Il comprensorio può contare su un discreto numero di sentieri e percorsi trekking certificati e comunque aggiornati dalle numerose associazioni sportive professionistiche e dilettantistiche che ne tutelano la percorribilità e la corretta fruizione. I percorsi trekking e econatura spaziano da quelli legati alla zone alpine e prealpine fino a quelli della zona collinare, fluviale e marittima.
Type turistici: trekking
Il Cammino di Sant’Agostino
Il richiamo a percorrere i sentieri che un tempo furono percorsi dagli antichi pellegrini è indubbiamente irresistibile. Questo offre l’opportunità di riscoprire un autentico contatto con i territori e la natura, seguendo le stesse strade che hanno visto viaggiare generazioni di uomini, sfidando le forze della natura e le intemperie.
I cammini antichi rappresentavano le autostrade del passato, tracciati che risalgono fino all’epoca dell’Antica Roma e che nel corso dei secoli hanno visto il passaggio di commercianti e viaggiatori attraverso la penisola italiana.
Il Cammino di Sant’Agostino offre un’esperienza di trekking straordinaria lungo 353 km, divisi in 15 tappe, consentendo ai visitatori di esplorare i principali siti artistici e di interesse nella regione brianzolo-comasca, come chiese, monasteri, monumenti antichi e moderni, parchi e ville storiche.
La Via Postumia
Il Cammino di Via Postumia offre un’esperienza di trekking che copre 251 km, divisi in 14 tappe. Nonostante alcune tappe possano essere impegnative per la loro lunghezza, l’intero percorso è classificato con una difficoltà di livello T (per tutti), poiché il grado di dislivello non è particolarmente significativo.
La Spezia
Cinque Terre, il suo mare e la sua montagna. Questo tratto di costa ligure in provincia di La Spezia, decantato per la sua bellezza da poeti e scrittori di ogni epoca, grazie alla sua natura rocciosa e ispida è una meta perfetta per il Nordic walking.
Da Vernazza a Monterosso, si segue il Sentiero Azzurro che si apre su scorci meravigliosi, permettendo di toccare alcuni dei borghi marinari più suggestivi della Regione e, senza esagerazione, d’Italia. Di buon passo ci vogliono meno di due ore, ma qui lo slow travel è d’obbligo, per concedersi il piacere della pura contemplazione.
Ma le Cinque Terre, già di per sé meta che vale il viaggio, sono solo una delle attrattive naturalistiche dello spezzino. Chi pratica outdoor potrà cimentarsi anche sulla rete sentieristica per Nordic walking che attraversa il Parco Naturale Regionale di Porto Venere e il Parco Naturale Regionale di Montemarcello-Magra-Vara.
Per restare nei dintorni della città, c’è la bella passeggiata che porta da Tellaro a Montemarcello. La bellezza di questi itinerari sta anche in ciò che si può ammirare all’orizzonte: l’Isola Palmaria, il Golfo di La Spezia, il Mar Ligure e, verso sud, il profilo delle Alpi Apuane in Toscana.
I Giganti della Valle d’Aosta: I 4000 metri della Valle d’Aosta
Con una proposta di oltre 300 itinerari di trekking tutti segnalati, la Valle d’Aosta è un vero paradiso per i camminatori incalliti. Il range va dalla passeggiata soft di poche ore alla giornata intera, fino ai tour di più giorni e persino a quelli transfrontalieri, che sconfinano in Francia e Svizzera, come per esempio la famosa competizione “Giro dei Giganti / Tor des Géeants”, il circuito che attraversa tutta la Valle d’Aosta lungo le due famose Alte Vie. Insomma, da giugno a settembre non resta che indossare scarponcini e ramponi e partire alla volta delle cime dei “Giganti delle Alpi” e di quel mondo di villaggi tradizionali e verdi vallate che gravita attorno.
Oltre alle camminate ardite in alta quota, ci sono itinerari alla portata di tutti, di cui la Via Francigena è un must: si tratta dello storico pellegrinaggio da Canterbury a Roma, che attraversa la Valle d’Aosta dal Gran San Bernardo a Pont-Saint-Martin. Nel fondovalle e sui versanti di media quota con un’altitudine compresa tra i 500 e i 1900 metri corre invece il Cammino Balteo, itinerario ad anello di quasi 350 km, praticabile in entrambi i sensi e per buona parte dell’anno. Il Cammino si articola in 23 tappe da 4-6 ore l’una, che parte da Pont-Saint-Martin e tocca tutte le principali mete valdostane, quali Fénis, Saint-Vincent, Verrés, Arnad e così via.
