Maremma del Nord

E’ inscritto in un percorso ad anello di 410 km nel cuore della bassa Toscana l’Itinerario Gran Tour della Maremma, che tocca alcuni dei più suggestivi borghi storici del Monte Amiata per arrivare fino al mare e ritorno. Si svolge su strade per lo più asfaltate alternate a sterrati, per cui è consigliabile l’utilizzo di una bici ibrida. Si parte dalla SP162, che va da Massa Marittima a Siena. A livello altimetrico l’itinerario è piuttosto impegnativo, come rivela da subito il primo tratto, con 6 km di salita fra località Pian di Mucini e il borgo di Prata. Imboccando la SP54 si toccano Tatti, Sassofortino e Roccastrada, già in provincia di Grosseto, puntando verso l’Amiata, con Magliano e Scansano lungo la suggestiva Strada dei Tufi. Il tratto finale ripropone nuovamente i paesaggi della Maremma del Nord, con la piana di Castiglione e infine ritorno a Massa Marittima.

Il Tour Anello di Massa Marittima è invece “solo” di 58 km, e si sviluppa in pianura nella prima parte, per poi inerpicarsi su rilievi moderati ma impegnativi, come per esempio la salita di Capanne e i saliscendi della strada Marsiliana. Bellissimo il paesaggio collinare che accompagna lo scorrere della Marsiliana, così come le tappe di Scarlino Scalo, con la sua nuova Marina attrezzata con ristoranti, boutique e servizi di ogni genere, e Bagni di Gavorrano, ai piedi del Parco Minerario Naturalistico di Gavorrano.

Sono infine 128 i km che compongono il terzo itinerario maremmano, ossia il Percorso sportivo Monterotondo Marittimo-Vetulonia. Sono fattibili in tre giorni decisamente intensi, anche per la ricchezza degli spunti che si trovano lungo il tragitto: Monterotondo, Massa Marittima, Lago dell’Accesa, Scarlino, Gavorrano, Castiglione, Diaccia Botrona e Vetulonia, in un’alternanza di siti archeologici etruschi, romani, monumenti medievali, rinascimentali, archeominerari e ovviamente naturalistici.

Marche Outdoor è la piattaforma digitale dove ciascun appassionato di cicloturismo può consultare e scegliere il percorso più adatto alle proprie capacità ed esigenze. Percorsi tematici e georeferenziati, completi di tutte le informazioni per accoglienza e servizi specifici per biker, che portano alla scoperta degli angoli più nascosti e fuori dalle solite rotte nel territorio marchigiano.

Quello denominato Italy Route 77 corrisponde alla Ciclovia della Valle del Chienti, che corre parallela alla Strada Statale 77 collegando Civitanova Marche e Foligno, già in Umbria, lungo il crinale della dorsale appenninica e transitando per il Valico Colfiorito, a 821 metri di quota. In tutto, si tratta di 120 km da dividere in tappe, che volendo possono coincidere con le molte attrazioni che punteggiano il tracciato. Limitandoci qui alla parte marchigiana, si toccano il borgo medievale di Tolentino con la bellissima Basilica di San Nicola, la Cattedrale di San Catervo e il Castello della Rancia. Non lontano ecco poi l’Abbadia di Fiastra circondata dalla sua Riserva naturale, Urbisaglia con il Museo e il Parco Archeologico di Urbs Salvia, le Abbazie di San Claudio e Santa Mari a Piè di Chienti, e infine Civitanova Marche, tappa iniziale o finale a seconda del senso seguito, che volendo fa da punto di contatto con un altro interessante tracciato, quello dalla Ciclabile Civitanova-Porto San Giorgio, 20 km in gran parte in riva al Mar Adriatico.

Torino e Area Metropolitana

Torino in bici in tre ore non è un’impresa impossibile, ma di sicuro bisogna pedalare se non si vuole trascurare nessuno dei volti del capoluogo piemontese. La Torino con le vestigia di epoca romana lascia spazio a quella medievale, poi rinascimentale, del Risorgimento e infine quella del Novecento e avveniristica del terzo millennio. Tutto in tre ore, grazie a un itinerario studiato da un operatore specializzato in cicloturismo, Due Ruote nel Vento. Un viaggio nel tempo che permette di vivere una full immersion, eco e green, nella prima capitale d’Italia.

