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Comune di SCILLA
Nell’immaginario epico e letterario, da più di duemila anni Scilla è un mostro marino generato dalla gelosia della maga Circe. Secondo la mitologia greca, sarebbe stata lei a trasformare la ninfa Scilla in una terribile creatura con sei teste di cane e lunghe code di serpente, pronta a catturare tutte le imbarcazioni che transitavano davanti al promontorio dove oggi sorge l’omonimo borgo. Anzi, per la precisione, la “tana” del mostro sarebbe stata l’area del Castello Ruffo di Calabria, uno dei luoghi che oggi meglio identificano quel particolare tratto di mare che è lo Stretto di Messina.
Dal V secolo a.C. in poi, si può dire che qui siano transitati tutti i dominatori che la Calabria abbia mai conosciuto, nessuno escluso, fino ad arrivare al 1578, anno in cui Paolo Ruffo decise di acquistarlo e di trasformare in una residenza sontuosa quello che era già un palazzo baronale di tutto rispetto.
Dopo le devastazioni dei terremoti del 1783 e del 1908, il castello ha subito vari restauri e adattamenti, ospitando uffici pubblici durante il periodo fascista, e persino un ostello della gioventù, fino a essere di recente adibito a Centro regionale per il recupero dei centri storici calabresi.
Dal 1913, una parte dell’edificio ospita il faro della Marina Militare.
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