Inutile dire che in un territorio che vive di montagna si ha la certezza di trovare ovunque rifugi alpini di facile accesso, distanti l’uno dall’altro al massimo un’ora e mezza circa e spesso collegati da impianti a fune. Non solo. Gli escursionisti trovano accoglienza anche nei posti tappa, più semplici dei rifugi, con una trentina di posti letto e attrezzatura per cucinare, ma senza servizio di ristoro. I posti tappa si trovano anche in località raggiungibili in auto, mentre in luoghi di difficile accesso, si trova riparo nei bivacchi fissi, non custoditi e attrezzati sommariamente ma di conforto lungo vie ferrate e sentieri d’alta quota.
Irpinia
Percorrere i 200 km del Trekking Partenio è come camminare indietro nel tempo. Tralasciando per un attimo l’aspetto preponderante, quello naturalistico, e concentrandosi invece sui segni lasciati dall’uomo, si può cogliere come questo tracciato sia un insieme di mulattiere, carrarecce, viottoli, sentieri più o meno comodi, ma sempre segnalati dal CAI, lungo i quali sono passati pastori, taglialegna, rifugiati e sfollati di guerre, briganti, contrabbandieri o semplici cercatori dei tesori del bosco, i funghi. Transiti che hanno cambiato, chi in un senso e chi in un altro, la storia stessa della Campania, e prima ancora della Valle Lauro e dell’Irpinia tutta. Dopo decenni di abbandono dovuto al fenomeno dell’emigrazione e della motorizzazione, l’esigenza di un ritorno alla natura ha permesso di ripristinare tali sentieri, coniugando attività sportiva e culturale e ridando al territorio il suo giusto ruolo, tanto che oggi il Partenio è considerato una delle oasi naturali più belle e incontaminate del Paese.
Il Trekking Partenio è l’itinerario principale che insiste sul Monte Partenio, mettendo in comunicazione i vari comuni attraverso un percorso che si snoda lungo la dorsale principale fra i passi dei Monti di Avella, Piano di Lauro e Mafariello, toccando le zone più alte del territorio e collegandole direttamente con le aree a valle. Un altro percorso che dà grande soddisfazione è quello che parte dal centro di Ospedaletto d’Alpinolo ed è detto Sentiero di Mamma Schiavona dedicato alla Madonna di Montevergine, meta che si raggiunge in circa 2 ore, a quota 1260 metri.
Per chi cerca l’emozione di camminare sospeso nel vuoto o fra le chiome di castagni e faggi secolari, sempre in località Ospedaletto d’Alpinolo c’è il Parco Avventura Montevergine, dove si entra in una modalità slow e di totale contatto con la natura. Le attività proposte hanno diversi gradi di difficoltà, fra liane, ponti tibetani o oscillanti, passerelle di cavo e ponti di corda per tutte le età.
A fare da raccordo a tutti i 33 sentieri del Parco e, simbolicamente, di 4 Province e 19 Comuni, è il Sentiero Italia, che attraversa il Massiccio del Partenio da Mercogliano a S. Martino Valle Caudina, passando per la cresta dei Monti di Avella.
Il Parco del Partenio offre quattro rifugi, situati in pianori di natura carsica, tappa ideale per spezzare cammini che possono durare anche svariate ore. Ne bastano invece due per effettuare il Percorso Ambientale Summonte-Campo San Giovanni che parte dal centro storico di Summonte per poi raggiungere località naturalistiche come Urupreta, Castellone e Becco dell’Aquila, terminando in zona Campo San Giovanni, a 1150 metri di quota.
Per organizzare un’escursione nel Parco Regionale del Partenio e ci si può rivolgere all’associazione Irpinia Trekking o al WWF che qui gestisce due Oasi. In alternativa è possibile consultare la Mappa Escursionistica del Partenio – Alta Via del Partenio, nata dalla collaborazione tra la sezione di Avellino del CAI e la Comunità Montana del Partenio.
Sempre nell’avellinese, altro punto di riferimento e di arrivo dei numerosi percorsi di trekking in Alta Irpinia è il Monte Cervialto, che con i suoi 1809 metri di quota è la seconda cima della Campania. Il suo nome lo deve al cospicuo numero di cervi che un tempo popolavano la zona, ma a essere rimasto inalterato è il panorama che spazia dalla Piana del Sele al Golfo di Salerno, fino a intravvedere il Tavoliere delle Puglie. Assieme al Montagnone di Nusco, il Cervialto costituisce un complesso orografico di grande interesse faunistico, tale da essere riconosciuto come area SIC (Sito di Interesse Comunitario). Attraverso fitti boschi di castagni, principale coltura arborea del territorio, si raggiunge l’Altopiano di Sazzano, a circa 1330 metri, e da qui quello di Gaudo, nei pressi del Santuario della Madonna della Neve.