Alessandria

La Cittadella di Alessandria è stata nel 2016 scenario della partenza della prima edizione della “GranTanaRando”, randonnée di 400 km che ha fatto da modello alla Ciclovia lungo la Via del Tanaro. Tradotto in chilometri, significa 224 km all’andata e 187 km per il ritorno nell’Alessandrino. La partenza è nel Monferrato, appunto dalla Cittadella di Alessandria, e costeggiando sempre il Tanaro, si passa nella celebre piazza del Palio di Asti e poi, affrontate le colline del Roero, si entra in Langa passando dinanzi al Duomo di Alba e a Barolo. Da qui si sale in Alta Langa verso Dogliani, Belvedere e Murazzano fino a scendere in Ceva.

Poi, ecco la Val Tanaro fino a Ormea, punto di riferimento per la salita che porta alla sorgente del Po, fino a Upega. A quel punto, calcolando il ritorno, si parla di 27 ore in tutto, il tempo massimo per l’intero tracciato della GranTanaRando. Per chi non è fissato con il cronometro, si può affrontare tutto con più calma e meno ansia da prestazione. Oltre 400 km in bicicletta sono un’esperienza che va ben programmata, quanto ad alloggi, pasti e attrezzatura. L’idea originaria di questo percorso è stata di Pietro Contegiacomo, ma è stata possibile dalla consulenza e dalla collaborazione dell’ADS SUSA BIKE, il cui team ha organizzato la prima edizione della GranTanaRando, oggi considerata un itinerario da veri appassionati.

Cosenza e la Sila Grande

La Strada delle Vette deve il suo nome al fatto che unisce le tre maggiori cime della Calabria. Si parte da Camigliatello Silano, “capoluogo” della Sila in provincia di Cosenza, che con i suoi 1300 metri di quota offre pendii che in inverno si trasformano in piste da sci. Si intraprende la SP249 e un tornante dopo l’altro si sale fino a Fago del Soldato, a 1450 metri. In pochi minuti si arriva al valico di Montescuro, a quota 1600 metri, punto panoramico sulla vallata di Cosenza e quella di Camigliatello. Ecco, è questo il luogo di partenza della Strada delle Vette vera e propria.

Dopo circa 5 Km, ecco il suggestivo altopiano di Macchia Sacra, punteggiato dai caratteristici “capanni dei vaccari”. Qui sgorga la freschissima Fontana del Colonnello, poco prima del Macchione, da cui parte un altro impianto di risalita per Monte Curcio, base di riferimento per raggiungere il Monte Botte Donato, la vetta più alta della Sila.

Rifugio, bar e ristorante attendono chi prende la cabinovia da Lorica, sulla riva del Lago Arvo: affacciandosi dal terrazzo del rifugio si può ammirare tutto l’Altopiano Silano per rimanere stupiti di fronte a un paesaggio che ricorda molto le foreste canadesi. Sul fondavalle appare il Lago Arvo, fra i punti più suggestivi della Strada delle Vette. Chi vuole proseguire può raggiunge Rovale e intraprendere la SP211 verso Silvana Mansio, S. Nicola Silano e Sculca, da cui si raggiunge Croce di Magara. Qui si possono ammirare i “Giganti della Sila” in località Fallistro, famosa riserva biogenetica con un bosco di pini secolari classificati fra gli alberi monumentali d’Italia. Imboccata la S.S. 107, si fa ritorno a Camigliatello Silano. Un rapido calcolo riporta quanto segue: 35 Km per la Strada Delle Vette, 60 Km per completare il cerchio con ritorno a Camigliatello Silano.

