Alghero è una di quelle destinazioni cui davvero non manca nulla. Ha persino un dialetto tutto suo, riconosciuto come lingua minoritaria dalla Repubblica Italiana e dalla Regione Sardegna. Alghero è infatti una sorta di enclave della Catalogna, dove ancora oggi si possono leggere gli effetti della dominazione catalano-aragonese del XIV secolo, un evento che la trasformò architettonicamente e culturalmente. Per coglierne questa particolarità unica basta camminare lungo i Bastioni della Maddalena che dominano il porto, che prendono i nomi dei grandi esploratori del passato: Magellano, Pigafetta, Marco Polo e Cristoforo Colombo, che terminano con la Torre di San Giacomo e la Torre Sulis, offrendo scorci che si aprono fino ad abbracciare il profilo inconfondibile di Capo Caccia.
Prima però di esplorare la costa, vale la pena perdersi nei vicoli del caratteristico centro storico, visitando il Duomo di Santa Maria, le Chiese di San Francesco e di San Michele, luoghi di culto che vivono il loro momento più...
Scopri le tre cose apprezzate di più da chi ha già visitato la destinazione
Percezione Servizi offerti
30,11%
Personale
16,88%
Qualità generale
15,59%
Pulizia
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Percezione individuale
33,50%
Dimensione naturalistica
27,10%
Componente esperienziale
22,70%
Componente emozionale
33,50%
Dimensione naturalistica
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Componente emozionale
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Componente emozionale
Esperienza complessiva
89,65%
Qualità generale
5,74%
Raggiungibilità dei luoghi di interesse
4,70%
Organizzazione
89,65%
Qualità generale
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Raggiungibilità dei luoghi di interesse
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Qualità generale
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Dati ottenuti tramite l’analisi delle recensioni sul web
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Le attività del turista Naturalistico
ecoturismo
Per una vacanza ad Alghero si può partire con pinne e bombole, con moschettoni e scarpe da arrampicata, scarponcini da trekking e racchette da nordic walking, cap e stivali per una gita a cavallo, abbigliamento da biking e MTB. Si potrebbero mettere in valigia addirittura caschetto e attrezzatura da speleologo. Alghero è una di quelle destinazioni di mare che ha la fortuna di trovarsi in un contesto ambientale che consente, e soprattutto ispira, davvero ogni genere di attività, dagli sporti nautici a quelli di terra.
Nel complesso, la costruzione della Cattedrale di Santa Maria Immacolata di Alghero ha richiesto più di tre secoli, dal 1530 circa al 1862, e ad oggi è uno degli edifici sacri più grandi e imponenti di tutta la Sardegna. Già queste premesse fanno capire che l’edificio è meritevole di grande attenzione. In più, la guglia piramidale del campanile, con il suo mosaico di maioliche colorate e splendenti, è uno degli elementi distintivi del centro storico di Alghero. Alto 20 metri e costruito in pietra arenaria, ha una caratteristica struttura ottagonale finestrata, che richiama subito i canoni dello stile gotico catalano del XVI secolo. Una volta varcata la soglia, oltre il bellissimo portale gigliato, appaiono tre navate separate da imponenti pilastri e colonne in trachite, e cinque piccole cappelle radiali con volta a crociera, una delle quali dedicata al Santissimo Sacramento.
Fra il Golfo di Alghero e quello di Porto Conte, in provincia di Sassari, si trova il nuraghe di Palmavera, ai piedi dell’omonimo promontorio. Rinvenuto a inizio Novecento, è stato oggetto di scavi solo a partire dagli anni Sessanta, divenendo in breve uno dei più importanti siti archeologici della Sardegna. Per quanto vasto, ciò che si può ammirare oggi del complesso nuragico è stato calcolato essere pari a un quarto dell’originaria superficie del villaggio, che doveva comporsi di oltre 200 abitazioni. Le circa cinquanta ancora visibili sono però sufficienti a farsi un’idea di come doveva essere la vita fra il XV e il X a.C. Fra le costruzioni più imponenti ci sono il Mastio Centrale, alto otto metri e con un diametro di dieci metri, sormontato da una caratteristica copertura a tholos, e la Capanna delle Riunioni, all’interno della quale si può osservare una sorta di “modellino” di nuraghe realizzato all’epoca. Quello in situ è in realtà una copia, mentre l’originale si trova presso il Museo Nazionale Archeologico ed Etnografico G. A. Sanna di Sassari, insieme a ceramiche e bronzi rinvenuti nelle prime campagne di scavo degli anni Sessanta. Stando a quanto raccontano reperti e stato di conservazione delle abitazioni, il villaggio fu con ogni probabilità abbandonato verso la fine dell’VIII secolo a.C. a causa di un devastante incendio, per poi rinascere in epoca punica e romana, vale a dire a partire dal III secolo a.C.
Nel complesso, la costruzione della Cattedrale di Santa Maria Immacolata di Alghero ha richiesto più di tre secoli, dal 1530 circa al 1862, e ad oggi è uno degli edifici sacri più grandi e imponenti di tutta la Sardegna. Già queste premesse fanno capire che l’edificio è meritevole di grande attenzione. In più, la guglia piramidale del campanile, con il suo mosaico di maioliche colorate e splendenti, è uno degli elementi distintivi del centro storico di Alghero. Alto 20 metri e costruito in pietra arenaria, ha una caratteristica struttura ottagonale finestrata, che richiama subito i canoni dello stile gotico catalano del XVI secolo. Una volta varcata la soglia, oltre il bellissimo portale gigliato, appaiono tre navate separate da imponenti pilastri e colonne in trachite, e cinque piccole cappelle radiali con volta a crociera, una delle quali dedicata al Santissimo Sacramento.
Fra il Golfo di Alghero e quello di Porto Conte, in provincia di Sassari, si trova il nuraghe di Palmavera, ai piedi dell’omonimo promontorio. Rinvenuto a inizio Novecento, è stato oggetto di scavi solo a partire dagli anni Sessanta, divenendo in breve uno dei più importanti siti archeologici della Sardegna. Per quanto vasto, ciò che si può ammirare oggi del complesso nuragico è stato calcolato essere pari a un quarto dell’originaria superficie del villaggio, che doveva comporsi di oltre 200 abitazioni. Le circa cinquanta ancora visibili sono però sufficienti a farsi un’idea di come doveva essere la vita fra il XV e il X a.C. Fra le costruzioni più imponenti ci sono il Mastio Centrale, alto otto metri e con un diametro di dieci metri, sormontato da una caratteristica copertura a tholos, e la Capanna delle Riunioni, all’interno della quale si può osservare una sorta di “modellino” di nuraghe realizzato all’epoca. Quello in situ è in realtà una copia, mentre l’originale si trova presso il Museo Nazionale Archeologico ed Etnografico G. A. Sanna di Sassari, insieme a ceramiche e bronzi rinvenuti nelle prime campagne di scavo degli anni Sessanta. Stando a quanto raccontano reperti e stato di conservazione delle abitazioni, il villaggio fu con ogni probabilità abbandonato verso la fine dell’VIII secolo a.C. a causa di un devastante incendio, per poi rinascere in epoca punica e romana, vale a dire a partire dal III secolo a.C.