Il vicino borgo di Calabritto con le sue 14 cascate formate dal rio Zagarone è una di quelle mete imperdibili, soprattutto se al trekking si vuole alternare il canyoning nella Forra di Calabritto.
Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori di Toscana
Il trekking è di per sé una modalità di fare turismo slow ed ecosostenibile, perfetta per immergersi in un territorio vocato alla natura come quello della Toscana. Un patrimonio ambientale da apprezzare secondo il proprio stile di vita e desiderio, grazie a un sistema di strutture ricettive in grado di coprire un range amplissimo di offerte, dal camping attrezzato al resort di lusso, passando per l’agriturismo, la dimora storica, l’hotel di design contemporaneo, lo stabilimento termale d’antan ma aggiornato in tutte le sue attività curative e di remise en forme. Location più semplici o rustico chic o ricche di confort a seconda della scelta, ma sempre ideali per restare a contatto con la natura e partire alla scoperta dei dintorni. Vacanze open air per godere a pieno di natura, arte, cultura, dalla costa fino alle montagne dell’entroterra.
Borghi più belli della Basilicata
Trekking in alta quota anche in Basilicata? Sì, e oltre il tetto dei 2000 metri di altitudine. Si può nel Parco Nazionale del Pollino, il più grande d’Italia, inserito nel listing dei Geoparchi dell’Unesco come Patrimonio dell’Umanità, in virtù di flora e fauna che ne fanno un vero paradiso per chi ama praticare sport all’aria aperta. Oltre al trekking, aperto davvero a qualunque genere di escursionista, sono possibili esperienze di alpinismo, torrentismo, rafting, sci di fondo, mountain bike, speleologia.
Fra i 17 sentieri di trekking tracciati sul versante lucano del Pollino, quello segnato con il numero 1 e con una difficoltà “EE” (Escursionista Esperto), parte dal Rifugio Bosco Favino e arriva in vetta al Monte Alpi, nel comune di Latronico, mentre è assai più semplice da approcciare il numero 15, segnato come un livello “T” (Turistico), che dal Rifugio De Gasperi sale al Belvedere di Malvento, nei pressi di Viggianello.
Alta Via dei Monti Liguri
Sono probabilmente centinaia le bandierine bianco/rossa con la scritta “AV” che individuano i 44 tracciati della AVML, disegnando una sorta di “corsia preferenziale” nel verde che corre su crinali soleggiati, scomparendo in boschi ombrosi per poi tornare alla luce e offrire alla vista orizzonti sui quali si riconoscono il Monviso, il Massiccio del Monte Rosa e il profilo della Corsica. Insieme ai Siti della Rete Natura 2000 Comunitaria, al sistema dei parchi e alla rete ecologica regionale, l’Alta Via costituisce un “corridoio di connessione” prezioso anche per gli animali, come hanno dimostrato casi di esemplari di macrofauna, in particolare lupi, giunti sulle Alpi Marittime dall’Appennino Emiliano e individuati grazie al radiocollare.
Valle di Lauro – Antico Clanis
Percorrere i 200 km del Trekking Partenio è come camminare indietro nel tempo. Tralasciando per un attimo l’aspetto preponderante, quello naturalistico, e concentrandosi invece sui segni lasciati dall’uomo, si può cogliere come questo tracciato sia un insieme di mulattiere, carrarecce, viottoli, sentieri più o meno comodi, ma sempre segnalati dal CAI, lungo i quali sono passati pastori, taglialegna, rifugiati e sfollati di guerre, briganti, contrabbandieri o semplici cercatori dei tesori del bosco, i funghi. Transiti che hanno cambiato, chi in un senso e chi in un altro, la storia stessa della Campania, e prima ancora della Valle Lauro e dell’Irpinia tutta.
Dopo decenni di abbandono dovuto al fenomeno dell’emigrazione e della motorizzazione, l’esigenza di un ritorno alla natura ha permesso di ripristinare tali sentieri, coniugando attività sportiva e culturale e ridando al territorio il suo giusto ruolo, tanto che oggi il Partenio è considerato una delle oasi naturali più belle e incontaminate del Paese.
Il Trekking Partenio è l’itinerario principale che insiste sul Monte Partenio, mettendo in comunicazione i vari comuni attraverso un percorso che si snoda lungo la dorsale principale fra i passi dei Monti di Avella, Piano di Lauro e Mafariello, toccando le zone più alte del territorio e collegandole direttamente con le aree a valle.