Langhe Monferrato Roero

La torre campanaria del Castello di Monastero e le torri di vedetta di San Giorgio Scarampi, Olmo Gentile, Roccaverano e Vengore formano uno dei più conosciuti itinerari escursionistici del Piemonte, il Giro delle Cinque Torri. Il mezzo più appropriato è di certo la mountain-bike: la partenza è di fronte al ponte romanico sul fiume Bormida e da qui si inizia la risalita della Valle, immersi in un ambiente naturale che non stanca mai. La chiesetta della Madonna del Rosario è una sorta di belvedere ideale per una sosta riposante, prima di ripartire su una strada sterrata verso San Giorgio Scarampi, piccolo centro storico raccolto intorno alla casa-torre del XII secolo. Roccaverano, con la bella piazza della parrocchiale rinascimentale, è la tappa successiva, là dove botteghe e trattorie offrono sempre un assaggio della rinomata robiola, formaggio Dop fra i più rinomati del Piemonte. La deviazione verso Olmo Gentile è consigliabile per ritrovarsi in un piccolo borgo dove l’elemento torre è onnipresente. Si prosegue sul sentiero per l’imponente Torre di Vengore, e poi per la borgata di Santa Libera, un tempo teatro di lotte partigiane oggi rifugio escursionistico. Da qui si torna a Monastero Bormida.

La sigla che la identifica è SP 232, ma il nome “Strada Panoramica Zegna” ha decisamente più appeal e rende meglio l’essenza di questo itinerario molto amato dai biker. Si parte dagli 800 metri di quota di Trivero Valdilana, già all’interno dei 100 kmq di natura protetta dell’Oasi Zegna, e si inizia a salire con larghi tornanti. A 1.400 metri di altitudine si incontra Bielmonte, poi Bocchetto Sessera, a 1.382 metri, porta d’ingresso della meravigliosa area naturalistica protetta dell’Alta Valsessera, per affrontare un’uguale tragitto in discesa fino a Campiglia in Valle Cervo. I km totali sono 28, e attraversano paesaggi e panorami mutevoli, fra cui l’area “a giardino” dell’Oasi Zegna ricca di molte centinaia di rododendri coltivati che da metà maggio a metà giugno esplodono con la variopinta fioritura. Il punto più bello ed emozionante corrisponde al belvedere di Stavello, a 1.100 metri, una sorta di balconata di 6 km affacciata sulla Pianura Padana e sull’arco alpino fino alla Liguria.

Per chi volesse continuare a esplorare le Alpi Biellesi, dall’Oasi Zegna, patrocinata FAI – Fondo Ambiente Italiano, si è a due passi da Biella Città Creativa Unesco – titolo guadagnato grazie all’imprenditoria legata alla produzione di lane e tessuti pregiati – e dal Geopark Unesco Sesia Val Grande.

Eugubino Alto Chiascio

Fra i numerosi itinerari di esplorazione del territorio Eugubino Alto Chiascio ci sono ciclovie e percorsi mtb segnalati, da scegliere in base a durata e difficoltà. Nei pressi di Gualdo Tadino, per esempio, ai piedi dell’Appennino Umbro Marchigiano, si parte alla volta di Assisi. Per la precisione, il punto di partenza è il ciclodromo Adolfo Leoni, situato alla periferia del paese. Bisogna seguire Via Aurelio Saffi fino alla SS3 Flaminica, antica strada romana che, in Umbria, parte da Otricoli e termina al valico di Scheggia. All’incrocio con la Flaminia si va a destra e subito dopo ancora a destra in direzione di Assisi sulla SP270 che conduce all’inizio della salita di Valtole. Ecco: è questo il punto più arduo, con una saluta impegnativa che termina al km 9: all’incrocio con la SS444 si svolta a sinistra in direzione di Assisi. Passata la Madonnuccia di Morano, inizia la dura salita di Morano. Poi, dopo circa 1 km di falsopiano, inizia la discesa verso Assisi, fino al chilometro 19,5; qui svolta a destra in direzione di Casacastalda. Terminata la ripida e tortuosa discesa, all’incrocio con la SS318 si svolta a destra in direzione di Gualdo continuando a scendere ancora per altri 3 km e fino a raggiungere il punto di partenza. I chilometri non sono molti ma le pendenze sono toste e bisogna avere una preparazione adeguata.

