Monumento ai Caduti della Prima e Della Seconda Guerra Mondiale

Anche un piccolo borgo del crotonese come Cirò ha offerto il suo tributo in vite umane all’esito dei conflitti bellici del Novecento. Se ne ha una misura camminando lungo il centrale Corso Luigi Lilio, dove ci si imbatte nel Monumento ai Caduti della Prima e Della Seconda Guerra Mondiale. Realizzato in marmo, cemento, pietra e bronzo, è piuttosto imponente e articolato, e frutto di due diversi momenti: nel 1921, anno di inaugurazione, fu infatti posta una lapide in bronzo con incisi i nomi dei 96 soldati nativi di Cirò scomparsi durante la Grande Guerra, mentre nel 1949 fu aggiunta una nuova lapide in marmo relativa ai caduti del secondo conflitto. Fulcro del monumento è infine una statua bronzea raffigurante un soldato ferito che stringe al petto un fucile.

Il Polo Museale di Cirò

Sono ben tre le esposizioni che compongono il Polo Museale di Cirò, attrazione culturale sui generis nel panorama turistico della provincia di Crotone. Questa la sequenza dei temi trattati: si comincia dalle sale dedicate a Luigi Lilio, con la riproduzione dei documenti che ricostruiscono la riforma del Calendario Gregoriano, affiancati da una mostra permanente multimediale incentrata sull’astronomia antica. Il percorso prosegue virando sul tema dell’alchimia e sulla figura di Giano Lacinio, alchimista francescano orgoglio di Cirò, dove nacque nel Cinquecento. Altra mostra permanente e altra virata varcando la soglia del Museo del Vino e della Società Contadina, dove macchinari d’epoca e beni e arredi della civiltà contadina raccontano di come si vinificava e si viveva un tempo nel territorio di Cirò.

Castello Carafa

Cirò è nota come la “Città del vino e del calendario” perché è “capitale” della zona d’origine della prima Dop calabrese – vale a dire del Cirò Dop – e perché diede i natali a Luigi Lilio, ideatore nel 1582 del calendario Gregoriano, che dopo 15 secoli sostituì quello promulgato nel 46 a.C. da Giulio Cesare. Cirò trova il suo centro nel Castello Carafa, posto nella parte alta del borgo antico. L’edificio, costruito fra il XIV e il XVI secolo, si evidenzia per la sua insolita pianta trapezoidale con torri circolati e un bastione pentagonale merlato, e per la corte interna la cui pavimentazione presenta un lastricato in pietra locale con un motivo a stella a nove punte circoscritto da un cerchio. Al piano superiore si sviluppano invece due appartamenti e altre stanze per la servitù.

Chiesa di Santa Maria de Plateis

Guardando la facciata della Chiesa di Santa Maria de Plateis di Cirò, in provincia di Crotone, si potrebbe pensare a un classico esempio di riuso di un edificio preesistente di origine greco-romana per via della presenza di quattro colonne corinzie. Invece, nulla di tutto ciò. Il principale edificio religioso di Cirò risale a epoca ben più tarda, al XIII-XIV secolo, a quando cioè i cittadini in fuga dalla Marina per via delle continue incursioni saracene, decisero di riparare più a monte, e qui si fermarono, costruendo la chiesa madre con uno stile composito. All’interno stupiscono il soffitto a cassettoni dipinto di azzurro e l’altare policromo, decorato da disegni floreali.

Torre Melissa

Senza la continua minaccia dei Saraceni, le coste della Calabria e del Sud Italia in generale sarebbero molto diverse, perché la loro frequenza determinò la nascita di fortilizi e costruzioni difensive un po’ ovunque che oggi costituiscono un elemento assai caratterizzante del paesaggio. Ne è un esempio la Torre Aragonese nei pressi del borgo di Melissa, nel crotonese, nota anche come Torre Melissa o Torrazzo, eretta nel XII secolo e caratterizzata da due dettagli architettonici che la rendono unica nel Mediterraneo: la struttura cilindrica troncoconica – con un diametro esterno di 26,50 metri contro i 10 della corte interna – e la raffinata decorazione merlata. La struttura imponente sembra più quella di un piccolo castello, tanto che nei secoli si è prestata a ospitare una residenza nobiliare, passata di mano in mano ai Signori locali. La torre è oggi ben conservata e ospita al suo interno il Museo della Civiltà Contadina. Una volta terminata questa full immersion nel passato, ci si può tuffare nelle acque azzurre della spiaggia sottostante, classificata Bandiera Blu come quella della vicina Cirò Marina, con cui condivide anche il territorio d’origine del vino Cirò Dop.

