il mezzo adottato è la bicicletta, si può sfruttare la Ciclovia della Conca Reatina. In ogni caso, a ogni tappa bisognerà esibire il “Passaporto”, che documenta l’effettivo compimento del percorso: se lo si concluede in non meno di due giorni, si può richiedere l'”Attestato del pellegrino” all’Ufficio del Cammino di Francesco, a Rieti in Via Cintia 87.

Altro itinerario religioso interessante è il Cammino di San Benedetto, che parte da Norcia e in 16 tappe – una al giorno se lo si fa a piedi, 7 giorni in bicicletta – si conclude a Montecassino. Anche in questo caso, i “pellegrini” devono avere con sé la “credenziale”, il “passaporto” che a Montecassino dà diritto al testimonium, il documento di avvenuto pellegrinaggio. Il ripristino di alcuni antichi tratti del Cammino ha ridato vita a tanti piccoli borghi spesso poco conosciuti e fuori dal turismo di massa.
Le tappe per il percorso a piedi sono: Norcia, Cascia, Monteleone di Spoleto, Leonessa, Poggio Bustone, Rieti e la Valle Santa, Rocca Sinibalda e Castel di Tora, Pozzaglia, Orvinio, Mandela, Vicovaro, Subiaco, Trevi nel Lazio, Collepardo e la Certosa di Trisulti, Casamari, Arpino, le gole del Melfa, Roccasecca e infine Montecassino.

Tuderte

Se gli States hanno la “Route 66”, noi abbiamo l’ “Italia Coast to Coast”. Quattrocentodieci chilometri di sentieri, sterrati e stradine suddivisi in 18 tappe di circa 20/25 km ciascuna, se si va a piedi, 50 se il mezzo è la MTB (per un totale di 440 km), che collegano fra loro quattro Regioni, Marche, Umbria, Lazio e Toscana, collegando l’Adriatico al Tirreno. Il cosiddetto C2C è un itinerario per chi vuole fare una full immersion in ciò che vuol dire Italia: natura, piccoli borghi, eremi, santuari, siti archeologici. In Umbria, parte da Nocera Umbra e arriva a Orvieto. Nel mezzo, bellissime le soste ad Assisi, Cannara, nel cuore della Valle Umbra, e poi ancora Bevagna, Montefalco, Gualdo Cattaneo, Todi e Baschi.

Folignate Nocera Umbra

Non c’è mezzo migliore per esplorare l’Umbria, e in questo caso il comprensorio Folignate Nocera Umbra, che le proprie gambe, seguendo la traccia di due cammini: uno legato alla figura di San Francesco, detto Via di Francesco, nella tratta denominata Via del Sud, e , Italia Coast2Coast, che attraversa il Paese passando dalla costa Adriatica a quella Tirrenica.

La Via del Sud è invece la direttiva che in 180 km porta da Greccio, nella Valle Santa di Rieti, Lazio, ad Assisi, e viceversa. Il Santuario di Greccio, dove Francesco realizzò il primo presepe della storia, è il primo di una serie di tasselli della vita del Santo: Fonte Colombo, La Foresta e Poggio Bustone, passando per la Cattedrale di Rieti. Il punto di incontro fra Lazio e Umbria è il Lago di Piediluco, in cui si immette il fiume Velino. Si cammina nel silenzio, riflettendo i pensieri là dove si riflettono le montagne e i boschi attorno. Si risale il fiume Nera, nella Valnerina, che sprofonda nelle Cascate delle Marmore e poi sfocia nella Valle di Spoleto. Sono questi i luoghi più amati dal Santo, che soleva dire “Nihil iucundius vidi valle mea spoletana”. Ecco dunque Spoleto, Trevi, Foligno, Spello e Assisi, fra emozioni da esternare ammirando un territorio di rara piacevolezza o intime da interiorizzare dinanzi alla tomba del Santo, nella Basilica a lui dedicata nella “Città della Pace”.

Quattrocentodieci chilometri di sentieri, sterrati e stradine danno invece forma all’”Italia Coast to Coast”, suddiviso in 18 tappe di circa 20/25 km al giorno se si va a piedi, 50 se il mezzo è la MTB (per un totale di 440 km), che collegano fra loro quattro Regioni, Marche, Umbria, Lazio e Toscana. In Umbria, il C2C parte da Nocera Umbra e arriva a Orvieto. Nel mezzo, bellissime le soste ad Assisi, Cannara, nel cuore della Valle Umbra, e poi ancora Bevagna, Montefalco, Gualdo Cattaneo, Todi e Baschi.

Eugubino Alto Chiascio

Cinquecento km in tutto, da La Verna in Toscana e da qui fino a Roma. La Via di Francesco è dedicata a tutti coloro che vogliono ripercorrere, passo dopo passo, opere e gesta del “Poverello di Assisi”, in un iter spirituale che attinge valore anche dalla bellezza e dalla serenità sprigionata dai luoghi in cui si fa tappa. Il tratto che attraversa il comprensorio dell’Eugubino Alto Chiascio prende il nome di Via del Nord, 200 km in 10 tappe a piedi, 7 da fare in bicicletta.