Sempre in MTB, si va da Gubbio al Monte Sant’Ubaldo. Qui i km sono solo 20,2 e il dislivello di 900 metri, ma non bisogna farsi ingannare: livello di difficoltà, impegnativo! Si parte dall’Anfiteatro romano di Gubbio e si inizia a salire per una stretta valle, fino alla piccola chiesa della Madonna del Sasso, per poi affrontare un tratto ancora più ripido con un lungo sterrato che scorre a mezza costa con una vista mozzafiato sul Monte Cucco e su tutto l’Appennino Umbro Marchigiano. La salita prosegue fino a una divertente discesa in single track nel folto di una pineta, che conduce all’ultima sfida: si sale ancora per arrivare alla Basilica di Sant’Ubaldo, dove durante l’anno sono custoditi i Ceri di Gubbio.
Questo è il punto da cui si inizia a ridiscendere verso Gubbio, che si domina dall’alto. Nel percorrere questo tratto, bisogna immaginare che è il medesimo che viene fatto in salita durante la corsa dei Ceri. Lo sterrato termina giusto sopra il Palazzo Ducale e il Palazzo del Duomo.

Sono invece 32 i km che separano il piccolo borgo di Costacciaro dal Monte Cucco. Il dislivello è di 1350 metri, e il livello di difficoltà impegnativo per via delle molte salite, ma ne vale la pena. A ripagare la fatica sono gli ampi panorami sull’Appennino Umbro. L’escursione attraversa il Parco Regionale del Monte Cucco, tra prati e faggete, e a tratti interseca la Gran Fondo in MTB del Monte Cucco, che si tiene ogni anno in giugno e richiama centinaia di appassionati. La salita più lunga inizia dopo poco e si conclude al km 11, quando si raggiunge Punta Sasso Pecoraro. Si continua poi sul sentiero n. 1, dove però per alcuni tratti bisogna procedere a piedi. Al km 19,6 termina l’ultima rampa di salita e si inizia a scendere, su asfalto alternato a fondo sassoso e veloce. Una volta tornati nel fondovalle, si passa da Sigillo e da qui a Costacciaro.

Tuderte

Sono 52 i km che separano Todi e i borghi di Collazzone e San Terenziano, i due punti più alti di questo percorso in bici ad anello che, dopo la salita sui Monti Martani, torna nel centro del borgo medievale tuderte. Il dislivello è di 900 metri e la difficoltà media, quindi affrontabile con un minimo di preparazione atletica.

L’itinerario è rappresentativo di ciò che significa viaggiare in Umbria: natura, arte, storia in un tutt’uno. Oltre alla bellissima Todi, fra i centri meglio conservati della Regione, è l’occasione per scoprire due borghi fra i meno noti della zona, Collazzone e San Terenziano, che oltre a conservare autentiche atmosfere medievali, affacciano su splendidi panorami e sulla valle lambita dal Tevere.

Folignate Nocera Umbra

Nel comprensorio dell’Assisano si sviluppano una serie di ciclovie e percorsi mtb che, attraversando tratti di campagna incontaminata e percorrendo strade per nulla trafficate, permettono di fare tappa in alcuni dei luoghi più rappresentativi della Regione. La Assisi – Spoleto è lunga poco più di 50 km, suddivisi fra un tratto di 22,5 km fino a Bevagna, con un dislivello di 150 metri e solo qualche brevissimo sterrato, e uno di altri 28,7 km su fondo per lo più asfaltato che porta fino alla “Città del Festival dei Due Mondi”. Il livello di difficoltà è facile, un vero invito a percorrere questa ciclovia lungo la quale si incontrano la Basilica di Santa Maria degli Angeli, il Santuario di Rivotorto, Cannara, Pian d’Arca, Bevagna, Montefalco, Trevi, le Fonti del Clitunno, Pissignano, il Castello di San Giacomo e infine Spoleto. Chi è di buona gamba la potrebbe affrontare anche in un solo giorno, ma va detto che questi “intermezzi” meritano ciascuno una visita di approfondimento e non una sosta en passant.

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