Museo della Civiltà Contadina

L’antico mestiere del vignaiolo, del pastore, dell’artigiano, della filandera, della tessitrice, della cuoca e della casalinga che si prendeva cura di figli, orto e mestieri. Il Museo della Civiltà Contadina ricavato all’interno della Torre Aragonese di Melissa, nota anche come Torrazzo o Torre Melissa, è un’occasione unica per fare una sorta di escursione nel tempo, alla scoperta di ritmi e usi della vita rurale di una volta. Una passeggiata lungo il bel litorale ai piedi del promontorio su cui sorge la fortificazione, datata al XIII-XIV secolo, è poi d’obbligo, così come una degustazione del vino locale Dop, il celebre bianco Cirò.

Chiesa di Santa Maria dell’Udienza

“Ab Audentia”, letteralmente “con l’udito”, è il nome popolare con cui è nota la Chiesa di Santa Maria dell’Udienza di Melissa. A erigerla fu nella seconda metà del Seicento il nuovo principe di Strongoli Domenico Pignatelli, subentrato nel feudo del borgo dopo la morte del conte Francesco Campitelli. Sopra il portale d’ingresso, ancora oggi campeggia lo stemma della casata dei Pignatelli, che per lungo tempo mantennero lo ius patronato della chiesa. Al suo interno, si svela una ricca collezione di ornamenti e suppellettili sacre, dovuta soprattutto alla devozione dei fedeli, che venivano qui in pellegrinaggio confidando nella realizzazione di miracoli.

Chiesa di San Francesco di Paola

Se si considera il resto del borgo di Melissa, la Chiesa di San Francesco di Paola sembra quasi fuori contesto storico, perché ciò che si vede oggi risale “solo” all’Ottocento. In realtà, nello stesso sito sorgeva prima un altro edificio religioso, la Chiesa di Santa Maria dei Francesi, datata al 1690. Ciò che è oggi interessante al suo interno è la scultura del 185 d.C. raffigurante il Santo originario di Paola, realizzata in legno di carpino e custodita in una nicchia di vetro. Accanto, un’altra scultura, una statua della Madonna del Santissimo Rosario di Pompei, mentre nell’abside si può ammirare un mosaico di grandi dimensioni che rappresenta Gesù circondato dai discepoli.

Museo del Vino “Palazzo Ferraro”

Sopra il Comune, e sotto il Museo del Vino. Nel borgo di Melissa, nel crotonese, succede anche questo. All’interno della stessa dimora aristocratica, donata dalla casata dei Ferraro al Comune, Palazzo Ferraro appunto, coesistono due realtà ben distinte, al piano nobile la Sala del Consiglio e, al piano terra, l’esposizione che attraverso utensili e macchinari d’epoca illustra come si produceva vino fino a qualche decennio fa.

Chiesa Madre di San Nicola Vescovo

Un tempo, le confraternite calabresi avevano un grande peso sociale. Alle due confraternite laiche del Santissimo Sacramento e del Santissimo Rosario si deve la costruzione della Chiesa Madre di San Nicola Vescovo, la prima delle tre parrocchiali di Melissa, borgo in provincia di Crotone. Il suo parroco era chiamato arciprete, e aveva la funzione e l’autorità per richiamare a sé tutto il clero della città per lo svolgimento delle funzioni religiose, anche perché in essa si conservavano il sacramento dell’eucarestia, riposto in una custodia lignea dorata, l’unico fonte battesimale di Melissa e il sacrario. Alla fine del Settecento e verso la metà dell’Ottocento, l’edificio fu oggetto di importanti opere di restauro, e ancora oggi è ben conservato e aperto al pubblico.

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