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Comune di SERRA SAN BRUNO
Bussare alla porta del Museo della Certosa di Serra San Bruno è come chiedere l’accesso a un mondo per secoli tenuto volutamente nascosto, ma che qui, in questo paesino sulle montagne nell’entroterra di Vibo Valentia, lascia uno spiraglio di apertura verso chi vuole guardare con occhio attento a una delle comunità religiose più importanti della storia della Chiesa.
La Certosa è la più antica e una delle tre ancora attive in Italia, la seconda in assoluto per longevità dopo quella di Chartreuse, e una delle 23 nel mondo, tutte fondate o generate dall’opera del monaco cristiano tedesco Bruno da Colonia, “padre” dell’Ordine certosino.
Se la Certosa in sé è custode dei numerosi capolavori d’arte prodotti in nove secoli dai monaci certosini, le ventidue sale del percorso museale ricavato attorno al chiostro illustrano la vita del Santo, la nascita e l’evoluzione del suo Ordine monastico, la storia della Certosa e del vicino Eremo di Santa Maria della Torre, la Regola e le consuetudini che da quasi mille anni scandiscono le giornate dei monaci, giungendo all’ultima “tappa”, una piccola cappella ricavata nella torre del ‘500 accanto all’ingresso, perfetto rifugio per un momento di riflessione e preghiera.
Menzione e visita a parte merita la biblioteca, dove ci si immerge fra centinaia di incunaboli e documenti manoscritti che raccontano l’arte e la passione con cui i certosini hanno sempre guardato alla produzione dei libri. Infatti, appena inventata la stampa, molti adepti dell’Ordine divennero stampatori e si distinsero, oltre che come tipografi, editori e traduttori, anche come scrittori. Fra costoro, anche Guigo I, monaco dell’inizio del XII secolo, che scriveva: “non potendo predicare la Parola di Dio con le labbra, noi la predichiamo con le mani”.
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