Mostra del tartufo bianco

L’Alta Valle del Tevere è la zona di origine di uno dei prodotti più prelibati della tavola umbra, o forse sarebbe meglio dire universale.

Parliamo del tartufo Umbria, celebrato da oltre quarant’anni dalla Mostra del Tartufo Bianco di Città di Castello. Nel primo fine settimana di novembre, per le vie e le piazze del Centro Storico si allestiscono i Saloni del Vino e dell’Olio, della Biodiversià e il Laboratorio del Gusto dedicato al Tartufo, con momenti divulgativi e showcooking “firmati” da chef di fama.

Oltre alla prelibata trifola dell’Alto Tevere Umbro, la manifestazione permette quindi di scoprire tutte le eccellenze enogastronomiche del territorio, prodotti esclusivamente ICG e DOP da cucinare e acquistare nei mercati e nei numerosi spazi di degustazioni libere.

Terre del Sagrantino

I quattro Comuni interessati dalla produzione e quindi dalla Strada del Sagrantino sono Bevagna, Gualdo Cattaneo, Giano dell’Umbria e Montefalco, ma è in quest’ultimo borgo che ha sede il Consorzio Tutela Vini Montefalco, che tutela e promuove il Montefalco Sagrantino DOCG e tutti gli altri vini del territorio. A celebrare questa e le altre numerose eccellenze enogastronomiche della zona – olio, formaggi, salumi, ma anche ceramiche e tessuti di pregio – ogni anno ad aprile, nella splendida cornice del Complesso di Sant’Agostino, si svolge poi la manifestazione Terre del Sagrantino, una quattro giorni dedicata a degustazioni, eventi e momenti conviviali. Un appuntamento da segnare in calendario, per vivere in prima persona cultura e tradizioni di qualità.

Otranto

Punta Palascìa è il luogo geografico più a est della penisola italiana. Per chi ama segnare sulla mappa certe tappe che sanno di “conquista”, basterebbe anche solo questo motivo per spingersi fino a Lecce e visitare Otranto e la costa salentina. Il centro storico della cittadina che in passato ha dato il nome al tratto di mare che separa l’Italia dall’Albania – il Canale d’Otranto – e all’antica circoscrizione del Regno di Napoli – la Terra d’Otranto – ha aggiunto nel 2010 un altro “titolo” di merito, l’inserimento nel listing ufficiale dei Patrimoni Culturali dell’UNESCO quale Sito Messaggero di Pace e in quello dei “Borghi più belli d’Italia”, mentre all’ottobre 2006 risale la creazione del Parco Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase, nato per salvaguardare e promuovere le numerose bellezze naturalistiche, storiche e architettoniche della zona.

Fra queste, ci sono senz’altro i numerosi resti lasciati dalle popolazioni antiche che hanno dominato il territorio, a partire dai Messapi, passando per i Greci e i Romani. Sotto quest’ultimi, Otranto divenne una delle città marinare più fiorenti della Puglia, grazie soprattutto alla lavorazione e commercializzazione di porpora e tessuti, e alla presenza di una consistente comunità ebraica, calcolata in circa 500 famiglie, tanto da generare un detto rimasto negli annali, “da Bari uscirà la legge, la parola del Signore da Otranto”. La sua importanza economica dell’epoca è testimoniata anche dal fatto che nel 162 d.C. la città chiese a Roma e ottenne di battere moneta con una zecca propria rimasta attiva fino al II d.C. Diventata “ponte” culturale e commerciale fra Oriente e Occidente, Otranto fece per secoli da “culla” al passaggio di Bizantini, Goti, Normanni, Svevi, Angioini e Aragonesi. Fra gli episodi storici più significativi va ricordato quando nel 1095 la sua Cattedrale fu scenario della benedizione di dodicimila crociati in partenza verso la Terra Santa, guidati dal principe Boemondo I d’Altavilla. Al 1480 risale invece l’attacco dei Turchi di Maometto II, con un assedio durato 15 giorni terminato con la strage della popolazione e la decapitazione di 800 uomini detti Santi Martiri idruntini. A questo episodio è legata anche la distruzione del Monastero di San Nicola di Casole, sede della più vasta biblioteca d’Occidente – i cui Codici sono oggi conservati in prestigiose biblioteche di tutta Italia e non solo, da Venezia e Firenze a Parigi, Londra, Berlino e Mosca, nonché di quello che si potrebbe definire il primo “college” della storia, con studenti provenienti da tutta Europa. Uno di questi fu il monaco Pantaleone, autore del monumentale mosaico pavimentale della Cattedrale, il più grande del Vecchio Continente.