La natura selvaggia del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi avvolge il Santuario de La Verna, punto di partenza della “variante Nord”, ma soprattutto uno dei luoghi più amati da San Francesco. Si lascia alle spalle la Toscana alla volta dell’Umbria, attraverso le colline dell’Alta Valle del Tevere, toccando i centri di Citerna, Città di Castello e Pietralunga. Gubbio, con il suo ricco patrimonio d’arte e natura che invita alla sosta, evoca il ricordo del primo pellegrinaggio del Santo, lasciando poi riprendere la strada verso Valfabbrica. Una teoria di dolci colline porta ad Assisi, città che nel 1182 gli diede i natali e che dal 2000 è Patrimonio dell’Umanità, insieme alla Basilica di San Francesco, dove è conservato il sarcofago con le sue spoglie, alla Basilica di Santa Maria degli Angeli, custode della Porziuncola – la piccola chiesa in cui il Poverello avrebbe compreso la sua vocazione – , e agli altri siti a lui legati nei dintorni. In Umbria il percorso è ben segnalato con i colori della Via: il Giallo e il Blu che ti guideranno fino ad Assisi.

La Città dei Papi

Nel suo lungo cammino, la Via Francigena, cosiddetta perché un tempo univa Francia e Roma, da cui anche Romea, attraversa pure la Tuscia, offrendo un modo alternativo e slow di godere delle molte bellezze naturalistiche, dei borghi suggestivi e delle prelibatezze enogastronomiche di questa florida terra in provincia di Viterbo.

Il tratto nel viterbese va da Proceno a Monterosi, passando per Acquapendente, San Lorenzo Nuovo, Bolsena, Montefiascone, Viterbo, Vetralla, Capranica e Sutri, tutte tappe in grado di soddisfare curiosità su cibo, cultura, arte e tradizioni locali. Da Viterbo, il pellegrino può lasciare la Via Tradizionale per intraprendere la Variante Cimina della Via Francigena, percorso che segue il profilo del cratere vulcanico del Lago di Vico.

Alta Valle del Tevere

Nel silenzio del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, nell’Alta Valle del Tevere, si trova Il Santuario de La Verna, punto di partenza del Cammino di Francesco, che in questo tratto si chiama Via del Nord. Percorrendo strade sterrate, asfaltate e sentieri, si fa tappa all’Eremo di Montecasale e Sansepolcro, per poi proseguire verso Citerna, Città di Castello, Pietralunga, Gubbio, Valfabbrica, luoghi che rievocano le fasi cruciali della vita del Patrono d’Italia.

Un altro percorso possibile sulle Vie della Spititualità, sempre nell’Alta Valle del Tevere,
comincia da Città di Castello, e dopo pochi chilometri ferma all’Eremo del Buonriposo, tappa anche del Cammino Francescano. Qui si vede la stanza in cui San Francesco dimorò nel 1213, poi il refettorio, il piccolo chiostro e la Grotta del Diavolo, cosiddetta per via delle apparizioni demoniache che tentarono il Santo.
Tornando in direzione di Città di Castello, dopo una trentina di chilometri, si incontra il Santuario della Madonna di Belvedere, datato al XVII secolo, il cui nome suggerisce il bel panorama che si può godere da qui su Città di Castello e i suoi campanili ma anche sull’Alta Valle del Tevere, spaziando dal monte della Verna al Monte Acuto.

Altri 30 km e si arriva all’Abbazia di San Benedetto Vecchio di Pietralunga, più volte rimaneggiata nei secoli ma sempre di grande fascino. Sosta nelle cittadine medievali di Umbertide e Montone prima di ripartire per l’Abbazia di San Salvatore di Montecorona, monastero benedettino in stile romanico fondato da San Romualdo intorno all’anno Mille. Un luogo che è esso stesso simbolo ideale di questo viaggio spirituale e artistico.

Spoletino

La Via di Francesco, o Via del Sud, e il Cammino di San Benedetto sono una ricchezza del territorio spoletino. La Via del Sud parte da Greccio, nel Lazio, luogo dove secondo la tradizione, nel 1223 il Santo di Assisi realizzò il primo presepe della storia.

Il tratto della Via di Francesco del Sud ha una lunghezza totale di circa 180 km, che è consigliabile percorrere in 10 tappe. Da Greccio, cuore della Valle Santa, si punta su Fonte Colombo, La Foresta e Poggio Bustone, poi verso Piediluco e il suo lago. Si prosegue lungo il Velino e il Nera fino a giungere alle Cascate delle Marmore. Si entra poi nella Valle di Spoleto, fra abbazie, pievi, conventi e centri storici ricchissimi di arte e storia, ossia quelli di Spoleto, Trevi, Foligno, Spello e Assisi, dove si termina il cammino con una preghiera sulla tomba del Santo Patrono d’Italia. Per fare tutto ciò, in Umbria bisogna seguire le segnaletiche Giallo e Blu.

L’itinerario benedettino in provincia di Spoleto tocca numerosi luoghi legati alla vita del Santo da Norcia, fra cui l’Abbazia di San Felice, non lontano dal borgo di Giano dell’Umbria. Il complesso, datato agli inizi del XII secolo, è totalmente immerso nella natura e nel silenzio, condizioni ideali per vivere a pieno l’esperienza della Regola “ora et labora”, “prega e lavora”. Sui monti Martani, dove i primi segni di evangelizzazione risalgono al IV secolo d.C., si trovano invece l’Abbazia dei Santi Fidenzio e Terenzio e la Chiesa di Santa Maria in Pantano – una delle più antiche e interessanti dell’Umbria – sorte entrambe sulle fondamenta di edifici romani.

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