Dopo il colpo inflitto dai Turchi, furono rafforzate le opere difensive del centro abitato, che però non poterono respingere le incursioni dei Saraceni della prima metà del Seicento. Alterne vicende determinarono poi la risalita e la ricaduta di Otranto varie volte, fino al periodo napoleonico, quando le fu concesso il titolo di Ducato del Regno di Napoli, cui seguì una nuova rinascita.

Marina di Brindisi

Il Forte a Mare di Brindisi è il baluardo militare che dal XV secolo difende la città. Ieri dalle incursioni nemiche che per secoli hanno interessato tutta la costa di Puglia, oggi dalle intemperie che potrebbero minacciare il porto e la Marina di Brindisi. Uno “scalo” ben noto ai diportisti che praticano il Mar Mediterraneo in rotta verso Croazia, Grecia, Montenegro e Albania, e che ne conoscono i servizi e le potenzialità: attorno alla piazzetta, ecco una serie di attività commerciali, bar, ristorante, circolo nautico, alaggio e rimessaggio, oltre all’assistenza tecnica per ciò che compete attrezzature e riparazioni. Il tutto affacciato su un tratto di mare che è tra i più belli e pescosi del “Mare Nostrum”.

Duomo di Spoleto

Percorso Arte dello Spirito – Spirito dell’Arte. Si chiama così l’itinerario guidato – prenotabile anche online – che permette di cogliere a pieno la bellezza del duecentesco complesso del Duomo di Spoleto, dedicato a Santa Maria Assunta. L’iniziativa consente di ammirare al meglio e da insoliti punti di osservazione il ciclo di affreschi “Storie della Vergine” dell’abside della Cattedrale, realizzato fra il 1467 e il 1469 da Filippo Lippi, e di salire in cima al Campanile per cogliere nella sua interezza la città del “Festival dei Due Mondi”. Il tour comprende inoltre la visita al Museo Diocesano e alla vicina Basilica di Sant’Eufemia, fra gli edifici romanici meglio conservati e notevoli dell’Umbria.

Sulla medesima piazza del Duomo di Spoleto affacciano anche altri edifici apprezzabili per la loro architettura: Palazzo della Signoria, il cinquecentesco Palazzo Rancani (poi Arroni), la Chiesetta di Santa Maria della Manna dall’originale pianta ottagonale e il seicentesco Teatro Caio Melisso, piccolo ma mirabile per il suo impianto da tipico teatro all’italiana.

Isola Maggiore

Da Tuoro sul Trasimeno, provincia di Perugia, partono i traghetti per raggiungere l’Isola Maggiore, una delle tre isole naturali del Lago Trasimeno, i cui numeri lasciano intuire la micro realtà in cui in un istante ci si ritrova catapultati: 24 ettari di superficie, 309 metri di “quota” e 2 km di costa a circoscrivere un fazzoletto di terra ricoperto in gran parte da macchia mediterranea e abitato da una decina di persone o poco più. A differenza dell’Isola Polvese e della Minore, qui si trova infatti l’unico villaggio isolano ancora abitato stabilmente, eco di quella che nel XIII secolo era una fiorente comunità di Frati minori, tanto nota da aver ospitato per un certo periodo San Francesco.

A ricordo del passaggio del “Poverello di Assisi” permane oggi la piccola Chiesa di San Francesco, accanto alla quale un tempo sorgeva l’antico Convento dei Francescani, poi inglobato nel neogotico Castello Guglielmi oggi in stato di abbandono. Il resto del borgo, un pugno di case vecchie di sei o sette secoli, fra cui la bella Casa del Capitano del Popolo, affaccia su un’unica strada lastricata, che termina con la graziosa Chiesa di San Salvatore.

Palazzo Vitelli alla Cannoniera – pinacoteca comunale

“Affinché non perisse la memoria del loro nome e del loro valore” in città. Il luogo in questione è Città di Castello, dove fra il 1521 e il 1532 fu costruito Palazzo Vitelli alla Cannoniera, voluto da Paola dei Rossi di San Secondo di Parma e dal marito Alessandro Vitelli, condottiero al servizio dei Medici, con l’intento di perpetrare la gloria della propria casata. Il progetto fu affidato a due dei maggiori architetti dell’epoca, Antonio da Sangallo il Giovane e Pier Francesco da Viterbo, mentre la facciata decorata a graffito fu realizzata su disegno niente meno che di Giorgio Vasari.

Un edificio che quindi non passava inosservato, anche per la presenza di un giardino esotico che in breve tempo si guadagnò una certa fama in tutta Europa. La fortuna di Palazzo Vitelli alla Cannoniera si deve anche al fatto che fra i numerosi proprietari succedutisi ci fu un certo Elia Volpi, ricco antiquario e abile restauratore che nella seconda metà dell’800 ne ripristinò l’antico splendore, appena prima che l’edificio fosse donato alla città perché diventasse sede della Pinacoteca Comunale. Duccio di Buoninsegna, Luca Signorelli, Raffaello, Ghirlandaio, Antonio Vivarini, Giusto di Gand, Raffaellino del Colle, Pomarancio… Sono solo alcuni dei Maestri del Rinascimento autori delle opere di cui oggi la Pinacoteca di Città di Castello si può fregiare, impreziosita da mobilio proveniente da chiese e conventi locali e dai meravigliosi affreschi di Cristofano Gherardi, detto il Doceno, e di Cola dell’Amatrice con motivi raffiguranti le imprese di Annibale, Scipione, Cesare e Alessandro Magno, volute da Alessandro Vitelli a celebrazione delle proprie doti militari.

Giostra della Quintana

Come tutte le gare che si rispetti, è prevista anche una rivincita. La Giostra della Quintana di Foligno si divide infatti in due momenti diversi: la sera del secondo o terzo sabato di giugno si svolge la giostra della sfida, mentre nel pomeriggio della seconda o terza domenica di settembre la giostra della rivincita. Dieci cavalli e cavalieri si sfidano ciascuno per conto di uno dei rioni di Foligno, rievocando un fatto di cronaca del 1613. La Giostra della Quintana è rinata nel 1946 e da allora è sempre più seguita e apprezzata dal grande pubblico. La sera che precede la giostra, va in scena il corteo storico, con centinaia di figuranti agghindati con abiti del periodo barocco confezionati dalle sartorie rionali: il porta-targhe, il Gruppo Politico, il Gruppo Nobiliare, il Gruppo Equestre, il Comitato Centrale sfilano per le vie del Centro Storico, arrivando in Piazza della Repubblica, dove viene letto il bando di gara e i cavalieri vengono iscritti al torneo cavalleresco ricevendo la benedizione del vescovo.

Mercato delle Gaite

Nelle ultime due domeniche di giugno, Bevagna, fra i “Borghi più belli d’Italia” in provincia di Perugia, mette indietro la lancetta di otto secoli e ripiomba nel Medioevo. Fra resti di epoca romana – templi, mosaici, mura, cisterne, colonnati e persino un teatro – piazze e vie contornate di bei palazzi antichi, si svolge il Mercato delle Gaite, rievocazione storica articolata in quattro gare: tiro con l’arco, piatto, mestiere, mercato. Il tutto punta a far comprendere come si viveva nel Medioevo, per la precisione fra il 1250 e il 1350, e a farlo sono i figuranti delle quattro “gaite”, i quartieri di Bevagna: San Giorgio e San Giovanni, Santa Maria e San Pietro. Un evento che per l’accuratezza delle ricostruzioni proposte
ha ricevuto numerosi riconoscimenti dal mondo accademico e che è una vera full immersion nella vita dell’uomo del passato.

Nero Norcia – Mostra del Tartufo Nero

Tuber Melanosporum Vittadini, che tradotto in termini più prosaici altro non è che il Tartufo Nero Pregiato di Norcia. Per celebrare questa eccellenza del territorio umbro, da oltre 70 anni, nel borgo in provincia di Perugia si svolge Nero Norcia, rassegna agroalimentare e mostra-mercato che dagli anni ‘50 promuove e valorizza le produzioni tipiche enogastronomiche e artigianali della Valnerina e non solo. Simposi, incontri con esperti e chef, degustazioni e bancarelle per acquistare tutte le declinazioni di questo prezioso frutto della terra animano i tre fine settimana compresi fra la fine di febbraio e i primi di marzo.

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